Calcio, arti marziali, canoa Anche il Coni s’è tinto di «verde»

Se l’Italia fosse una partita di calcio, la Padania avrebbe già segnato il gol della secessione. Era il 2004 quando il Coni riconobbe SportPadania quale ente di promozione sportiva regionale. Da allora è stato un crescendo di partecipazione: 350 manifestazioni fino al 2007 con 52.300 iscritti. Oggi l’associazione fondata nel 1998 conta sedici discipline, dalle arti marziali allo sci alpino alla vela, dal baseball al tennis all’atletica leggera passando per motociclismo e canottaggio. E ha all’attivo qualcosa come 17mila tesserati e 80 società sportive affiliate. I numeri magari non sono quelli della Uisp o del Csi, ma qui il motto è pur sempre «mai molà, tègn dur», sorride il responsabile organizzativo Claudio Gallo. Lo sport nazionale è sempre quello: il calcio. Solo che la Nazionale padana gioca con un obiettivo in più: il sostegno a tutti i popoli che lottano per la libertà.

Così, il 7 maggio è scesa in campo all’Arena di Milano in un’amichevole con il Tibet con il patrocinio di Comune e Coni, che hanno affiancato i loro simboli a quelli della Lega Federale Calcio Padania, del Tibetan National Sports Association e di Students for Tibet. Giocava anche un bomber come Maurizio Ganz, nell’Inter lo chiamavano «el segna semper lù».

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