Calano gli incidenti in città: tra i pirati più quarantenni

Cambia l’identikit dei conducenti a rischio: riabilitati i ragazzi di 18 anni. Il Comune: «Scontri diminuiti grazie alle campagne»

Più che una tabella, un vero e proprio bollettino di guerra. Anche se, la buona notizia, è che sulle strade di Milano si muore di meno. E molti di meno sono soprattutto i feriti in incidenti stradali. Ma a tramontare è anche il pregiudizio che a essere pericolosi siano soprattutto i giovani. Neopatentati, secondo la vulgata, o sempre sospettati di essere un po’ alticci al termine di una serata allegra, passata magari nei locali della movida. Non è vero. A essere un’insidia, per sé e per gli altri, sono forse di più i guidatori maturi.
A spiegarlo bene i dati della polizia municipale che, per l’ultimo anno, parlano di 452 feriti e 2 morti nella fascia d’eta che va dai 18 ai vent’anni. Più ristretta, ma comunque assolutamente surclassata dai 2.470 feriti e otto morti della forbice da 21 a 29 anni e dagli addirittura 3.896 feriti e 14 morti di quella tra 30 e 44 anni. «La dimostrazione - spiega il sindaco d’agosto Giovanni Terzi - che troppo spesso il tema dei giovani è trattato in modo sbagliato. Basta fermarsi un attimo a considerare con oggettività le cifre per scoprire che, a proposito di incidenti stradali, c’è una fascia di criticità formata da chi ha più di trent’anni». Una difesa d’ufficio per chi ha avuto dal sindaco Letizia Moratti l’assessorato a Sport e Tempo libero e quindi si occupa istituzionalmente di giovani? «Nemmeno per sogno - replica Terzi - I nostri ragazzi sono troppo spesso maltrattati. Li si accusa di cercare lo sballo a tutti i costi, di bere troppo, di frequentare locali fino all’alba e poi di causare incidenti. E, invece, non è così. Loro sono una risorsa. Forse chi il sabato sera si beve tranquillamente una birra in corso Como o in corso Sempione sarà poi uno di quei manager o super medico che volerà negli Stati Uniti a rendere grande il nome dell’Italia nel mondo. E, magari, anche di Milano». Un monito? «Certo. In troppi - aggiunge - li demonizzano, ora è arrivato il momento di difenderli». Ricordando ancora una volta i numeri. Secondo i quali, sempre nel 2007, i conducenti in stato di ebbrezza che hanno causato un incidente sulle strade di Milano erano 63 tra i 18 e i trent’anni e ben 109 tra i 30 e i 50. Ancora un range un po’ più ampio, ma non certo sufficiente a giustificare una cifra quasi doppia. «E comunque - spiega l’assessore - continuiamo pure con le campagne di sensibilizzazione, con le iniziative per spiegare ai ragazzi che ci si può divertire anche senza disturbare gli altri o rimetterci la vita. Ma, nel frattempo, ricordiamoci anche che non sono loro la categoria più a rischio al volante».
Confortante, invece, il calo del numero dei morti. In totale si è passati dai 31 del 2006 ai 24 del 2007. Un bel balzo indietro.

«I dati migliorano - commenta Terzi - La dimostrazione che tutte le iniziative prese dal Comune per una maggiore sicurezza stradale, stanno dando i loro frutti. Bisogna continuare così. Questa è una battaglia importantissima. E dobbiamo vincerla».

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