Si è spento Salvatore Garritano, campione d'Italia con la maglia del Torino nel 1975/1976. Tra una settimana avrebbe compiuto 70 anni. Nel 2007 gli era stata diagnosticata una leucemia cronica.
Riserva di due bomber del calibro di Graziani e Pulici (i famosi "gemelli del gol") riuscì a ritagliarsi uno spazio importante segnando al Milan il 4 aprile 1976, giorno in cui il Toro balzò in testa alla classifica, rimanendovi poi sino alla conquista del tricolore. Lasciato il clun granata Garritano si trasferì nel 1978 all'Atalanta per poi indossare anche le maglie di Bologna, Sampdoria e Pistoiese. L'ultima esperienza prima del ritiro fu alla Ternana, che nel 1989 contribuì a riportare in serie C1.
Così lo ricorda il club granata: "Ha contribuito alla vittoria dello scudetto nel 1976 (determinante la sua rete contro il Milan, nella domenica del sorpasso sulla Juventus) e collezionato in totale 27 presenze e sei gol, sfruttando nel migliore dei modi il ruolo di riserva della coppia titolare Pulici-Graziani". Il club insieme al presidente Urbano Cairo "si stringe attorno alla famiglia per la scomparsa di Salvatore".
In più occasioni Garritano denunciò l'abuso di farmaci nel calcio degli anni Settanta e Ottanta, collegandolo alla malattia e poi alla morte di diversi giocatori di quegli anni.
Nato a Cosenza nel 1955, si mise in luce sin da giovane riuscendo a vestire per dieci volte la maglia della Nazionale Under 21. Passò al Torino a soli venti anni, rimanendovi per tre stagioni
Nel 1975, a 20 anni, passò dalla Ternana al Torino, club dove rimase per 3 anni, fino al 1978. Nella magica stagione dello scudetto giocò appena cinque partite, chiuso com'era dalla formidabile coppia Pulici-Graziani. Complessivamente con la maglia del Toro collezionò 27 presenze e 6 gol.
Questa l'amara considerazione che espresse ai giornali alcuni anni fa. "Ho dato tanto alle squadre in cui ho giocato (Ternana, Torino, Atalanta, Samp, Bologna, Pistoiese) e speravo in un pizzico di riconoscenza in più.
Ho anche militato in tutte le selezioni della Nazionale, dall’Under 16 fino all’Under 23, eppure dalla Federazione, tranne il vicepresidente Albertini che si è dimostrato sensibile alla mia situazione, nessuno ha mosso un dito... Ho pianto per Stefano Borgonovo (colpito dalla Sla), ma comincio a pensare che finché non ti vedono in quelle condizioni i potenti del calcio fanno finta di non sentire chi come me soffre e chiede aiuto".