Direbbe la nonna al nipotino milanista: «Ho due notizie da darti, una bella, l'altra no. Da dove cominciamo?». Inevitabile: da quella buona. Eccola: il Milan ha rialzato la testa. E nel primo dei prossimi turni decisivi per la qualificazione alla prossima Champions league ha messo a nudo tutti gli acciacchi e la discutibile salute fisica della Lazio. Successo netto, persino più rotondo del 2 a 0 finale, senza mai rischiare un tiro in porta, onorato con un calcio geometrico di qualità assoluta. A centrocampo il trio Tonali-Krunic-Bennacer ha dominato da cima a fondo i dirimpettai della Lazio. Il successo è arrivato, tra l'altro, perdendo dopo pochi minuti (11 per la precisione) il suo talento più prezioso, Rafa Leao. Ecco la notizia che ha lasciato nella testa e nel cuore dei tifosi milanisti una nuvola di malinconia in vista della semifinale di mercoledì prossimo. Tentando un sombrero su Marco Antonio, il portoghese ha avvertito una fitta all'adduttore destro. Si è toccato l'inguine, si è massaggiato, ha scosso il testone pieno di riccioli e ha raccolto al volo l'invito del suo allenatore («Rafa, esci») per farsi da parte. Pioli ha avuto una intuizione felicissima: Saelemaekers come sostituto, spostato a sinistra, per tenere sotto controllo quella corsia che portava a Felipe Anderson, il più in forma dei laziali. Da quella parte il Milan ha realizzato il meglio delle sue giocate grazie all'altro fuoriclasse della compagnia, Theo Hernandez. Paradossalmente su quel colpo basso del destino, il Milan ha costruito il successo, segno di una grande umiltà del gruppo e un formidabile piano partita. Perché ha puntato sul palleggio, un tempo caratteristica di Sarri, disarmando gli attacchi laziali, ed è andato generosamente in pressione sui difensori centrali per sorprenderli sulla prima uscita. Da una di queste azioni è nato il gol di Bennacer, il migliore dei rossoneri: a segno il pressing su Marcos Antonio, Giroud ha restituito il favore all'algerino e lui col sinistro ha firmato una traiettoria velenosa. Prima della mezz'ora è maturato il secondo sigillo, questa volta merito esclusivo di Theo Hernandez partito dalla sua area di rigore per arrivare, zigzagando, ai limiti dell'altra area per esplodere poi il suo sinistro sotto la traversa. Nella ripresa solo il Milan ha provato ad arrotondare il risultato. Di qui la soddisfazione legittima di Stefano Pioli. «Se giochi bene, puoi anche fare a meno di una grande calciatore come Leao» la sua chiosa perfetta, prima di ribellarsi alla fake news secondo cui Leao avrebbe accusato il fastidio durante il riscaldamento. «Secondo voi, io l'avrei schierato?» la risposta del tecnico.
La contabilità realizzata in 4 turni (3 punti appena, col Sassuolo) dalla Lazio è il manifesto del suo momento di evidente affanno: Immobile è ammaccato, Milinkovic Savic con le gomme sgonfie, Zaccagni poco incisivo e forse anche non proprio al meglio e i suoi difensori, per frenare Theo e Saelemaekers hanno rimediato un discreto numero di cartellini gialli.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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