La notizia è che i giovani vogliono avere figli. Il 75% degli under 35 italiani senza prole sogna di diventare genitore. In Francia, il 70%. E tra chi ha già messo al mondo un figlio, la voglia di riprovarci sale quasi all'80% in Italia e al 75% in Francia. Eppure, nel 2024, in Italia sono nati appena 370 mila bambini. Il tasso di fecondità è sceso a 1,18 figli per donna. In Francia nonostante un welfare familiare più strutturato le nascite si sono fermate a 663 mila, minimo storico. Il tasso di fecondità è all'1,6. Entrambi i Paesi europei sono ben al di sotto della soglia di sostituzione demografica (2,1 figli per donna). Il problema, dunque, non è il desiderio di natalità, ma ciò che lo soffoca.
È questa la chiave di lettura della ricerca La sfida della natalità, condotta dalla Fondazione Magna Carta con Noto Sondaggi in Italia e dalla Fondation pour l'innovation politique (Fondapol) con CSA in Francia, su un campione di oltre 6mila persone. Lo studio è stato curato da Annamaria Parente, già senatrice e direttrice dell'Osservatorio sulla Crisi Demografica di Magna Carta (con Jointly, ACEA e WellMakers by BNP Paribas), e da Dominique Reynié, docente a Sciences Po e direttore di Fondapol. A emergere è il gap generazionale tra intenzione e realtà: i giovani vorrebbero diventare genitori, ma non possono permetterselo. Manca una stabilità economica. Manca il tempo da dedicare alla famiglia. Ma soprattutto manca un contesto che aiuti le madri e i padri, invece di scoraggiarli. Nel frattempo, cresce silenziosamente il partito dei No Kids, il 44% degli italiani senza figli che non ne vuole. Tra le donne che non vogliono diventare madri, la percentuale è ancora più alta: 48% contro il 39% degli uomini. Un dato che mostra come la maternità sia percepita ancora come una strada a senso unico: più faticosa, più costosa, più penalizzante sul piano professionale. Il 47% delle donne indica proprio gli orari di lavoro inadeguati come principale ostacolo a un soddisfacente equilibrio tra lavoro e vita privata. Non a caso tra le donne che hanno già figli, solo il 31% vorrebbe averne altri. Un mito da sfatare è quello che considera l'immigrazione una soluzione automatica al declino demografico. In Francia, il 60% dei cittadini non ci crede, con picchi del 75% tra gli elettori di destra. Chi ne è convinto sono i giovani musulmani: il 77% considera l'immigrazione come la miglior risposta alla denatalità. In Italia invece il Paese si spacca: 43% favorevoli, 43% contrari. Ma i demografi avvertono: la spinta che l'immigrazione può dare alla natalità si esaurisce in fretta. Nel giro di pochi anni, anche chi arriva si allinea ai ritmi di fecondità del Paese che lo ospita. Fanno eccezione le comunità religiose. Tra i musulmani under 35 in Francia, quasi il 90% di chi ha già un figlio vorrebbe averne altri. Tra i cattolici, il 77%. La fede, piaccia o no, resta una potente leva generativa.
Torniamo, infine, al nostro Paese. Se si chiede agli italiani quali politiche servirebbero per invertire la rotta, la risposta è chiara: più assegni familiari (51%), più agevolazioni per la casa (39%), più asili nido (33%), più aiuti per l'educazione (32%), più incentivi fiscali alle imprese "family friendly" (24%) e sgravi per baby-sitter (11%). In generale, le misure di welfare aziendale vengono apprezzate dalla maggioranza dei lavoratori dipendenti. In questa fase, molte imprese sono impegnate a dare un contributo per la questione demografica. Non a caso per incoraggiare questo apporto del mondo imprenditoriale, la Ministra Roccella ha introdotto il Codice per le imprese in favore della maternità.
In conclusione, dalla ricerca di Magna Carta e Fondapol emergono segnali di fiducia. Più della metà degli italiani e francesi mostra di avere come progetto di vita quello di mettere al mondo un figlio (rispettivamente 59% e 65%). Ma molto dipende dal contesto. Quando è favorevole, le persone scelgono.
La questione, quindi, non è solo demografica. È anche economica, culturale e comunitaria. Creare un ambiente sempre più amico dei giovani e delle famiglie resta la sfida principale per contrastare l'inverno demografico, tanto in Italia quanto in Francia.