Inter, un bivio per 2

Decide Inzaghi che ha sempre più voglia di Arabia, Marotta proverà a convincerlo. Se va via sarà la fase più dura dal 2020. Squadra da rifare

Inter, un bivio per 2
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È il giorno del bivio, restaurazione o rivoluzione. Decide Inzaghi: resta, va in Arabia o salta un giro. Le carte sono sul tavolo: Marotta vorrebbe che il tecnico rimanesse e anche Oaktree sarebbe d'accordo a prolungare l'accordo ora in scadenza nel giugno 2026. L'incontro di oggi può servire a dirsi addio ma anche a pianificare il prossimo mercato: la squadra va rifatta e Marotta lo sa quanto Inzaghi. Se potranno farlo, e come e quanto, però lo decide Oaktree, che essendo un fondo finanziario punta ai fatturati prima che alle coppe. Ora che il bilancio è stato risanato, un club ambizioso può tornare a spendere. Sucic, 22 anni, e Luis Henrique, 23 (sbarcato ieri a Milano, oggi visite mediche, pronto per il Mondiale per club), sono i due primi tasselli della nuova Inter, ma serve molto altro. E non sono operazioni alla Bonny che possono spingere Inzaghi a restare.

Il vertice di oggi ricorda un po', ma solo un po', quello di Villa Bellini, diventato famoso nell'estate 2020, erano i mesi del covid, con Conte che dopo il suo primo anno in nerazzurro chiedeva garanzie per rimanere. Di mercato, ma non solo. L'Inter, come adesso, era arrivata seconda in campionato e aveva appena perso la finale di Europa League contro il Siviglia. Ma era un club che sotto la guida di Suning continuava a spendere molto e molto avrebbe speso anche quell'anno. Era un club cui non serviva vendere, che l'anno prima aveva prestato al Bayern uno come Perisic perché non aveva un posto in squadra. Era un club che sarebbe poi arrivato a un passo dal crack.

In quell'estate, Conte pretese anche che all'Inter non si parlasse pubblicamente di obiettivi, l'esatto opposto di quanto avvenuto in questa stagione, dopo 6 sessioni di mercato a saldo zero, quando tutti hanno cominciato a parlare troppo presto di triplete. Anche Inzaghi, grave errore di comunicazione. Il tecnico, poi, non si è sentito sufficientemente tutelato dal club quando, in campionato, ci sono stati episodi arbitrali sfavorevoli all'Inter, fino al rumoroso silenzio stampa post Lazio.

Oggi è il giorno: dentro o fuori, ma se fosse fuori l'Inter dovrebbe affrontare il momento più difficile degli ultimi 4 anni. Tutta colpa del Milan, che ha soffiato a Marotta l'ideale sostituto di Inzaghi. Perché si fa in fretta a dire Fabregas, ma se i soldi non ci sono per rinforzare l'Inter come vorrebbe Inzaghi, perché il rampante tecnico spagnolo dovrebbe accontentarsi? Nel laboratorio Como ha zero pressioni e 100 milioni di budget, gli basterebbe il fascino dell'Inter per una scommessa ad alto rischio? Perché qui si tratta di guidare una squadra che ha giocato 2 finali di Champions League in 3 stagioni.

Oppure Chivu, tre mesi di Serie A, o De Zerbi che dovrebbe lasciare Marsiglia o Vieira o chissà chi altro ancora. Di cosa stiamo parlando? Ecco perché Marotta, più di Oaktree, sa quanto sarebbe importante tenersi stretto Inzaghi ancora per un po'.

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