Calcio

Dybala mette nei guai la Juve sul caso stipendi

L'attaccante argentino ha svelato i presunti accordi tra la Juventus e i giocatori della Juventus sugli stipendi: "C’è scritto che rinunciamo a quattro mesi ma non che avevamo già l’accordo sulle tre mensilità"

"Accordi differenti da quanto comunicato": Dybala mette nei guai la Juve sul caso stipendi

Paulo Dybala inguaia pesantemente la Juventus nell'ambito del "caso stipendi". Il 29enne di Laguna Larga, intercettato da Sportitalia, entra in tackle in maniera scomposta nei confronti della sua ex società: "Quello che ricordo io era che era uscito un comunicato stampa. Tanta gente pensava che noi avessimo rinunciato a quattro mesi e nessuno sapeva in quel momento che noi avremmo preso tre mesi ma pagati più avanti. Leggendo il comunicato non è l’accordo che abbiamo raggiunto. C’è scritto che rinunciamo a quattro mesi ma non c’è scritto che avevamo già l’accordo sulle tre mensilità, che erano certe".

Paulo avvelenato

Dybala si è lasciato bene con la Juventus e con i suoi tifosi ma queste sue dichirazioni al vetriolo non fanno alto che gettare altri dubbi sulla società bianconera. Secondo le parole dell'attaccante della Roma, dunque, i calciatori avrebbero avuto il rinvio di un anno per il pagamento di tre mensilità mentre avrebbero rinunciato alla quarta mensilità come segno di solidarietà nei confronti della società. Dybala ha inoltre spiegato: "La proposta era quella di non percepire i quattro mesi di stipendio, non ricordo di preciso quali mesi. Noi non eravamo d’accordo perché non volevamo rinunciare a così tanti mesi".

Il campione del mondo ha poi rimarcato come l'intenzione della Juventus fosse di tener fede agli accordi presi pagando tre stipendi sui quattro arretrati:"L’accordo è stato che di quei quattro mesi ne percepivamo tre nella stagione successiva e uno lo lasciavamo come solidarietà. Quando ci hanno chiesto di rinunciare a quattro mesi, siamo rimasti stupiti e molti di noi hanno detto no. Noi per quell’anno rinunciavamo a quattro stipendi. Tre ce li pagavano con certezza, senza condizioni l’anno successivo e uno lo lasciavamo in solidarietà. Questo è l’accordo finale".

Infine, Dybala ha anche tirato in ballo l'ex vicepresidente del club bianconero Pavel Nedved: "Ricordo che prendemmo la decisione di decidere insieme, cioè di accettare o meno la proposta ma di farlo tutti insieme. Io non ricordo di averne parlato personalmente con Paratici e Nedved".

Ciò che viene contestato al club di Corso Galileo Ferraris è la mancata comunicazione degli accordi presi con i calciatori che sarebbero dovuti essere redatti su carte federali e inviati alla Figc. Tutto ciò, invece, non è stato fatto perché la Vecchia Signora avrebbe siglato questi accordi privati con i suoi tesserati.

Le parole di Paulo Dybala, però, non fanno altro che confermare quanto uscito nelle scorse settimane con il caso più spinoso che riguarda Cristiano Ronaldo e la sua carta "segreta e privata" che prevedeva il pagamento di quasi 20 milioni di euro di stipendio arretrato.


Commenti