Qatar 2022

Disastro Argentina, l'Arabia Saudita umilia Messi 2-1

L'undici di Scaloni stecca la prima, venendo messo sotto da un micidiale uno-due degli arabi dopo essere andato avanti grazie al rigore di Messi. Il forcing finale disperato dell'Albiceleste si infrange sull'eroica resistenza dei Falchi, che riescono a portare a casa una vittoria clamorosa nonostante l'ennesimo maxi-recupero. L'Argentina, ora, rischia grosso.

Al Dawsari festeggia il gol che è valso alla sua Arabia Saudita la vittoria sull'Argentina
Al Dawsari festeggia il gol che è valso alla sua Arabia Saudita la vittoria sull'Argentina

Alzi la mano chi si sarebbe aspettato che la partita più bella di questo inizio di mondiale sarebbe stata proprio quella tra l’Argentina di Messi e l’Arabia Saudita. L’avvio dell’ultimo ballo della Pulce, l’ultimo tentativo di alzare al cielo la coppa più bella ed entrare nella leggenda sembrava facile, ma i Falchi Verdi sono una squadra rognosa, messa in campo alla grande da un tecnico esperto come il francese Hervé Renard.

Se nel primo tempo l’Argentina sembrava quasi annoiata, sorniona di fronte alle folate degli arabi, il rientro in campo è da incubo: un uno-due in cinque minuti che lascia di stucco i tanti tifosi della Seleccion. L'Argentina alza la pressione, le prova tutte ma non riesce a trovare il varco giusto. Grazie alla prestazione maiuscola della difesa, l'Arabia Saudita porta a casa il trionfo che davvero nessuno credeva possibile. Il cammino dell'undici di Scaloni si complica maledettamente, dimostrando come nel calcio moderno non si possa sottovalutare davvero nessuno. Trionfo meritato per gli arabi, che si rivelano ben più tosti del previsto.

La partita

Gran caldo ma pubblico delle grandi occasioni nell’enorme Iconic Stadium di Losail, dove i fedelissimi dell’Argentina si aspettano grandi cose dalla Pulga, all’ultimo mondiale. Scaloni si affida alla coppia di centrali Romero e Otamendi mentre in avanti Lautaro Martinez ha la meglio nel ballottaggio con il talento del Man City Julian Alvarez. Al centrocampo il Papu Gomez la spunta su Mac Allister: avanti, come previsto, Di Maria, Lautaro e l’inevitabile Messi.

Il tecnico dei Falchi Verdi Renard si affida al blocco dell’Al Hilal campione d’Asia: 9 degli 11 titolari militano nella squadra della capitale. Se il Qatar ha impressionato in negativo, l’Arabia Saudita è squadra vera: chiedere ad Australia e Giappone, finite dietro nel girone di qualificazione, per referenze. Il cammino verso la seconda qualificazione agli ottavi della nazionale araba inizia con l’impegno più duro, ma i Verdi sono veloci, fisici e molto organizzati.

Primo tempo

I sauditi partono aggressivi, provando a pressare alto per complicare la costruzione dell’undici di Scaloni ma l’Albiceleste non si scompone. Per la prima occasione non bisogna aspettare molto: al 2’ ci pensa Leo Messi a scaldare i guantoni del portiere saudita. L’Argentina continua a macinare gioco ma gli uomini di Renard reggono bene. Per loro sfortuna arriva un’amnesia difensiva che pagano carissimo. Il bianconero Paredes viene trattenuto da Abdulhamid in piena area: l’arbitro lascia correre ma viene richiamato dal VAR, è rigore. Messi rimane glaciale dagli undici metri e spiazza Al Owais tra il tripudio dei tifosi. Gol numero 92 in nazionale, davanti solo il mito Maradona.

Ti aspetteresti che l’Arabia Saudita subisca il contraccolpo ma non perde coesione. Occasioni vere poche ma pressione ed intensità non mancano. Dopo qualche minuto di assestamento, Messi e soci riprendono a macinare calcio e creare grattacapi alla difesa saudita. Al 22’ Messi viene imbeccato in maniera splendida, scarta il portiere e la deposita nel sacco, solo per essere fermato dalla bandierina del guardialinee. Il fuorigioco sistematico dei sauditi è una tattica pericolosa e l’Argentina ne approfitta ancora: al 28’ ennesimo lancio dalla tre quarti, Messi è oltre la linea e rimane immobile, lasciando spazio al taglio di Lautaro Martinez che impallina il portiere. A spegnere l’entusiasmo del pubblico il VAR, che annulla ancora per fuorigioco.

