«Cacciate quel consigliere»

Castè del Prc sarebbe incompatibile con il ruolo in Regione

«Cacciate quel consigliere»

Maria Vittoria Cascino

Un fascicolo aperto dalla Regione Liguria su un’ipotesi di incompatibilità. A sollevare il caso del consigliere regionale Lorenzo Castè, Rifondazione Comunista, è il sindaco di Vernazza, Gerolamo Leonardini. Che firma un esposto al fulmicotone contro Castè, che conosce bene perchè ce l’ha in consiglio comunale in quello spettacolare borgo delle Cinque Terre. Lo indirizza al presidente della giunta delle elezioni del consiglio regionale ancor prima della convalida degli eletti. Un documento scritto fitto in cui Leonardini segnala «la situazione di incompatibilità dell’eletto per un debito che il Sig. Castè ha nei confronti della Regione». E poi apre il libro, mette dentro tutto e spera di fare un colpo tale da far tremare i polsi.
Silenzio. Perché la faccenda è strana. Tanto. E poi è difficile che queste cose le facciano i compagni contro i compagni. Perché Leonardini a Vernazza guida una giunta di centrosinistra. E mica te l’aspetti che si metta di traverso proprio quando Castè sbarca in Regione. Tirando in ballo questioni di qualche anno fa, masticate e forse mal digerite. Qualcosa fuma in quella spettacolare landa della riviera spezzina dove si stanno sparando colpi trasversali. Intanto la Regione il problema ce l’ha sul tavolo e un’occhiata la deve pur dare.
Perché si segnala un’ipotetica incompatibilità. Condizione che si verifica, per la cronaca, quando l’eletto ha un debito liquido (ossia determinato nel suo ammontare) ed esigibile (non occorrono cause per richiederlo) con l’amministrazione regionale. È proprio questo il nodo da sciogliere.
C’è da aggiungere però che all’attenzione del dottor Jannone, Dipartimento Agricoltura della Regione, arriva una lettera del Gal, Gruppo di Azione Locale delle aree rurali della Spezia, (ente strumentale della Regione stessa) che s’incastra nel puzzle che è una bellezza. È datata 27 aprile e firmata dal responsabile amministrativo Rossana Miaschi. «Nel prendere atto della comunicazione scritta del Comune di Vernazza - leggiamo - mi corre l’obbligo rilevare come gli accertamenti edilizi e urbanistici svolti dal Comune inducano a ritenere sussistente l’ipotesi della revoca del contributo a suo tempo concesso al sig. Castè con contestuale recupero delle somma erogate». La lettera finisce anche alla Procura della Repubblica della Spezia. Intanto il 3 giugno scorso la giunta delle elezioni convoca sindaco e responsabile dell’Edilizia privata di Vernazza per capire su cosa fa leva la loro segnalazione e per ascoltarne le argomentazioni. Una semplice seduta interlocutoria. Nessun atto formale parte. La giunta delle elezioni si riunisce altre due volte: discutono dell'argomento sotto il profilo tecnico. C'è il debito? Si possono fare cifre? Risposte non ce ne sono ancora. Tutto rimandato alla seduta di domani.


Proviamo allora a sentire il diretto interessato che tanto sta a cuore ai compagni di Vernazza: «Chi parla?» È il Giornale, per quella questione... «Lasciate perdere!» è la risposta seccata di Lorenzo Castè che con malagrazia interrompe la comunicazione. Solo un semplice diritto di replica. Ma lui con il Giornale non ha voluto parlare.

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