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C'era una volta Joao Mario: da flop all'Inter a stella del Benfica

Oggetto misterioso nella sua avventura nerazzurra, ora il centrocampista portoghese, punto di forza del Benfica, è il pericolo numero uno per la squadra di Inzaghi

C'era una volta Joao Mario: da flop all'Inter a stella del Benfica

Gli strani scherzi del destino: Joao Mario e l'Inter si troveranno di fronte nel doppio confronto dei quarti di finale di Champions. Da acquisto flop del mercato nerazzurro a pericolo numero uno per la squadra di Inzaghi il passo è davvero breve.

Rinato da quando è tornato a casa, sponda Benfica, il portoghese è diventato tutt'altro calciatore rispetto a quello visto a San Siro. Oggi è il centrocampista più prolifico d'Europa. Reinventato da Schmidt come incursore di fascia libero di svariare, ergo liberato da compiti veri e propri, in questa stagione ha segnato 23 gol in 42 apparizioni. Capocannoniere del campionato con 17 reti, insieme al compagno di squadra Gonçalo Ramos, è uno dei top 5 marcatori dell'attuale Champions League dove ha segnato 6 reti. Gli stessi di Vinicius Jr, per intenderci. Meglio di lui solo Mbappé, Salah e Haaland, tanta roba.

Lui ormai guarda al periodo nerazzurro con distacco:"L’Inter è il passato, non è andata bene ma quel che ho imparato a Milano mi ha reso il calciatore che sono ora". Molto più caustico è stato invece Paulo Futre, icona del calcio portoghese degli anni '80 nelle dichiarazioni che precedono il match: "Ma come hanno fatto a Milano a spendere 40 milioni e a scaricarlo dopo poco tempo? Bastava pazienza e oggi questo gioiello sarebbe a San Siro". Ma è proprio così? Scopriamo come è andata davvero tra Joao Mario e l'Inter.

Da meteora a rimpianto

In verità il portoghese è rimasto legato ai colori nerazzurri per cinque stagioni, due e mezza delle quali trascorse in prestito. Senza mai brillare: 32 presenze e 3 gol il primo anno, che rimarrà il migliore della sua esperienza interista. Nell'estate del 2021, l'addio definitivo, che ha aperto un caso, tuttora pendente con lo Sporting che ha avanzato alla società nerazzurra una richiesta di risarcimento da 30 milioni di euro.

Arrivato in nerazzurro nel 2016 dopo gli Europei vinti dal Portogallo, l'allora 23enne centrocampista viene prelevato a peso d'oro per 43 milioni di euro dallo Sporting Lisbona. Fu il primo regalo in assoluto di Suning, insieme al brasiliano Gabigol, il terzo più costoso di sempre nella storia interista. All'Inter ha pagato la sua indefinitezza tattica: mezzala, giocatore di fascia o trequartista? Nessuno lo ha mai inquadrato in maniera giusta. I troppi cambi in panchina addirittura quattro in stagione, da Mancini a De Boer, due volte Vecchi e in mezzo la parentesi Pioli, sono troppi per un calciatore timido, ancora da svezzare tatticamente, l'ennesima vittima sacrificale del pubblico di San Siro in un'annata negativa.

Alti, pochi, e bassi, troppi, con errori clamorosi sottoporta (come in occasione del derby di Coppa Italia col Milan) lo bollano come "bidone". Dopo un inizio incoraggiante finisce ai margini anche con Spalletti. La morte improvvisa del padre fa il resto: Joao Mario viene messo sul mercato a prezzi di svendita. Ma nessuno lo compra e così l'Inter è costretta prima al tentativo di rivitalizzarlo lontano dall'Italia (prima al West Ham, poi al Lokomotiv Mosca). Invano, il giocatore non riesce a ritrovarsi. Anche il ritorno in Portogallo, appare una chimera: lo Sporting lo riabbraccia in prestito ma non convinto lo rispedisce al mittente, pur riconquistando il campionato anche grazie a lui dopo 19 anni di assenza. Troppo costoso.

Così riparte il solito bailamme, spunta l'interesse del Benfica. L'intesa con l'Inter c'è ma lo Sporting rivendica una clausola che complica il tutto. Si pensa quindi ad un escamotage: Jooo Mario risolve il contratto con l'Inter, che realizza una sanguinosa minusvalenza di 7 milioni. Il calciatore passa alle Aquile da svincolato e ritorna a giocare, da assoluto protagonista.

Oggi è la stella del Benfica e medita una perfida vendetta.

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