da Crotone
Sta succedendo esattamente quello che tutti temevano accadesse. Ovvero unaltra guerra tra cosche. Stavolta il campo di battaglia è Crotone, o meglio quella sua frazione chiamata Papanice. Qui sabato scorso quattro o cinque sicari di ndrangheta avevano eliminato Luca Megna, figlio del boss Domenico Megna (già da anni in carcere), e ferito sua moglie. Killer spietati, pronti a tutto, anche a colpire una bimba di cinque anni, la figlia della vittima designata, seduta sul sedile posteriore della Panda di papà. Centrata alla testa, per lei le speranze sono solo briciole di vita: secondo i medici dellospedale Pugliese di Catanzaro il suo è un coma irreversibile.
Come non attendersi una reazione? Così ieri a scuotere la calma apparente del paesello sono stati di nuovo i colpi sordi degli spari. Obbiettivo Giuseppe Cavallo, 27 anni, legato da rapporti di parentela, con Pantaleone Russelli, presunto affiliato alla ndrangheta, ma soprattutto membro di una famiglia storica rivale della cosca Megna.
Lagguato intorno alle 14,30, mentre luomo, di professione autista si trovava su una Opel Astra con la moglie. Percorrevano la strada principale quando i sicari, sembra due giovani, proprio nel punto in cui la strada si restringe sono spuntati ai vicoli cominciando a sparare. Cavallo non ha avuto Scampo. Anzi prima di fuggire uno del commando si è avvicinato e lo ha finito con un colpo alla nuca. Ferita invece in modo lieve la moglie: un proiettile lha colpita a una gamba.
Stavolta lallarme rosso è arrivato fino a Roma. Il capo della polizia Antonio Manganelli ha subito inviato a Crotone il vicecapo della polizia e direttore della Criminalpol Nicola Cavaliere che oggi parteciperà insieme con Francesco Gratteri, direttore della Direzione anticrimine, a una riunione operativa con i questori della Calabria, i capi delle Squadre Mobili e i responsabili della Polizia stradale, ferroviaria e delle comunicazioni. Con loro anche i vertici di carabinieri e Guardia di finanza.
Bisogna fermare lescalation di sangue, impresa non facile in un territorio di faide tanto antiche quanto spietate.
Lo ammette il prefetto di Crotone Melchiorre Fallica. «In effetti sembrerebbe proprio che è iniziata - ha aggiunto - una guerra tra le famiglie della criminalità organizzata.
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