«Mi ha chiamato mia sorella Giusy e piangeva. È tutto veramente triste: è come se Stefano fosse morto un'altra volta». Marco Borgonovo cerca parole che fatica a trovare per commentare la lettera che la moglie di suo fratello, morto di Sla nel 2013 a 49 anni, ha inviato ai Pesi Massimi della tifoseria del Como. Una diffida a non utilizzare più il nome di Stefano per il trofeo organizzato ogni anno per premiare il miglior giocatore lariano della stagione precedente. «Ci dispiace tantissimo, anche perché non riusciamo proprio a capire. Da che è morto Stefano, non abbiamo più contatti con Chantal», a cui fa capo anche l'attività della Fondazione intitolata proprio al marito, 22 gol in 116 partite con la maglia dei laghée e trascorsi importanti anche con Fiorentina e Milan.
La diffida intima a non utilizzare più il nome dell'ex attaccante per la denominazione del trofeo e per ogni materiale pubblicitario, minacciando azioni legali in caso di inottemperanza: «La famiglia desidera esprimere sincero apprezzamento per la pregevole iniziativa organizzata negli anni, cioè il Trofeo Borgonovo», ma «gli eredi intendono formalizzare la volontà di revocare l'autorizzazione all'utilizzo del nome di Stefano Borgonovo precedentemente concessa». E ancora: «La decisione rientra in una riorganizzazione volta a ricondurre ogni utilizzo del nome del calciatore sotto il diretto controllo della famiglia». La famiglia della vedova Chantal Guigard ha preferito non rispondere, negandosi anche a un incontro richiesto dagli stessi Pesi Massimi. Aspetto quest'ultimo però negato dalla legale della famiglia, l'avvocato Frigerio dello studio legale associato Bellotti & Frigerio di Mariano Comense: «Qui in studio non abbiamo ricevuto alcuna richiesta». La tifoseria organizzata, sui social scrive di Borgonovo: «Ne abbiamo sostenuto il ricordo dopo la sua scomparsa. Ciò è accaduto sotto numerose forme, fin da quando abbiamo svelato la targa posta nel piazzale antistante il Sinigaglia dando il suo nome alla città che più lo ha amato». Parla di sconcerto, il gruppo dei Pesi Massimi, e solidarietà è arrivata persino da Lecco, la piazza geograficamente più vicina, ma sportivamente la più lontana.
«A dimostrazione che l'indignazione è andata oltre le barriere del tifo», conclude Marco Borgonovo. «Siamo in contatto con Bobo Maccoppi, ex Como, e mia sorella al Sinigaglia ci va spesso. Una cosa del genere non credo sia mai accaduta. Fosse per noi, vorremmo sempre sentire risuonare il nome di Stefano. Sempre».