Calcio

Il Commisso furioso la spara grossa e Cairo valuta la querela

Il patron viola si scaglia contro il presidente del Torino ed i suoi giornali nel post-partita della semifinale di Coppa Italia. Cairo ritiene le dichiarazioni "altamente diffamatorie" e valuta se sporgere querela

Il Commisso furioso la spara grossa e Cairo valuta la querela

Non c’è niente da fare, Rocco Commisso è un personaggio di altri tempi, lontano mille miglia dal calcio asettico a cui siamo ormai abituati. Se ai tifosi viola è sempre piaciuta la sua estrema onestà, questa schiettezza talvolta finisce per metterlo nei guai. Pochi, però, si sarebbero aspettati che la sofferta vittoria della sua Fiorentina nei quarti di Coppa Italia contro il Torino avrebbe dato il via all’ennesima tempesta mediatica. Invece di fare i complimenti all’undici di Italiano, il vulcanico patron della Fiorentina è un fiume in piena e, quando si trova di fronte alle telecamere di Italia 1, spara ad alzo zero contro tutto e tutti. Le sfuriate dello "zio d’America" non sono nuove, ci mancherebbe, ma stavolta le conseguenze potrebbero essere più serie, tanto da costringerlo a presentarsi in tribunale. Una vicenda apparentemente assurda che non fa che confermare come dal numero uno viola sia possibile aspettarsi proprio di tutto.

Un fiume in piena

Il bordocampista di Mediaset certo non si aspettava che Commisso avesse da scaricare due anni di silenzi e frustrazioni proprio dopo aver incassato una semifinale di Coppa Italia, risultato niente affatto disprezzabile nella città del Giglio. Appena si trova il microfono davanti, ripropone alcuni dei suoi cavalli di battaglia ma fa un passo avanti rispetto al passato, puntando il dito sul dirimpettaio, il presidente del Torino Urbano Cairo. "Troppe critiche nei confronti della Fiorentina? Qui in Italia piace criticare e fare poco. Quando vedo che il Corriere Fiorentino, il Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport che sono controllati da uno che è il padrone del Torino, fanno questi stupidi articoli, si devono vergognare. Io non ho i giornali qui in Italia, ma non è giusto che i giornali di un altro presidente critichino un’altra squadra. Vediamo se si sveglia qualcuno".

Qualcosa sulla partita, sulla buona prova della Viola? Poco o niente, a parte il dispiacere per l’infortunio di Amrabat e l’orgoglio per aver resistito alle tentazioni di mercato: "Un mese fa avevamo detto che non si sarebbe venduto nessuno e così è stato". Una breve pausa, prima di tornare a scagliarsi contro le storture del mondo del calcio italiano che ha denunciato fin dal suo ritorno nel Bel Paese. L’obiettivo delle critiche più puntute? La “nemica” di sempre, la Vecchia Signora: "Quello che ho detto qualche anno fa sul calcio italiano, poi è accaduto: è un calcio malato e ci sono squadre che vanno in campo e non sono in regola con i finanziamenti e si è visto cosa è successo con la Juventus".

Commisso ha un diavolo per capello, tanta voglia di togliersi qualche macigno dalle scarpe e non si fa sfuggire l’occasione: "Sono due anni che non parlo, mi devo sfogare un pochino, devo sfogarmi, non è che parlo ogni giorno. Tutti parlano sui giornali, in tv e in radio. Io parlo una volta all’anno". Preso dall’enfasi del momento, il numero uno viola forse esagera e lancia l’accusa più pesante: "Cosa mi ha dato più fastidio? La Gazzetta dello Sport mi ha dato del mafioso, quando i mafiosi veri fanno gli imbrogli qui in Italia e nessuno lo dice. C’è una querela e i giudici fino a oggi sono stati con noi". Una bordata ad alzo zero che non poteva non causare reazioni da parte del diretto interessato.

Urbano Cairo

Cairo: "Valutiamo la querela"

Non passa nemmeno troppo tempo prima che le agenzie raccolgano la risposta stizzita di Urbano Cairo, che non ci pensa nemmeno a lasciar correre l’ennesima sfuriata del miliardario italo-americano. Poche parole, misurate, che lasciano intendere come questa vicenda sia solo all’inizio: "Quello che dice Commisso è altamente diffamatorio dei miei giornali e della mia persona, oltre a non essere vero e quindi stiamo valutando con il mio avvocato se ci sono gli estremi per la querela".

Non è la prima volta che tra i due presidenti si arriva alle vie legali: l’anno scorso era stato proprio Commisso a portare in giudizio la Gazzetta dello Sport per alcuni epiteti considerati "lesivi della reputazione dell’intera comunità italo-americana". Che tra i due presidenti non corresse buon sangue era ormai chiaro a tutti ma pochi si aspettavano questa escalation a colpi di carte bollate. Vedremo se sarà l’ennesima tempesta in un bicchier d’acqua o se, stavolta, si farà sul serio. In un momento tanto difficile del calcio italiano sarebbe forse meglio dedicarsi a risolvere i problemi del movimento, invece toccherà seguire le evoluzioni di questo scontro frontale tra due presidenti di club.

Così è, se vi pare.

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