Fari puntati sulle neopromosse in Serie A: come arrivano alla prima di campionato e cosa dobbiamo aspettarci

Cagliari e Genoa sono ritornate in Serie A dopo un solo anno di assenza, il Frosinone mancava dal 2019. Tanti i movimenti di mercato, sia in entrata che in uscita. I ciociari hanno cambiato anche guida tecnica: via Grosso, dentro Di Francesco. Ecco come arrivano alla nuova stagione le neopromosse, fra speranze e ambizioni

Fari puntati sulle neopromosse in Serie A: come arrivano alla prima di campionato e cosa dobbiamo aspettarci

Manca sempre meno al fischio d’inizio della nuova stagione di Serie A. La stagione si preannuncia infuocata in testa per cucirsi il tricolore sul petto e per un posto nell’Europa che conta. La bagarre per non retrocedere invece, si preannuncia scoppiettante come lo scorso anno, dove per decidere la terza retrocessa c’è stato bisogno, per via delle nuove regole, dello spareggio fra Spezia e Verona. In questa lotta giocheranno un ruolo da assolute protagoniste le tre neopromosse, Cagliari, Genoa e Frosinone. Ognuna di queste tre squadre è arrivata in massima serie con percorsi e storie differenti. È il caso del Frosinone, ad esempio, che è tornato in Serie A senza essere fra le favorite della scorsa Serie B. La squadra di Fabio Grosso è stata saldamente in testa alla classifica fin da subito, divenendo immediatamente padrone del suo destino. Discorsi diversi per Genoa e Cagliari, che erano appena retrocesse e avevano fame di riscatto. Storia comune, però, per ambedue. Sia liguri che sardi hanno dovuto cambiare guida tecnica per trovare una svolta stagionale. Gilardino e Ranieri sono stati capaci di dare nuova anima ai rispettivi gruppi, plasmando due squadre a loro immagine e somiglianza.

Tutte e tre le squadre, però, dovranno confermarsi nell’anno del ritorno in Serie A. Esiste chi lo deve fare per storia e blasone, chi per riscatto personale e chi, soprattutto, per gettare le basi su un solido futuro. Ed è per questo che le società hanno investito sul mercato, mettendo mano al portafogli, senza stravolgere le solide strutture della scorsa stagione. Ed è anche per questo che in casa Frosinone, ad esempio, a seguito dell’addio di Fabio Grosso non si è fatta attendere l’ufficialità di Eusebio Di Francesco, uno che di voglia di riscatto ne ha parecchia.

eusebio di francesco

Iniziamo proprio dai ciociari che, oltre ad aver cambiato allenatore, sono intervenuti sul mercato con decisione, andando a cambiare almeno sei undicesimi della formazione che ha dominato la Serie B lo scorso anno. Turati, Marchizza, Klitten, Harroui, Brescianini, Kvernadze, Cerofolini e Cuni sono alcuni dei nomi della tabella acquisti in casa Frosinone. È comunemente noto che la filosofia di gioco di Eusebio Di Francesco è votata all’attacco: le sue squadre scendono in campo per fare sempre la partita. È altresì chiaro, però, come questa caratteristica non possa essere applicata ad una squadra che ha come obiettivo la salvezza e dovrà, dunque, basarsi sul più classico contropiede. Il 4-3-3 predisposto dal tecnico pescarese ben si presta anche a questa tattica, poiché sarà possibile sfruttare la velocità degli esterni in fase di uscita dalle retrovie.

Non solo nove acquisti nelle fila dei laziali, al momento anche sedici cessioni. Una semi-rivoluzione, dovuta soprattutto al cambio di guida tecnica. Gli obiettivi di mercato, però, non sono tutti esauriti. I ciociari cercano ancora almeno altre tre pedine, una per ruolo. In difesa è sfida a due fra Lusuardi e Papastathopoulos. Si è guardato in casa Juventus per il centrocampo, dove la scelta è ricaduta su Barrenechea che ha avuto la meglio su Nicolussi Caviglia (adesso si punta un altro nome); da Kaio Jorge a Manaj, passando per Soulè, Johnsen e la suggestione Cheddira per quanto riguarda l’attacco. Un giusto mix di giovani e vecchia guardia, pronto a lottare per guadagnare la salvezza punto dopo punto.

