Federico Casabella
«Partite al sabato pomeriggio? No grazie». Levata di scudi da perte di residenti e commercianti della bassa Valbisagno contro la serie B alle 16 del sabato. Il problema si ripropone a due anni di distanza dopo la decisione di Federcalcio e Lega di confermare la cadetteria al sabato pomeriggio sfidando ancora una volta le amministrazioni comunali che già lo scorso anno tentarono, invano, le barricate contro questa soluzione.
Con il Genoa in serie B la questione tornerà nell'agenda della giunta comunale nelle prossime settimane. A confermarlo l'assessore comunale allo sport Giorgio Guerello che il mese scorso aveva portato già il problema all'attenzione della giunta: «Ne avevamo cominciato a discutere quando ancora non si conoscevano le sentenze su calciopoli - spiega Guerello -: si ipotizzava che anche la B potesse tornare a giocare alla domenica pomeriggio. Non ci è arrivata nessuna comunicazione ufficiale in merito anche se l'idea sembra chiara. Affronteremo l'argomento quando sarà il momento».
Già nell'ottobre del 2004 Pericu e la sua giunta avevano detto «no» all'impiego della struttura al sabato pomeriggio. All'epoca la cadetteria giocava di sabato sera e per il periodo invernale si ipotizzava di anticipare alle 15.30 l'inizio delle partite. La giunta genovese approvò addirittura una delibera che escludeva la possibilità di utilizzare l'impianto a causa della particolare ubicazione e dei problemi alla vivibilità e al traffico cittadino che le gare al sabato potrebbero creare. In quell'occasione vinse con gli altri comuni la sua battaglia visto che il pericolo della B venne scongiurato.
Il quartiere di Marassi difficilemente potrebbe reggere per un campionato intero questa situazione, con uno stadio stretto tra i palazzi al centro di una zona dove il sabato pomeriggio le attività commerciali verrebbero inevitabilmente penalizzate, così come gli ambulanti che lavorano nel mercato rionale che si svolge il sabato mattina nel piazzale antistante la tribuna. Dai commercianti di piazzale Atleti azzurri d'Italia ieri mattina già si levavano le prime polemiche: «Dev'essere un problema per il Genoa questo, non per noi - si lamentano gli ambulanti -, non è possibile spostare il mercato né anticiparne la chiusura: il sabato è il giorno in cui si vende di più e verremmo penalizzati in maniera esagerata».
«Quello che ci attendiamo - spiegano gli ambulanti - è che il Comune ci convochi il prima possibile per discuetere su questa vicenda. Non vorremmo trovarci sbattutti fuori in quattro e quattr'otto per lasciare spazio al calcio, vogliamo vedere garantite le nostre licenze».
L'assessore allo sviluppo economico, Mario Margini, ammette che il problema c'è e che andrà affrontato ma, facendo anche riferimento alla sentenza del Tar che lo scorso anno impose ai «sindaci ribelli» di concedere gli stadi alle società dando ragione alla Lega Calcio, spiega che sarà difficile sperare in uno slittamento alla domenica: «Di fronte ad una disposizione a carattere generale - commenta -, il mio parere personale non conta: dovremo piegarci alla volontà nazionale».
Dal Genoa nessuna dichiarazione ufficiale in merito. Quello che trapela è che la società seguirà le decisioni della Lega.
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