Undici vittorie in 11 partite, quarta volta consecutiva in campionato con 4 gol all’attivo: Inter bella e travolgente, divertente e debordante, già campione d’Italia della logica in attesa che anche l’aritmetica le dia lo scudetto della seconda stella. Che altro dire di una squadra che pare perfetta? Solo che il rotondo successo sull’Atalanta è anche figlio di quel calcio “moderno”, in cui decide tutto la tv e l’arbitro in campo conta sempre di meno.
La sostanza non cambia, l’Inter è più forte dell’Atalanta e di tutte le altre squadre, il lavoro paga e Inzaghi ha lavorato tanto e benissimo. Però le due decisioni capitali prese dal Var hanno certamente indirizzato la partita. La prima nega un gol all’Atalanta dopo 10 minuti, la seconda concede all’Inter il rigore che chiude la sfida in avvio di ripresa. Due tocchi col braccio, sul primo soprattutto c’è da chiedersi come Miranchuk avrebbe potuto toglierlo, a contatto com’era con Bastoni, che lo anticipa e provoca la carambola fatale (verso CDK, che segna e festeggia invano). Il rigore fischiato ad Hateboer è più condivisibile, anche se senza tv sarebbe valsa la segnalazione del guardalinee che aveva sbandierato il pallone già sul fondo (e invece non lo era interamente). Dettagli, per quanto importanti. Solo domenica scorsa, favorito com’era stato da un rigore “moderno” fischiatogli a favore contro il Milan, Gasperini aveva detto che questo calcio non gli piace.
Figuriamoci adesso.
Lautaro ancora una volta straordinario, pur con il rammarico di un altro rigore sbagliato, che gl’impedisce di avvicinare un po’ di più quota 36 gol (siamo a 23 in 24 partite). Enorme il suo primo tempo, quello in cui l’Atalanta è stata lungamente all’altezza dell’Inter, il più complicato per Inzaghi. Suo il lancio da vero 10 che ispira il gol del 1-0 (Carnesecchi esce maldestramente su Mikhi, Darmian insacca a porta vuota), suo poco oltre l’assist ancora per Darmian, che però grazia l’Atalanta, sua la traversa con una sventola dal limite e infine suo il raddoppio a un battito dal riposo, un sinistro telecomandato su cui Carnesecchi nemmeno accenna l’intervento (colpevole la marcatura troppo lasca di Hateboer).
Assente il cecchino Calhanoglu, tocca proprio al capitano cercare la trasformazione del rigore fischiato ad Hateboer. Il tiro, come in Coppa Italia col Bologna, è troppo debole e centrale e Carnesecchi lo respinge: Dimarco è il più lesto di tutti e insacca il 3-0 che chiude la partita, ma non il tabellino. A quello pensa Frattesi, in campo appena 9 minuti: va dentro per Mkhitaryan e si fa male all’adduttore della coscia destra proprio segnando il gol del 4-0, di testa, su punizione di Sanchez. L’unica nota stonata di un’altra serata sennò perfetta.
Marcatori: 26’ pt Darmian, 47’ pt Lautaro Martinez, 9’ st Dimarco, 26’ st Frattesi. Inter: Sommer; Pavard, De Vrij, Bastoni; Darmian (1’ st Dumfries), Barella, Mkhitaryan (17’st Frattesi, 28’ st Klaassen), Asllani, Dimarco (23’ st Carlos Augusto); Arnautovic, Lautaro Martinez (23’ st Sanchez). All. Inzaghi.
Atalanta: Carnesecchi; Scalvini (12’ st Hien), Djimsiti, Kolasinac (12’ st Bakker); Zappacosta, Ederson, Pasalic, Hateboer; Miranchuk (12’ st Lookman), De Ketelaere (31’ st Touré), Koopmeiners (12’ st Adopo). All. Gasperini. Arbitro: Colombo. Ammoniti: Darmian, Ederson, Djimsiti, Hien, Bakker, Bastoni, Touré, Lookman. Spettatori: 71.422.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.