Sarà pure che a una cena con lo smoking si arriva con i migliori propositi, ma l’adrenalina del campo fatica a restare nascosta sotto la giacca. Così “quelle due sconfitte ci hanno fatto male”, spiega Lautaro Martinez, capitano di un’Inter tornata alla vittoria a Pisa dopo i ko nel derby e in Champions. “L’Inter criticata perché è la più forte? Non lo so”, scuote il capo l’argentino al Gran Gala del calcio Aic. “Quest’anno il campionato è più equilibrato, con 4 o 5 squadre in un paio di punti. Credo che sarà così fino alla fine, è sicuramente il più equilibrato degli ultimi anni. Chivu? Sì, ci abbraccia tutti, è un grande”. E se persino Lautaro sorride, nel commentare le dinamiche della Pinetina, il primo posto e il successo esterno sulla Roma del suo Napoli non fa gioire sino in fondo Aurelio De Laurentiis. “I gestori del calcio dovremmo essere noi, noi che investiamo in questo sport, non le istituzioni calcistiche”, si toglie dalle scarpe un sassolino, il presidente dei partenopei. “Le istituzioni ci trascinano nei loro percorsi dorati, perché interessate solo a poltrone e visibilità”, punge De Laurentiis. “Noi veniamo utilizzati come merce di scambio: il calcio è vecchio e bisogna cambiare”. Un messaggio che non chiarisce esattamente il chi, ma di cui spiega come: “Si cerca sempre di togliere molto ai campionati nazionali e i campionati non ce la faranno più. Bisognerebbe capire dove stanno i problemi di una non finanziabilità.
Si fanno regolamenti nuovi, si parla di imprenditorialità, poi però ci si comporta come impiegati di un sistema in cui comandano solo due personaggi. Mi sembra triste e anacronistico: nel calcio manca innovazione perché l’innovazione fa paura a chi comanda”, conclude De Laurentiis.