Calcio

"Correttezza e fair play". Mauro Foschia racconta i Golden Hearts

Domenica 27 novembre è in programma l'evento organizzato dalla Lnd Piemonte e Valle d'Aosta, con Figc e Lnd Nazionale che si terrà presso La Centrale Nuvola Lavazza, Via Ancona 11/A (TO) a partire dalle ore 21

"Correttezza e fair play". Mauro Foschia racconta i Golden Hearts

Domenica 27 novembre è in programma il Gran Galà di consegna dei premi Golden Hearts. Un evento organizzato dalla Lega Nazionale Dilettanti Piemonte e Valle d'Aosta, con Figc e Lnd Nazionale che si terrà presso La Centrale Nuvola Lavazza, Via Ancona 11/A (TO) a partire dalle ore 21. L'evento in questione è stato organizzato per premiare diverse categorie di soggetti che contribuiscono alle attività sportive della Federazione.

Correttezza, collaborazione, fair play, elevata caratura morale, onestà e generosità: questi i parametri per premiare le varie figure che si sono distinte nella stagione passata. Alla manifestazione saranno presenti i vertici della Figc a partire dal Presidente Federale, Gabriele Gravina, e il presidente della Lega Dilettanti, Giancarlo Abete, insieme alle figure istituzionali della regione Piemonte e del comune di Torino, che patrocinano l'evento. In esclusiva per ilGiornale.it, Mauro Foschia, presidente della Lnd Piemonte e Valle D'Aosta, ha toccato diversi aspetti spiegando e motivando la scelta di organizzare questo evento unico nel suo genere

Mauro Foschia, è la prima volta che viene organizzato un evento di questo tipo?
"Organizzato come lo abbiamo strutturato noi sì, perché in altre parti d'Italia già si organizzano altri eventi che riguardano il fairplay o premiazione a dirigenti di lungo corso. Questo evento vuole raccogliere un po' tutto quello che è il valore sociale che viene realizzato nel mondo del calcio dilettantistico. Quindi coinvolgendo un po' tutte le sfere e gli attori di questo mondo, ma ha voluto anche mettere in collegamento quelle che sono tutte le amministrazioni locali, perché noi premieremo anche i sindaci, i dirigenti delle società, le fondazioni bancarie, la Regione, i comuni più importanti. Abbiamo cercado di dare risalto a quello che è il valore sociale delle loro realtà, alle associazioni sportive del loro territorio in modo che non fosse in primo piano solo il risultato, la partita, il campionato vinto o perso ma invece il vero lavoro che viene fatto tutti i giorni a tutti i livelli di questi ragazzi".

Quante società di calcio sono state coinvolte per questo evento?

"Noi lo abbiamo fatto con la collaborazione delle società, abbiamo scritto a 600 presidenti delle società chiedendo quali erano secondo loro le storie più belle da raccontare e sono venute fuori delle cose bellissime, alcune anche toccanti. Ovviamente per problemi di tempo e di organizzazione, ne abbiamo raccolte mi sembra 18, altri 7 o 9 premi verranno consegnati ai bambini per gesti particolari e questo ha creato un po' molto interesse dietro a questa cosa. Noi facciamo questo lancio che vorremmo che poi fosse clonato, se possibile, un po' in tutta Italia. Abbiamo creato le condizioni perché ci fosse molto interesse con ospiti di eccezione, saranno presenti i vertici in assoluto di tutto il calcio nazionale, parliamo di dirigenti. Questo dunque ha suscitato interesse a livello locale e nazionale e quindi questo potrà essere sicuramente un buon veicolo per arrivare il più in là possibile".

Pensate di riproporlo magari facendolo diventare un appuntamento fisso annuale?
"Questo è il primo ma noi sicuramente lo replicheremo ogni anno. Presenti all'avento ci saranno una decina di miei colleghi di altre regioni, direi tutto il Nord per problemi di vicinanza ovviamente quindi Lombardia, Veneto, Toscana, Emilia Romagna, Friuli, Trento, Bolzano, Liguria. Tutti i miei colleghi saranno presenti e credo e mi auguro che capiranno lo spirito, ma penso già lo condividano, ci conosciamo da tempo perché abbiamo già chiacchierato in questo senso, possano utilizzarlo come format, cambiando anche qualcosa per adattarlo di più alle loro esigenze per riproporlo anche nelle loro regioni, lo scopo era questo. Il format che abbiamo voluto creare è un po' tra lo spettacolo e la premiazione, usciamo dalle solite logiche di dare una medaglia a chi ha vinto. Ci saranno anche interventi dei massimi vertici delle istituzioni regionali e amministrative, ci sarà Cirio il governatore della Regione Piemonte, ci sarà anche quello della Valle D'Aosta, assessori e c'è dunque un grande coinvolgimento da parte di tanti attori".

