da Roma
«Dobbiamo pensare alla tassa di scopo, non abbiamo alternative. Di fronte a tagli ulteriori nei trasferimenti non possiamo fare altro per fronteggiare non solo lemergenza, ma anche la normalità». Massimo Cacciari, al contrario dei suoi colleghi sindaci di centrosinistra, non si preoccupa di far precedere alla protesta per i tagli, lelogio di rito della Finanziaria 2006. E, intervistato dallUnità e dal sito Affaritaliani, ammette che, inevitabilmente, i primi cittadini imboccheranno la strada di un aumento della pressione fiscale. A partire dalla cosiddetta tassa sul turismo. «La situazione è giunta al limite. Come facciamo a mantenere certi servizi sociali?», dice il sindaco di Venezia spiegando: «La politica nazionale continua a ignorare importanza e ruolo dellente locale e continua a metterlo in enorme difficoltà. È una questione culturale, possono cambiare i governi, i partiti, ma questo dato rimane».
Anche Leonardo Domenici, che è il primo cittadino di Firenze e il presidente dellAnci, lassociazione dei comuni, difende la tassa di scopo per i turisti, necessaria «perché non è giusto che i cittadini di Firenze debbano pagare servizi aggiuntivi come la pulizia, la manutenzione e la sorveglianza della città», considerando che «ogni volta che aumenta il numero dei turisti si registra un aumento dei rifiuti solidi urbani». Allo stesso tempo, il sindaco Ds nega che a Firenze sia previsto un aumento dellIci. Palazzo Vecchio, però, potrebbe riproporre di alzare lIrpef allo 0,5 per cento.
Ma nella maggioranza di centrosinistra cè chi si fa ancora meno scrupoli e si dice sicuro che aumenterà anche limposta sugli immobili. Come il deputato dellItalia dei Valori Egidio Pedrini, che è anche sindaco di Zeri (Massa e Carrara), secondo il quale «questa Finanziaria dà, in sostanza, ai Comuni lindicazione di aumentare le tasse. Cè la facoltà di aumentare lIci ma non la possibilità di abbatterla».
Con Napoli la protesta dei sindaci diventa un problema di stanziamenti. Rosa Russo Jervolino accusa lesecutivo di non aver «mantenuto le promesse: per Napoli non cè niente nella manovra finanziaria. La parola Napoli è presente solo nellarticolo 37 laddove si parla dello sblocco dei fondi per la costruzione della cittadella della polizia - afferma Jervolino - e con dispiacere, dopo tante promesse, apprendo che Napoli non è presente: ci sono fondi speciali per Venezia, Roma e per il Molise, ma non per la nostra città».
E cè anche chi propone di aprire una vertenza contro lo Stato, come il primo cittadino dellAquila Biagio Tempesta (Fi) secondo il quale non rimane «altra strada a un sindaco, qualora la Legge finanziaria dovesse essere varata in via definitiva dal Parlamento, così come è stata approvata dal Consiglio dei ministri». Una manovra che costringe gli enti locali ad assumere «lo scomodo e incolpevole ruolo di gabellieri per reggere le sorti delle amministrazioni che guidano, su mandato dei cittadini».
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