"Sconcerto e indignazione", questo è ciò che resta ai tifosi del Como dopo aver ricevuto da parte della moglie e dei figli di Stefano Borgonovo la diffida a utilizzare il nome del compianto calciatore. Un fulmine a ciel sereno, spiegano i membri dello storico gruppo "Pesi Massimi", da sempre molto legati alla memoria dell'attaccante, autore di 22 gol in 116 presenze e capace di guidare i lariani fino alla semifinale di Coppa Italia nella stagione 1985/1986.
La diffida
I congiunti dell'ex attaccante, deceduto nel 2013 dopo una lunga lotta contro la sclerosi laterale amiotrofica, hanno fatto giungere tramite uno studio legale una diffida ufficiale allo storico gruppo di supporters del Como, intimando loro di smettere di utilizzare il nome di Stefano Borgonovo per qualsiasi genere di iniziativa o evento, incluso il torneo a lui dedicato.
I familiari dell'ex attaccante, che hanno espresso il loro"apprezzamento per la lodevole iniziativa portata avanti nel tempo", dichiarano di avere intenzione di"ricondurre ogni utilizzo del nome del calciatore sotto il diretto controllo degli eredi", e quindi revocano di fatto l'autorizzazione concessa verbalmente e che era rimasta valida fino a pochi giorni fa.
La risposta dei tifosi
I "Pesi Massimi" hanno manifestato tutto il proprio malcontento sui social, raccontando della diffida e esprimendo "sconcerto e indignazione"."Ci sono figure alle quali dobbiamo molto. Da tifosi del Como, dire lo stesso di Stefano Borgonovo sarebbe obiettivamente riduttivo", si legge nella nota, "la sua storia sportiva e umana non ha eguali ed il fatto che il suo nome venga accostato al Como quale preziosa e sempiterna icona ci lusinga ed inorgoglisce".
"Abbiamo onorato in ogni frangente il nome di Stefano Borgonovo. Lo abbiamo fatto svelando la targa nel piazzale antistante lo stadio Sinigaglia, lo abbiamo portato al Teatro Sociale, lo abbiamo esposto con uno striscione sopra l’ingresso principale come monito per chiunque arrivasse a Como", prosegue il comunicato, "e abbiamo ideato, coltivato e reso autorevole il trofeo che porta il suo nome, arrivato alla tredicesima edizione".
Nessun confronto coi familiari dell'ex calciatore, precisa il gruppo, anzi la proposta di un incontro è stata addirittura rispedita al mittente: "Scrivere come motivazione di cercare una riorganizzazione significa pensare che i Pesi Massimi abbiano usurpato il nome stesso, e francamente questa cosa ci offende". I tifosi hanno comunque intenzione di andare avanti col torneo, pur cambiandone l'intitolazione:"Potrete toglierci il suo nome, ma in realtà Stefano non ce lo toglierete mai. A lui chiediamo di non prendersela troppo, almeno lui, che tanto per noi l’affetto che abbiamo nei suoi confronti resterà lo stesso. Nonostante tutto. Per sempre nostro", conclude la nota.
La carriera
Nato a Giussano (Monza Brianza) il 17 marzo 1964, Stefano Borgonovo mosse i primi passi nel calcio che conta proprio con la maglia del Como, con cui esordì in serie A nella stagione 1981/1982. Dopo due anni in B, sempre tra le file dei lariani, una breve parentesi con la Sambenedettese (1984/1985) e quindi un ritorno nella massima serie col Como, dove rimase per altre tre stagioni (1985-1988). Vestì poi la maglia della Fiorentina, e l'anno successivo quella del Milan (1989/1990), con la quale raggiunse l'apice della sua carriera, alzando al cielo una Coppa dei Campioni, una Supercoppa Europea e una Coppa Intercontinentale con 6 gol in 22 presenze. Tornò a Firenze per altre due stagioni (1990-1992), quindi giocò per il Pescara, l'Udinese e il Brescia: l'ultimo anno di carriera, il 1995/1996, fu ancora con la maglia dei friulani.
Appese le scarpette al chiodo, dopo qualche anno Borgonovo decise di intraprendere la carriera da allenatore, e fu a Como che mosse i suoi primi passi, prima di essere costretto a
lasciare nel 2005 per problemi di salute. Nel 2008 comunicò di essere affetto da Sla, ricevendo dimostrazioni di affetto da quel mondo che così tanto aveva amato: si spense nel pomeriggio del 27 giugno 2013 all'età di 49 anni.