Qatar 2022

Ci sono la mano e i soldi dei talebani nella costruzione degli stadi della morte

L'inchiesta del Telegraph: nel mirino i fondamentalisti afghani. Lo strudioso di islamismo: "Tipica ambiguità del Qatar"

Ci sono la mano e i soldi dei talebani nella costruzione degli stadi della morte


I Mondiali di calcio come «assist» agli islamisti. Il tema torna sotto i riflettori grazie a un'inchiesta del quotidiano britannico The Telegraph» secondo il quale dietro ad alcuni lavori ed affari legati all`evento, ci sarebbero addirittura i Talebani, i famigerati «studenti del Corano» che da anni tengono sotto scacco l`Afghanistan col loro fondamentalismo retrivo e violento.

Secondo quanto ricostruito dal giornale inglese, alcuni «dirigenti» talebani avrebbero guadagnato milioni di dollari fornendo attrezzature e materiali impiegati per costruire gli stadi per la Coppa del mondo. «Stiamo parlando di un importante giornale inglese, non di un blog qualsiasi - riflette Lorenzo Vidino, italiano, fra più importanti studiosi mondiali di islamismo - E, anche se non ho elementi diretti, la storia che pubblica non mi pare campata in aria».
Secondo quanto rivelato al quotidiano britannico da fonti dell'ufficio di rappresentanza dei talebani a Doha, i talebani avrebbero sfruttato i guadagni percepiti durante i lunghi colloqui degli anni scorsi fra gli Usa e l'allora governo della Repubblica islamica afghana - i colloqui che hanno portato agli accordi del febbraio 2020. Li avrebbero investiti per acquistare e poi subappaltare macchinari pesanti destinati ai cantieri per le infrastrutture dei tornei. «I talebani hanno investito molto nella costruzione della Coppa del Mondo. Sono stati pagati milioni», ha affermato la fonte, che ha vissuto a Doha nel decennio che ha preceduto la conquista talebana dell`Afghanistan nel 2021.

Le autorità qatariote hanno negato eventuali illeciti, sottolineando che i pagamenti mensili sono stati monitorati in coordinamento con gli Stati Uniti. Un intermediario talebano residente a Doha, Haji Ahmad Jan, ex ministro del petrolio e delle miniere in Afghanistan tra il 1996 e il 2001, avrebbe supervisionato il noleggio di macchine alle società responsabili della costruzione degli stadi e delle infrastrutture della Coppa del mondo. Un alto ex diplomatico afgano a Doha ha inoltre riferito che la cosiddetta «rete Haqqani» - una fazione dei talebani con forti legami con Al Qaeda e con parte del gruppo dirigente ora al potere a Kabul - raccoglieva persino denaro e donazioni dagli afgani residenti in altri Stati arabi, promettendo investimenti redditizi in progetti legati alla Coppa del Mondo.

La storia, da valutare con cautela, si inserisce in un quadro accertato di rapporti fra il Qatar e il fondamentalismo. «Il Qatar da sempre appoggia varie tipologie di islamismi ed è vicino a una serie di gruppi islamisti che vanno dai Fratelli musulmani ai Talebani appunto - spiega ancora Vidino -. Non è un caso che tutte le negoziazioni con gli Usa siano state basate a Doha, quella era la sede dei talebani fuori dall`Afghanistan». E lo studioso conclude: «Con la tipica ambiguità delle dirigenze qatariote, il Qatar fa questo gioco, si accredita con l`Occidente come un mediatore che può parlare con quei mondi, ma può parlarci appunto perché li sostiene finanziariamente e politicamente.

E questa ambiguità si vede anche ai mondiali».

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