Una calabrese alla guida dell’American Academy

Carmela Vircillo Franklin si è trasferita negli Usa all’età di 17 anni. Dirigerà la storica istituzione

Prima era un’italiana in America, ora è un’americana a Roma: per la prima volta nella sua storia, l’American Academy, istituzione ultracentenaria che ha sede sul Gianicolo e ha ospitato negli anni i maggiori studiosi e artisti statunitensi, da oggi ha una direttrice nata in Italia.
Carmela Vircillo Franklin è originaria della Calabria ma da quando aveva 17 anni si è trasferita negli States. Ha studiato a Harvard e insegna alla Columbia University. In luglio è stata nominata direttrice dell’Academy, l’istituzione fondata 110 anni fa da un gruppo di industriali di New York. E proprio oggi la storica istituzione inaugura l’anno accademico accogliendo i 30 borsisti vincitori dell’ambito «Rome Prize» e con esso della possibilità di studiare per un anno in Italia.
«Per noi questo 5 settembre rappresenta un nuovo principio, che però si ricollega allo spirito ispiratore dell’Accademia, cioè di collegare la cultura americana alle radici della cultura occidentale», ha detto all’agenzia Ansa la Franklin: «I nostri fondatori vedevano queste radici come fondamentalmente democratiche e repubblicane (non come partiti, naturalmente), e si ispiravano per questo alla Roma repubblicana».
Carmela Franklin ha tra i suoi obiettivi quello di coinvolgere studiosi e artisti di ogni parte degli Stati Uniti, ma anche del Medio Oriente e di altri Paesi: «La missione originale voleva permettere l’esperienza del “Grand Tour” a persone di talento, anche se non privilegiate: oggi significa anche studiosi e artisti che vengono da parti dell’America che, a differenza di New York, Boston, Los Angeles, sono meno collegate all’Europa».
Secondo la neo-direttrice un ponte interculturale è importante ora che «i malintesi tra Paese e pPese a livello ufficiale e burocratico» sono evidenti. L’Accademia è l’unica tra le istituzioni simili a Roma che è del tutto indipendente dal governo di origine. In questo senso è più libera di promuovere iniziative culturali per i borsisti e nei confronti del Paese ospite.
Grazie all’Accademia importanti architetti, musicisti, artisti, scrittori e universitari hanno respirato l’aria di Roma e trasferito l’esperienza nel lavoro, una volta tornati in America. Sono passati dal maestoso edificio di via Masina disegnato nel 1912 da un famoso studio newyorkese oltre 1500 intellettuali americani.
Si può dire che, grazie all’Accademia, c’è un po’ di Roma negli Stati Uniti: il primo borsista nel 1897 fu l’architetto John Russell Pope che progettò il Jefferson Memorial ispirandosi al Pantheon, la National Gallery, i National Archives.

Dai monumenti di Washington ispirati alla Roma dei Cesari a Ground Zero: l’architetto della nuova Freedom Tower che sorgerà sulle ceneri del Wolrd Trade Center è David Childs, reduce da un lungo soggiorno romano, non come borsista ma come studioso residente.

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