I dieci gol più belli di sempre ai Mondiali

Colpi balistici di straordinaria bellezza appositamente selezionati ad un passo dalla rassegna in Qatar: qualcuno riuscirà a superarli?

Maradona dribbla tutti e deposita in rete
Maradona dribbla tutti e deposita in rete

I Mondiali, si sa, sono un distributore automatico di prodezze balistiche. Non fosse altro per la formula, che concentra un gran numero di match in pochi giorni e che, facendo leva sui numeri, fabbrica colpi destinati a far sgranare gli occhi ed allargare i contorni della bocca. Sono gol impensabili, sovente frutto di quell’intuito selvaggio che appartiene soltanto ai geni. Noi, senza pretese di assolutezza, abbiamo provato a stilare una top ten delle segnature più belle fino ad oggi.

10) Dennis Bergkamp: Olanda-Argentina 2-1 (1998)

Lancio lungo di Frank De Boer, aggancia Dennis Bergkamp. L'olandese "sorseggia" Ayala con una finta ed infila in rete senza riserve. Un gol decisivo per gli arancioni, che sbattono così fuori la più quotata Argentina. Un gesto tecnico da rivedere in loop, fino a consumare il nastro. Ingresso necessario nella top ten.

9) Nelinho: Brasile-Italia 2-1 (1978)

Nelinho, chi era costui? Forse se lo ricordano quelli che possiedono una carta d'identità parzialmente sgualcita: trafisse Zoff ai mondiali del '78, con una conclusione formidabile dalla destra. Arriva in corsa ed impatta la sfera con l'esterno, indovinando una traiettoria impensabile: il portierone azzurro si allunga al limite massimo, ma non ci arriva. Capolavoro forse fortuito, ma negli archivi resta un gol prodigioso.

8) Saeed Al-Owairan, Arabia Saudita-Belgio 1-0 (1994)

Usa '94: prima partecipazione in assoluto alla rassegna iridata per l'Arabia Saudita. Il suo astro più luminescente è Saeed Al-Owairan: lo dimostra con i fatti, segnando una rete memorabile. Prende palla davanti alla difesa e accelera, facendo secco un avversario, poi due, quindi tre. Tutti scansati come stauine di gesso, per poi infilare l'estremo difensore belga.

7) Roberto Baggio: Italia-Cecoslovacchia 2-0 (1990)

C'è anche il divin codino in questa intensa rassegna. Contro la Cecoslovacchia, a Italia '90, raccoglie un suggerimento di Giannini, partendo decentrato sulla sinistra. Quindi converge con una cadenza di movimenti che ipnotizza gli avversari, incapaci di intervenire. Lo sfiorano soltanto, mentre lui converge, fluttuando verso la porta. A fine corsa scarica dentro un destro imparabile, irrorando i sogni azzurri.

6) Pelè: Brasile-Svezia 5-2 (1958)

Non poteva certo mancare Edson Arantes do Nascimento, in questa bottega pregiata. Lui, che ha infranto il muro del gol con oltre mille segnature in carriera, ha senz'altro una masnada di zaffiri all'attivo. Un intarsio ricco, da cui abbiamo estratto la gemma contro la Svezia, ai mondiali del '58: stop di petto, sombrero al difensore e palla in buca con un lob al volo. Intricato solo a pensarlo. Figurarsi l'esecuzione.

5) Lothar Matthaus: Germania Ovest-Jugoslavia 4-1 (1990)

Notti magiche, inseguendo un gol. Quello che segna Lothar Matthaus nella gara d’esordio di Italia ’90, alla Jugoslavia, è sinceramente pazzesco. Il dieci teutonico raccoglie palla sotto la sua linea di metà campo, accelera, dribbla un primo avversario, spedisce al bar un secondo ed esplode un destro terrificante da venticinque metri prima che un terzo difensore possa contrastarlo. Un fendente potente e chirurgico, che buca l’angolino in basso alla destra del portiere.

4) Ronaldinho: Inghilterra-Brasile 1-2 (2002)

Semifinale di un torneo che ci fa ancora sanguinare per la caterva di ingiustizie patite, Inghilterra - Brasile del 2002 è una partita tirata. La scena la strappa tutta Ronaldinho Gaucho: assist circense per il gol di Rivaldo che replica ad Owen, espulsione che rischia di mandare tutto in frantumi e, nel mezzo, punizione malandrina e cervellotica. Dinho, maglia numero undici tutta blu, la calcia da una mattonella lontana e decentrata, che tutto lascia preludere meno che il gol. Ne esce una parabola che si infila sotto al sette, con Seaman che sventaglia inutilmente braccio e codino.

3) Maxi Rodriguez: Argentina-Messico 2-1 (2006)

Mondiali del 2006: sì, ne sappiamo qualcosina. Ai quarti di finale va in scena una sfida ad alto contenuto sudamericano, con Argentina e Messico che se la giocano alla pari. Si sfila via verso i supplementari, il posto in cui abita la scintilla che sfalda l’equilibrio. Pallone che spiove al limite destro dell’area, Maxi Rodriguez lo addomestica a seguire con il petto e lo impatta al volo di sinistro prima che cada. Traiettoria radiosa, sotto all’incrocio. Albiceleste in paradiso.

2) Manuel Negrete: Messico-Bulgaria 2-0 (1986)

Chi ha detto che la bellezza alloggia solo negli occhi di chi guarda, probabilmente non aveva ancora visto la prodigiosa sforbiciata di Manuel Negrete contro la Bulgaria, a Messico ’86. Cinguetta con un compagno al limite, quello gliela alza con una sorta di scavetto in corsa, lui ci si avventa con una combinazione tra istinto predatorio ed intuito tribale. Ne esce una conclusione volante di sinistro che fa venire giù le tribune.

1) Diego Armando Maradona: Argentina-Inghilterra 2-1 (1986)

Scansatevi, passa sua maestà Diego Armando Maradona. Argentina-Inghilterra è più di una partita: il conflitto delle Falklands/Malvinas ha lasciato strascichi impossibili da deglutire. L’albiceleste si prende una rivincita sportiva con gli ammennicoli, trascinata dal Pibe de Oro.

Suo quello che è stato definito “Il gol del secolo”: prende palla a centrocampo, defilato sulla destra, quindi accelera danzando tra gli avversari. Ne fa fuori uno, due, tre. Salta anche il portiere e appoggia in rete. Un pezzo di paradiso grattato giù dal cielo.

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