Calcio

"Il calcio non è in vendita". Ceferin tuona ancora contro la Superlega

Il presidente della Uefa ha commentato la sentenza della Corte Ue riguardo il via libera alla creazione della Superlega, ribandendo la sua posizione: "Nessun semaforo verde"

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Il grande sconfitto è Aleksander Ceferin. Dopo la storica sentenza della Corte di giustizia europea che, di fatto, apre alla creazione della Superlega stabilendo che la Fifa e la Uefa stanno facendo abuso di posizione dominante, non si è fatta attendere la risposta del numero uno della Uefa che in una breve conferenza stampa ha voluto ribadire la centralità della sua organizzazione. Insieme a Ceferin, erano presenti in collegamento il presidente del Psg e dell'ECA (Associazione dei Club Europei) Nasser Al Khelaifi e il presidente della Liga spagnola Javier Tebas Medrano.

Il presidente della Uefa, che negli ultimi due anni ha ripetutamente contrastato con forti prese di posizione la nascita della Superlega, non usa giri di parole per esprimere il proprio stato d'animo dopo la sentenza della Corte: "Possono creare quello che vogliono, non proveremo a fermarli. Non abbiamo mai detto che non si possa andare fuori dal sistema, ma non si può uscire e voler giocare i campionati nazionali. Non c'è stato il semaforo verde per la Superlega così come era stata proposta nel 2021".

Tanta l'amarezza per l'arrivo di una decisione, che potrebbe rivoluzionare il calcio, almeno per come l'abbiamo conosciuto negli ultimi trent'anni. "Sono triste di dover parlare della decisione della Corte di Giustizia dell'Unione Europea. Rileggeremo e valuteremo se rivedere la nostra posizione sulla Superlega: è importante sottolineare che non abbraccia i principi su cui si basa il calcio, quelli del merito sportivo, che sono garantiti solo dalla Uefa".

"Il calcio rimane unito e lo proteggeremo da ogni progetto che possa danneggiarlo. Ho visto il progetto di A22 Sports ed è difficile dire se ci si debba sentire scioccati o attaccati. Io mi sento violato - afferma Ceferin -. Di sicuro i campioni nazionali possono accedere solo al terzo livello (della nuova Superlega, ndr). Il sistema è più chiuso di quello del 2021 rifiutato da tutto il mondo del calcio. Squadre come Girona o Atalanta non si potrebbero qualificare per la Superlega, per cui è sbagliato parlare di competizione aperta".

L'intervento del numero uno della Uefa si è chiuso poi con una frase che, a partire dagli scorsi anni, è ormai diventata un mantra: "Il calcio non è in vendita". Slogan a parte, lo sa bene anche Ceferin, la Uefa esce indebolita dalla vicenda al punto che potrebbe aprire a una gestione diversa a livello organizzativo dei tornei o commerciale.

Mentre si cominciano a conoscere format e regolamento della Superlega, da questo momento il mondo del calcio si trova davanti a scenari completamente nuovi, impensabili fino a ieri.

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