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Estate '91, Gazza sbarca alla Lazio: "Paul è solo per le donne"

Il presidente Gianmarco Calleri ed il ds Carlo Regalia acquistano il genio inglese, pur vittima di un grave infortunio: la conferenza di presentazione diventa uno show in mondo visione

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Cumuli di persone si addensano verso la sala che è stata allestita all'Hilton. Premono per entrare, ma devono accontentarsi di ammirarlo da fuori, perché i posti sono riservati. Attorno al collo gli mettono una sciarpa biancoceleste. In testa porta una coppola con l'aquila e la scritta "irriducibili". L'agosto del 1991 per i laziali è una sorta di allunaggio al contrario: sul loro pianeta è appena atterrato un marziano. Il nome completo è Paul Gascoigne, ma lui implora subito gli astanti di chiamarlo soltanto Gazza e non Paul, "perché quello è un'esclusiva delle donne che mi invitano a letto". Collegate ad ascoltare il verbo del vate britannico ci sono decine di tv via cavo internazionali.

Al suo cospetto, nella saletta crepitante, sfilano anche Enrico Montesano e Sandra Milo. La gente scuce sorrisi larghissimi, anche se sa che ci sarà da attendere alquanto: il fenomeno inglese è reduce da un terrificante infortunio, capitato durante un match contro il Nottingham Forest, che lo costringerà ai box per una stagione intera. Il Tottenham, la squadra dove lui ha brillato al punto da far trasalire pure Diego Armando Maradona, che l'ha addirittura designato come suo erede, versa in acque finanziariamente difficoltose. Deve venderlo e fare gruzzolo per mettere un fermo con la pressante Midland Bank, con buona pace degli accoliti in deliquio a White Hart Lane. Lo sdegno non ti salva dalle sabbie mobili, 8 miliardi di lire di acconto sì.

Gascoigne
Gazza con la maglia della Lazio

"Ma paghiamo a patto che si curi da noi", specifica il presidente Calleri. Affare fatto, anche grazie all'abilità del ds Carlo Regalia. Paul scende dalla scaletta dell'aereo a Fiumicino e comincia ad ammansire le folle. "Sono qui per prendere la tintarella e per guidare la Lazio a ritmo di rap", giura. In sala c'è anche un crocchio di giornalisti anglosassoni, tutti piuttosto perplessi. Gli chiedono perché abbia scelto proprio la Lazio, visto che l'Italia non è esattamente meta prediletta per gli inglesi. Lui scrolla le spalle e risponde sicuro: "Per amore. Proprio così. Non è retorica, lo penso davvero. A Fiumicino mi sono anche commosso. Trascinerò questo club".

La gente accorsa fa di tutto per strappare una foto assieme al nuovo idolo. Lui sfila via a fatica, dopo aver ipnotizzato le folle. La sera lo portano all'Olimpico, per assistere all'amichevole di lusso tra Lazio e Real Madrid. I tifosi gli hanno preparato uno striscione che ritrae una pinta di birra, un dolce e una ragazza senza veli. Sopra c'è scritto: noi ti vogliamo così. Lui indossa una tuta d'acetato del club e si fa tutto un giro di campo sorridendo e salutando i suoi nuovi fan.

Il suo contratto inizierà ufficialmente dal 1 luglio 1992, quando Cragnotti, appena arrivato, confermerà l'acquisto.

La Gazza mania però è già iniziata e proseguirà senza sosta per tre stagioni intere.

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