Calhanoglu in questura: "Parlavo con gli ultrà anche se la società mi aveva sconsigliato"

Gli inquirenti continuano a sentire gli sportivi di Inter e Milan per l'inchiesta che ha portato all'arresto dei dirigenti degli ultras delle due curve di San Siro. Dopo Inzaghi, Calabria e Zanetti è il turno del turco Hakan Calhanoglu, che assicura: "Mai ricevuto pressioni"

Calhanoglu in questura: "Parlavo con gli ultrà anche se la società mi aveva sconsigliato"
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Proseguono le indagini sull'inchiesta "Doppia curva", che il 30 settembre scorso ha portato all'arresto di diversi capi ultras di Inter e Milan. Stavolta a parlare con gli inquirenti, come persona informata dei fatti, è stato l'interista Hakan Calhanoglu, appena rientrato a Milano dopo gli impegni con la sua nazionale.

Il turco ha confermato di aver parlato e incontrato Marco Ferdico e Antonio Bellocco, i due capi ultras dell'Inter, ha però chiarito di non essere mai uscito a cena con loro, come Ferdico aveva detto (emerge in un'intercettazione) parlando di una "pizzata" con Calha e le rispettive famiglie. Il turco riferisce anche che questi incontri avvenivano nonostante la società lo avesse sconsigliato: "Vedevo gli ultrà, ma la società mi aveva detto di non farlo".

Perché, dunque, lo faceva? Agli inquirenti Calhanoglu ha spiegato di averlo fatto per "riconoscenza", visto che la Curva Nord aveva manifestato sensibilità nei suoi confronti, dedicandogli uno striscione di affettuosa solidarietà idopo il devastante terremoto che aveva colpito la Turchia nel febbraio 2023. Il centrocampista nerazzurro ha spiegato anche di aver regalato alcune sue magliette alla Curva per finanziare iniziative benefiche a favore di "bambini ricoverati negli ospedali".

Quanto a Bellocco, rimasto ucciso il 4 settembre scorso a Cernusco sul Naviglio a inizio settembre, Calhanoglu afferma di aver saputo chi fosse effettivamente solo dopo aver visto la sua foto "in seguito alle notizie sul suo omicidio", ma ha tenuto a precisdare di non aver "mai ricevuto pressioni" da parte sua né di altri esponenti del tifo organizzato nerazzurro.

La scorsa settimana anche Javier Zanetti, vicepresidente dell'Inter, aveva riferito agli inquirenti di non aver mai subito pressioni né condizionamenti dagli ultras. "Sono da trent’anni nell’Inter, li ho conosciuti un po’ tutti. Per me sono sempre stati Marco, Andrea, Mauro.

Ragazzi della curva, solo tifosi", con riferimento a Ferdico, Beretta e Nepi, tutti finiti in manette per associazione a delinquere con l'aggravante del metodo mafioso. E Bellocco? "L'ho conosciuto, me l'hanno presentato come semplice tifoso, un ragazzo nuovo della curva".

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