Oltre ai vertici del calcio nazionale, ci saranno anche allenatori, ex tecnici, giocatori o ex calciatori?
"Ci saranno tanti ospiti importanti. Ci sarà di sicuro Nicola Legrottaglie, testimonial della onlus "Passion" a cui siamo legati per questo evento. I personaggi sono tanti, però quello che per noi contava era avere i vertici del calcio italiano come Gabriele Gravina, Giancarlo Abate, Carlo Tavecchio che adesso è presidente del comitato Lombardo ma sarà anche presente come vice presidente. Insomma, sono i dirigenti a cui noi eravamo interessati perché queste sono attività da promuovere nei vari comitati attraverso la Federazione. Non eravamo molto intressati alla presenza di giocatori ma molto di più ai dirigenti che capendone lo spirito e condividendole potessero poi riproporlo su scala nazionale".

Da 6 mesi è presidente della Lega nazionale dilettanti Piemonte e Valle D'Aosta e ha molta esperienza nel settore giovanile. Ci racconta qualcosa di lei?
"Sì, da maggio sono presidente del comitato generale, ma sono anche vicepresidente nazionale del settore giovanile da sei anni invece. Lavoro con il settore giovanile a livello nazionale con il presidente Fisci e ho una particolare sensibilità per questi temi e quindi oggi che sono anche presidente del comitato regionale mi devo occupare, e lo faccio volentieri, anche dei dilettanti e dei più grandi, prima ero vicario ed ero sempre nel contesto, ma ancora di più, ho più voluto al fatto che il consiglio mi segue in queste mie iniziative ho voluto accendere un po' anche lo spirito che non deve essere soltanto gestire e organizzare i campionati, ma anche tutto quello che ci sta dietro a livello educativo e formativo perché i ragazzi guardano a quello che facciamo più che ascoltare quello che diciamo. Se noi riusciamo a essere d'esempio e così anche i presidenti e i dirigenti delle società, sicuramente potremmo fare crescere questi ragazzi con valori diversi".

Quali sono le maggiori problematiche che ha riscontrato da quando ha il suo nuovo incarico?

"Le maggiori problematiche che ho riscontrato non sono quelle tecniche, ma è un po' quello che oggi è l'immagine del calcio dilettantistico. Noi con questo evento, ma anche con altri, abbiamo istituito dei premi fair play che diamo nei vari tornei che sono organizzati. Quello che manca è riportare un po' a una logica diversa soprattutto le famiglie, i genitori che assistono alle gare, ma anche tutto il mondo che gira attorno al calcio dilettantistico e a quello giovanile dove purtroppo ancora oggi succedono episodi che sono figli di una cultura che non quella che noi vogliamo promuovere. Il calcio dilettantistico è quello che a nostro avviso deve educare, deve far crescere questi ragazzi in ambienti sicuri, educarli alla vita, trasmettere i valori che lo sport insegna in senso ampio. Purtroppo, però, ci sono ancora scene che provengono proprio vengono dagli adulti e che i ragazzi vedono. Quindi noi su questo vogliamo investire, questa è una delle cose che vogliamo fare, mi auguro che i colleghi mi seguano, ma sono già convinto che lo faranno, perché già fanno delle cose. Ma noi dei dilettanti dobbiamo investire molto di più su questo ambito. Ringrazio il presidente Abete che ha istituito da poche settimane un dipartimento sociale all'interno della Lega dilettanti, quindi noi da poco abbiamo questo dipartimento che si occupa sotto tuttii i punti di vista dell'aspetto sociale del calcio dilettantistico, e questo credo che sia un altro passo avanti".

Cosa si può fare, ulteriormente, per migliorare il calcio dilettantistico?
"Se parliamo del calcio dilettantistico, io ovviamente mi fermo alla Serie D che è nel nostro ambito di competenza. Quello che possiamo fare, e ne sono fermamente convinto, è quello di fare cultura a tutti i livelli a partire dai diigenti, dalle società ma anche dai genitori perché è un azione che deve essere fatta su più fronti per riuscire a cambiare certe logiche. Credo che fare cultura sia fondamentale e solo attraverso questo, cercando di assecondarla, faciliando l'approccio a quello che è un'attività non è solo dei campi ma che per 7 giorni su 7 deve veder coinvolti un po' tutti gli attori che ruotano attorno al campo di calcio".

L'arrivo di Abete è stato fondamentale in questo senso?

"Assolutamente sì, con l'arrivo di Abete in poi si è iniziato a parlare di questi aspetti. Credo ci sia già in atto una trasformazione, un cambio di passo in questo tempo ma per vedere i risultati ci vuole un po' di tempo. Un cambio di cultura richiede dei tempi lunghi ma la cosa importante è iniziare, noi lo abbiamo fatto, ne siamo un esempio, molti miei colleghi stanno già lavorando in quest'ambito. La Lega dilettanti è sponsor di questo evento e ci ha dato una grossa mano nell'organizzazione, anche e non solo dal punto di vista della copertura dei costi. La Lega ci crede, Abete pure, noi anche e mi creda, il lavoro che abbiamo fatto nell'ultimo mese per organizzare un evento di questo tipo è 100 volte più grande di organizzare i campionati. Potremmo evitarcelo e invece ci crediamo e nel crederci ci lavoriamo".

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