Cade la giunta di Civitavecchia Bondi: «Non è un fatto locale la sinistra scricchiola ovunque»

È durata meno di sette mesi la giunta «riformista» di Civitavecchia (Ds, Margherita, Lista Saladini, Verdi, Italia dei Valori) guidata dal sindaco Gino Saladini. Ieri mattina 16 consiglieri su 30 hanno formalizzato le loro dimissioni dal consiglio comunale determinando automaticamente la caduta della giunta. Ai 12 esponenti di opposizione di centrodestra e della sinistra radicale, si sono uniti 3 consiglieri che erano stati eletti nella lista del sindaco e uno in quella dei socialisti «Insieme». I problemi all’interno della maggioranza, già sorti all’indomani dell’insediamento, si sono ulteriormente aggravati nelle ultime settimane, dopo l’assegnazione degli incarichi negli enti e nelle società municipalizzate.
«La caduta della Giunta di Civitavecchia - ha fatto notare il coordinatore nazionale di Forza Italia Sandro Bondi - non può essere derubricata a un fatto locale, ma è l’ennesimo segnale che il potere delle sinistre sta già scricchiolando in molte aree del paese e la legge Finanziaria quando farà sentire i suoi primi effetti sugli Enti locali contribuirà a dare la spallata all’interno della stessa sinistra, tra le frange radicali e quelle moderate, sempre più in contesa le une contro le altre». «Sono certo che anche attraverso l’impegno del coordinatore regionale del Lazio, Francesco Giro, Forza Italia farà valere assieme ai dirigenti provinciali e locali di Civitavecchia e ai nostri alleati le ragioni di una forte coesione programmatica e ideale necessaria per tornare a vincere in un territorio importante come quello del litorale del Lazio. Dopo il successo della verifica politica e programmatica di Fiumicino, con Civitavecchia è possibile voltare pagina e aprire una nuova stagione amministrativa - ha concluso Bondi - che il nostro partito nazionale ed io personalmente seguiremo con assoluto interesse».
Per l’ex sindaco Alessio De Sio la caduta della giunta di Civitavecchia «rappresenta la sconfitta politica della sinistra e dei Ds in particolare.

Un governo cittadino mandato a casa dopo solo 7 mesi - ha sottolineato De Sio - significa il totale fallimento di una “cultura” che ha dimostrato, questa sì, la sua assoluta incapacità nel guidare una città come la nostra». Secondo l’ex primo cittadino «adesso si apre una fase nuova che dovrà spingere ognuno di noi a mettere da parte eventuali personalismi, per costruire un progetto vincente e soprattutto duraturo nel tempo».

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