
Tutto è possibile, anche che Donald Trump sia un eccellente agente immobiliare. Risulta agli atti che prima di Gianni Infantino la Trump Tower abbia ospitato come inquilini altri illustri personaggi della Fifa. Fu il caso di Chuck Blazer, segretario generale della Concacaf (la confederazione del Nord, Centro America e delle associazioni caraibiche) che prese due alloggi, uno come ufficio e l’altro come domicilio personale nel quale traslocò anche due gatti e un pappagallo. Blazer fu la spia del Fifagate, l’azione della polizia americana che arrestò, in un albergo sul lago di Zurigo, sei dirigenti della Fifa per corruzione e incassi illeciti di denaro. Uno di questi, altro inquilino della Trump Tower, è stato José Maria Marin ex presidente della Federcalcio brasiliana che fu arrestato e condannato a quattro anni di prigione, alcuni dei quali passati ai domiciliari nei locali dell’edificio della Midtown Manhattan al 725 della Quinta strada. Di certo nessuno poteva immaginare una afFifafittopoli così clamorosa.
Donald Trump venne definito dal New York Times, al momento della costruzione della torre, «un abile negoziatore». Infatti sulla scrivania del suo studio campeggia la Coppa del mondo per club, omaggio dell’inquilino affittuario Infantino Gianni.