L’Arabia continua a spingere e macinare gioco ma non punge. L’undici di Scaloni continua a provare a saltare il filtro di centrocampo coi lanci ma la linea saudita è attenta: al 34’ ancora una volta in rete Lautaro, altro gol annullato. Partita comunque più equilibrata del previsto, con l’Albiceleste che non riesce a trovare il bandolo della matassa e l’Arabia che cerca di rendersi pericolosa in ripartenza.

Secondo tempo

L’Argentina torna dagli spogliatoi determinata ad ammazzare la partita ma il copione della gara non cambia: altri lanci a scavalcare con gli avanti regolarmente in fuorigioco. Tre minuti dopo, la doccia gelata che non ti aspetti. Palla riconquistata a centrocampo, passaggio filtrante per Al Sheyri che riesce a liberarsi quanto basta di Romero per impallinare Martinez. Tripudio dei tifosi arabi sugli spalti, che riprendono coraggio.

I Falchi ci credono ed alzano ancora la pressione, rendendosi molto più pericolosi che nel primo tempo. Al 52’ il colpo del campione che non ti aspetti: Martinez para un buon tiro, respinge ma la palla arriva ad Al Dawsari, il più talentuoso degli arabi. Tiro a giro alla Insigne che non lascia scampo al portiere sudamericano: è 2-1, nel delirio dei tifosi sauditi. L’Argentina, sotto choc, prova ad alzare il ritmo ma i Falchi, sulle ali dell’entusiasmo, rispondono colpo su colpo.

Scaloni butta in campo forze fresche e la Seleccion ne guadagna, creando diverse chances. Al Owais trema, costringendo i suoi ad arretrare il baricentro. La reazione rabbiosa dei sudamericani, che si gettano in avanti alla disperata, non si concretizza. La retroguardia saudita mette una prestazione difensiva quasi commovente, rispondendo colpo su colpo ai disperati tentativi dell’Albiceleste di rimettere in piedi la partita. Al 91' sembra fatta per l'Argentina: uscita disperata di Al Owais, palla che arriva ad Otamendi che tira a botta sicura ma il nuovo entrato Alamri spazza via sulla linea di porta.

I quasi quindici minuti di recupero sono un calvario per l'Albiceleste, che non trova gli spazi giusti. L'infortunio di Al Shahrani dopo uno scontro col portiere allunga ulteriormente la sofferenza dei tifosi argentini, increduli di fronte al tracollo della propria nazionale. Non serve a niente. Dallo stadio di Losail esce un'Argentina sotto choc ed un'Arabia al settimo cielo.

Tabellino

ARGENTINA (4-2-3-1) – E. Martinez; Molina, Romero (58’ Lis. Martinez), Otamendi, Tagliafico (70’ Acuña); Paredes (58’ Fernandez), De Paul; Gomez (58’ Alvarez), Di Maria, Messi; L. Martinez. A disposizione: Montiel, Foyth, Armani, Rodriguez, Palacios, Almada, Correa, Acuña, Pezzella, Alvarez, Mac Allister, Fernandez, Lis. Martinez, Dybala, Rulli. Ct: Lionel Scaloni

ARABIA SAUDITA (4-1-4-1) - Al Owais; Abdulhamid, Al Boleahi, Al Buraikan (88' Asiri), Al Dawsari; Al Faraj (45+3’ Al Abid - 88' Alamri); Al Malki, Al Shahrani (90+9' Al Burayk), Al Shehri (77' Al Ghannam), Kanno; Tambakti. A disposizione: Al Abid, Al Amri, Al Burayk, Al Ghannam, Al Hassan, Al Naji, Al Obud, Al Yami, Al Dawsari, Al Aqidi, Asiri, Bahbri, Madu, Otayf. Ct: Hervè Renard

Marcatori: 8’ Messi (R) (A), 48’ Al Shehri (AS), 53’ Al Dawsari (AS)

Ammoniti: 66’ Al Malki (AS), 74’ Al Boleahi (AS), 79' Al Dawsari, 88' Al Abid (AS), 90+1' Al Owais (AS)

Arbitro: Slavko Vincic (Slovenia)

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