Alberto Gilardino

Dal Lazio risaliamo in Liguria, dove il Genoa targato Alberto Gilardino ha puntellato quel 3-5-2 che già tanta fortuna ha portato nella seconda parte dello scorso campionato di B. Fra conferme e acquisti, il colpo da novanta è sicuramente Mateo Retegui, già nel giro della Nazionale maggiore. Retegui si è presentato al suo nuovo pubblico con una doppietta nel roboante 4-3 in Coppa Italia contro il Modena. L’oriundo era nel giro delle big di Serie A ma nessuna ha affondato il colpo, ai rossoblù sono bastati circa 17 milioni per assicurarsi le sue prestazioni. Non solo il bomber, in casa grifone sono arrivati anche giocatori del calibro di Messias, De Winter, Thorsby e Martin. Giocatori che, insieme a Retegui, hanno scelto Genova chi per lanciarsi e chi per rilanciarsi.

Mercato movimentato anche in casa genoana, dove si cercano ancora altre tre perdine: i nomi più accreditati, al momento, sono quelli di Zanoli e Valeri per le fasce e quello di Colombo davanti. Il tutto condito dall’ennesima suggestione del mercato: quella di Meite, lo scorso anno in prestito alla Cremonese ma di proprietà del Benfica. Gilardino ci ha abituato a vedere un pressing nelle zone medio-basse del campo, con solo qualche sortita di baricentro alto in attacco. Gli esterni fungono spesso da terzini oltre che da ali, ed è infatti piuttosto semplice vedere il 3-5-2 trasformarsi in 5-3-2. Una delle caratteristiche dello stile di gioco voluto dall’ex campione del mondo è quello di togliere sin da subito la profondità agli avversari, rimanendo compatti nella propria metà campo.

La particolarità la si trova anche nella ricerca del tandem offensivo, che è sempre composto da una vera punta di ruolo e da un supporto agile, capace di attrarre l’uomo per liberare gli inserimenti. Il Genoa torna in Serie A con la voglia di stupire e stupirsi, non ci sarà il derby contro la Sampdoria ma una lunga cavalcata verso l’obiettivo salvezza.

In terra sarda “SirClaudio Ranieri ci ha abituato a sognare in grande. Già artefice dello storico doppio salto dalla C alla A fra il 1988 e il 1991, con il suo arrivo il Cagliari ha cambiato identità, impersonificando al meglio l’animo stesso dell’allenatore romano. I sardi sono la squadra che meno ha toccato, fra le neopromosse, l’undici iniziale. Ranieri ha chiesto qualche elemento per andare a puntellare quelle aree di gioco che più sono funzionali alle sue idee tattiche. Otto acquisti, altrettante cessioni e qualche obiettivo di mercato – Borja Majoral, Palomino e Petagna su tutti – per la squadra che sembra, a primo impatto, la più amalgamata fra le tre. Il più classico dei 4-4-2 per Ranieri, spesso si trasforma in 4-3-1-2 o in 4-2-3-1, a seconda della scelta del tandem d’attacco.

Il primo pensiero del tecnico romano è votato ad uno dei capisaldi della tattica che insegnano a Coverciano: difendere è il miglior modo di attaccare. Tradotto: limitiamo i gol subiti, cerchiamo di non prenderne e al momento giusto colpiamo. Questa filosofia, che molto spesso – erroneamente – viene definita “catenacciara” è, in realtà, quella che ha regalato le più grandi fortune al tecnico, basti pensare al Leicester del 2016. Che sia Vardy o Lapadula, poco cambia. In ogni undici schierato da Ranieri, il nove deve essere presente nella sua accezione più pura, ossia quella del bomber rapace, che mette dentro ogni palla che gli arriva. Gianluca Lapadula è colui che anche quest’anno ricoprirà questo ruolo, affiancato, con ogni probabilità dal neoacquisto Shomurodov. Il tecnico bandiera del Catanzaro predilige il gioco sulle fasce, ed è per questo che sono arrivate due conoscenze del calcio italiano come Augello e Jankto ad occupare gli esterni, uno in difesa e l’altro a centrocampo. Oristanio completa il quadro da bel prospetto qual è, in un undici che ha idee ben definite. Il tutto condito da del sano romanticismo: con ogni probabilità, quella del Cagliari, sarà l’ultima panchina sulla quale siederà Claudio Ranieri.

Tre squadre, tre

storie, una certezza: la Serie A è stata conquistata ma va anche meritata e confermata. Coltello fra i tendi e olio di gomito per tutte e tre, chissà, forse, che una delle tre non riesca anche a sorprendersi e a sorprendere.

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