Lettera aperta a Tommaso Starace, storico magazziniere del Napoli

Ha 70 anni, dovrebbe andare in pensione, ma non c’è la fa: troppi ricordi nello spogliatoio dei campioni (con in testa Maradona). E poi quelle migliaia di tazzine di caffè preparate con la sua moka...

Lettera aperta a Tommaso Starace, storico magazziniere del Napoli
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Caro Tommaso Starace,

le vogliamo bene e rispettiamo il suo lavoro. Ma la preghiamo di decidersi. O rimane (nel suo amato Calcio Napoli) o se ne va in pensione (come continua ad annunciare, a mezzo stampa, da qualche mese). Noi, infatti, già esasperati dal tormentone Lookman; messi (con la “m” minuscola) a dura prova dalla bufala su Messi (con la “M” maiuscola) al Como; sfiniti dalla telenovela Calhamoglu Inter sì, Inter no; sfiancati dalla trattativa Milana-Jashari, una tarantella anche sulle sue presunte dimissioni dal club partenopeo vorremmo risparmiarcela.

Lo sappiamo, lei nella società di De Laurentiis non è l’ultimo arrivato, anzi tra le magliette celesti sotto il Vesuvio ha trascorso mezzo secolo di vita nel ruolo fondamentale di magazziniere e confidente di personaggi entrati del cuore (non solo sportivo) della città. Da Ferlaino a Maradona, passando per Juliano, Kroll, Careca e tante altre icone che hanno indossato la divisa del "ciuccio", completini che lei ha sempre fatto indossare ai calciatori (miti o semplici panchinari, non fa differenza) freschi di bucato e profumati di nuovo come una mamma premurosa fa con i propri pargoli.

Tanta abnegazione alla causa integrata alla sua naturale empatia caratteriale (e dalle migliaia di tazzine di caffè preparate per tutti con la sua inseparabile moka in stile Eduardo De Filippo) le hanno regalato legami di amicizia che si sono prolungati con campioni pure quando questi hanno appeso le scarpette al chiodo (ovviamente, al chiodo, gliele ha appese lei…). E questo le fa onore. Tre nomi fra i tanti: Mertens, Crippa, De Napoli, ma fare l’elenco delle “figurine Panini” che le sono rimaste affezionate sarebbe lungo.

Capiamo bene che la scelta di andare in pensione, ora che ha superato il traguardo dei 70 anni, è dura e sofferta.

Ma si faccia forza, la prenda (se ne è persuaso), oppure chieda a De Laurentiis di rimanere lì nello spogliatoio continuando nell’attività che le ha donato un mare di soddisfazioni. Il nostro modesto consiglio è però, se può, di non proseguire nel balletto del “sì”, “no”, “forse”. Questo lasciamolo ai tristi danzatori nel teatrino del calciomercato. Cordiali saluti. E sempre forza Napoli.

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