Non ci mancano armi. Ci mancano soldati

L'eurodeputato ha messo in luce la fragilità dei giovani in generale, maschi e femmine, etero e gay. Ragazzi nelle cui teste colorate alberga un po' di caos

Non ci mancano armi. Ci mancano soldati
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Gentile Direttore Feltri,
ancora una volta una affermazione del generale Vannacci ha suscitato accese polemiche e l'indignazione della sinistra, del sindaco di Milano Beppe Sala innanzitutto. A proposito di riarmo, il leghista ha osservato: Ok, ci riarmiamo. Ma tanto è inutile, perché: chi mandiamo a combattere poi? Quelli del gay-pride?. Parole forse forti. Ma il generale non ha tutti i torti. E non penso di potere essere considerato omofobo perché sono d'accordo con lui. Lei cosa ne pensa?

Filippo Cammarata

Caro Filippo,
qualche mese fa io stesso ho compiuto la medesima osservazione che ora compie il vice segretario della Lega Roberto Vannacci. Avevo sottolineato proprio questo aspetto, che costituisce un dato inconfutabile: oggi i giovani non vogliono arruolarsi e i nostri eserciti ne soffrono, la leva obbligatoria è stata eliminata, poiché considerata una sorta di violenza inflitta a poveri giovani maschi costretti a staccarsi dalla gonna di mamma, la loro coperta di Linus, per imparare come si sta al mondo e il significato vero di certe parole, che sono valori: disciplina, responsabilità, rispetto, onore, amore. Sì, anche amore, perché non può esserci amore senza impegno, senza responsabilizzazione, senza senso del dovere e cura. Le parole di Vannacci non contengono alcunché di omofobo. Esse non rappresentano l'implicita apologia del maschio eterosessuale, peloso e rude, che puzza e sa usare le armi, sparare e uccidere, stereotipo da opporre al maschio omosessuale, dotato di parrucca, tacchi, lustrini. Ah, dimenticavo, il kit comprende anche bandiera arcobaleno e bandiera palestinese. Il problema non sta nell'orientamento sessuale ma nella confusione ideologica.

L'eurodeputato ha messo in luce la fragilità dei giovani in generale, maschi e femmine, etero e gay. Ragazzi nelle cui teste colorate alberga un po' di caos: sfilano per le libertà, accusano il governo italiano di soffocarle e non si capisce come esso lo farebbe, denunciano la crisi della democrazia, l'avvento del nazifascismo, dichiarano che i diritti dei gay sarebbero in pericolo in Italia e altrove in Occidente, eppure sostengono sfacciatamente regimi islamici che usano soffocare ogni libertà, che silenziano le voci che si levano contro il governo attraverso esecuzioni e spargimento di sangue, che negano alla donna ogni diritto umano, pur inviolabile, regimi antisemiti, sessisti e altresì omofobi, che praticano punizioni e condanne a morte nei confronti di chi viene anche solo sospettato di omosessualità, come se questa fosse un reato, un crimine, il peggiore dei delitti. Ecco, è questa confusione mentale, che li conduce a sposare cause piene di contraddizioni e di fumo, a rendere i giovani smidollati, non in grado di difendere il proprio Paese. Essi difendono il Paese straniero, lo Stato canaglia, e odiano il proprio, ossia la propria famiglia, la propria casa, la propria Terra Madre, la propria patria. Piuttosto che tutelarla, abbraccerebbero il mitra per colpirla, lancerebbero bombe per distruggerla, perché, questi figli del benessere, della civiltà dei diritti e delle libertà, disprezzano, per mero spirito di ribellione, ovviamente insano in questo caso, tutto quello che l'Occidente rappresenta. E questa crisi adolescenziale è sofferta da tutta quanta la sinistra, quella sinistra che vede omofobia ovunque ma non la vede in Iran o in Palestina, nel Corano e nelle leggi islamiche. I progressisti sono tonti? Forse ciechi? O almeno miopi? No, sono intellettualmente disonesti, il che è peggio. E Vannacci ha ragione: chi vorremmo spedire verso un ipotetico fronte? Una moltitudine di aspiranti influencer che ci spiegano la vita o la skin-care sui social network e che l'unico impegno quotidiano, oltre a sposare e ripetere banalità politicamente corrette, consiste nel farsi i selfie e postare storie o pubblicare post contro presunti fascisti che vorrebbero perseguitarli?

Insomma, può sembrare brutale chiedersi: «Chi mandiamo in guerra, quelli del gay pride?». Tuttavia la domanda è legittima. Perché oggi molti giovani si sentono cittadini del mondo, ma odiano il Paese in cui sono nati. Odiano l'Occidente che ha garantito loro diritti, benessere, libertà. Preferirebbero bombardare il proprio passato.

L'arma migliore di un Paese e di un popolo non è l'F35, ma

l'identità, ossia un sistema di valori comune, che purtroppo è andato perso, o quasi, sostituito con like e slogan.

Io sto con chi ha il coraggio di dire la verità, anche quando brucia. E Vannacci ha avuto questo coraggio.

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