Mancini, il contrattacco della Figc: scatterà la causa per danni?

Le recenti uscite dell'ex ct azzurro hanno aperto le porte ad una possibile causa per danni da parte della Federcalcio, che potrebbe appellarsi ad una norma del regolamento Fifa. A rincarare la dose le parole del presidente del Coni Malagò su una "tempistica sbagliata"

Mancini, il contrattacco della Figc: scatterà la causa per danni?

Probabilmente nella testa di Roberto Mancini da Iesi il passaggio dalla panchina della seconda squadra più titolata al mondo ad una nazionale ricca di soldi ma di non molto altro era sembrata una mossa geniale, degna di un maestro degli scacchi. Almeno a giudicare dalle reazioni del pubblico azzurro e, buone ultime, dalle minacciose parole della dirigenza del calcio italiano, le cose potrebbero andare in maniera decisamente meno pacifica del previsto. Proprio dopo la presentazione in pompa magna di lunedì in un grande albergo di Riyadh, il giorno dopo la comparsata allo stadio di quel CR7 che ha dato il via al grande esodo in Arabia, ecco che la Figc fa circolare voci che parlano di una causa nei confronti dell’ex ct. Usando una norma del corposo regolamento Fifa, la Federcalcio potrebbe rivalersi nei confronti dell’ex gemello del gol per i danni morali dovuti ad un addio tanto improvviso quanto burrascoso. Quello che, sotto l’arco di Wembley era sembrato il matrimonio perfetto, potrebbe quindi finire come molte altre unioni: in tribunale.

L’ultimo passo dell’escalation

Dopo il fulmine a ciel sereno delle dimissioni ferragostane, le intenzioni di tutti sembravano puntare ad un addio ordinato, all’insegna del business as usual, senza che volassero gli stracci. Le ultime uscite dell’ex stella di Sampdoria e Lazio certo non hanno contribuito a rasserenare un clima che, anzi, si sta avvelenando sempre di più. Alla dichiarazione asciutta del post-dimissioni sono infatti seguite alcune uscite mediatiche piuttosto discutibili, dal paragone con la storiaccia del mostro di Firenze che ha fatto storcere la bocca a molti fino alle parole un po’ ingenerose riservate a quella federazione che, nel bene o nel male, aveva garantito al tecnico marchigiano uno dei palcoscenici più importanti al mondo. Insomma, il vittimismo del Mancio avrebbe procurato reazioni uguali e negative in ambito Figc, tanto da considerare di adire alle vie legali. Se sicuramente non mancheranno i tentativi di collegare la richiesta di danni al maxi-stipendio appena incassato dal tecnico italiano, la questione sembra più di principio che di sostanza. L’ufficio legale della Federcalcio sarebbe propenso ad usare una norma del regolamento Fifa, posta a garanzia dei datori di lavoro: un allenatore sarebbe sì libero di dimettersi ma solo dopo aver concordato una exit strategy, un accordo che potrebbe includere componenti economiche.

Come succede spesso anche nelle famiglie migliori, invece di minimizzare i danni dopo una rottura molto dolorosa, si inizia a scannarsi per il servizio buono o per la custodia del cane. Se i primi giorni dopo il fulmine a ciel sereno erano sembrati all’insegna della tristezza e della delusione, gli animi si starebbero arroventando non poco, con recriminazioni ed accuse sempre meno diplomatiche in volo tra Roma e la capitale saudita. In un clima del genere, l’opzione nucleare della richiesta di risarcimento danni, con conseguenti strascichi legali in sede civile, sembra sempre più probabile. Una coda certo non edificante a quello che prometteva di diventare uno dei rapporti più proficui nella lunga e gloriosa storia della Nazionale italiana.

Roberto Mancini in Arabia Saudita

La stoccata di Malagò a Mancini

Corollario certo non casuale alla vicenda Mancini sono state le parole del presidente del Coni Giovanni Malagò, rilasciate nella mattinata di mercoledì a Radio Serie A. In una conversazione dove il numero uno dello sport italiano ha parlato a tutto tondo, dai mondiali di atletica alle prossime olimpiadi fino alla discussa vicenda della candidatura con la Turchia ai prossimi Europei di calcio, la battuta sull’addio di Mancini ha il sapore di una stoccata. Aldilà del discorso legato allo staff non credo sia stato questa la motivazione che lo ha portato a prendere questa decisione. Alla fine pero' credo che siano tutti felici, visto che la Nazionale ha dato le chiavi ad un allenatore formidabile come Spalletti, con cui ho parlato e che è motivatissimo a ottenere risultati. Oltretutto con questioni contrattuali non certo peggiorate. A sua volta Mancini credo sia contento per la sua scelta di vita, per cui salvo i giudizi che ognuno può avere penso sia stato forse un errore di tempistica. A volte i momenti in cui si dicono le cose sono anche più importanti della sostanza stessa”.

Giovanni Malagò

Considerato che vengono da chi da sempre è stato uno dei sostenitori più caldi del tecnico marchigiano, queste dichiarazioni danno l’impressione che le uscite del Mancio abbiano finito per mettergli contro davvero tutti nel mondo dello sport italiano. A parte la difesa d’ufficio della scelta di presentare la candidatura con la Turchia per Euro 2032, una scelta dovuta a suo dire all’annosa questione degli stadi, che “loro hanno già pronti mentre noi dobbiamo fare tutto”, la sensazione è che Malagò avrebbe preferito parlare del portabandiera a Parigi 2024, con Tamberi non “candidato unico ad ambire a questo ruolo”.

La sensazione è che, invece di lodare il risultato storico dell’atletica, anche il Coni sarà presto chiamato a schierarsi nella prossima battaglia tra il mondo del calcio e l’ex selezionatore dell’Italia. La nuova telenovela dell’autunno è servita.

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