Una conferma. Importante e significativa. A Bologna, nella partita dedicata a Sinisa Mihajlovic (erano presente la moglie Arianna e i figli), tecnico dei rossoblù all'inizio della scorsa stagione e scomparso un anno fa dopo una lunga malattia, la squadra di Thiago Motta vince e convince contro la Roma, ritrovandosi da sola al quarto posto in classifica. Arrivati quasi a metà campionato i felsinei si tengono alle spalle squadre come Napoli, Fiorentina, Atalanta, Lazio e ora anche Roma, battuta ieri per 2-0 con il gol di Moro (al 37’) e l’autorete di Kristensen al 49’).
Con intensità e determinazione gli emiliani riescono a mantenere la porta inviolata per la settima volta in questo campionato. In generale solo Inter e Juventus hanno incassato meno gol. Thiago Motta ha così battuto Mourinho, con il quale, nel 2010, vinse il triplete con l’Inter, lanciando il Bologna in piena zona Champions League e ridimensionando la Roma, che oggi, in caso di vittoria dell’Atalanta, si ritroverebbe all'ottavo posto. I giallorossi si sono visti poco, dando, specie nel primo tempo, la sensazione di giocare con l’obiettivo del pareggio. Oltre a un colpo di testa di Belotti (ben parato da Ravaglia), la squadra di Mourinho ha faticato a creare occasioni da gol. Si sono sentite, in tal senso, le assenze di Dybala e Lukaku.
Nella ripresa i giallorossi hanno provato a fare più possesso, subendo subito il contropiede con il quale il Bologna ha raddoppiato (sfortunato Kristensen nell’occasione). Male, soprattutto nell’atteggiamento Renato Sanches, entrato a inizio ripresa e sostituito per disperazione poco dopo (è uscito dal campo facendo polemica con Mou). Si tratta della quinta sconfitta della Roma in campionato, delle quali quattro sono arrivate in trasferta. Lontano dall'Olimpico la squadra di Mourinho ha un punto di media a incontro (8 su 8), in casa va a più del doppio (17 punti in 8 giornate). Un problema che lo Special One dovrà affrontare e risolvere per riportare la Roma in zona Champions.
E nella prima mancherà Mancini, ammonito (era diffidato) e quindi squalificato.
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