Milano «Le imprese esistono» ricorda con un uno sguardo malandrino Stefano Pioli. Ma è il primo a sapere che questa volta si tratta di una missione impossibile e di conseguenza di una impresa disperata. Come tante vissute dal suo Milan in tre anni scanditi da progressi innegabili, non ultimo il 4 a 0 rifilato sulla schiena del Napoli padrone del calcio italiano a casa sua, al Maradona, il 2 aprile scorso, non un secolo fa. Eppure da quella data cui seguirono altri due duelli rusticani con i prossimi campioni d`Italia, il Milan si è avvitato su stesso un po` per colpa di una sequenza di infortuni, molto per la perdita della brillantezza fisica avuta fino alla conclusione dei quarti di Champions e infine per tutto il resto a causa del ridotto contributo della panchina che non ha mai avuto un colpo d`ala, uno scatto in avanti, una reazione degna del club. Giroud non ha avuto ricambi e continua a dolersi del polpaccio. «Questa è una partita che può cambiare il giudizio della stagione» l`opinione di Sandro Tonali, uno di quelli che fin dalla passata estate ebbe ad avvertire del cambio di passo e anche di rendimento del suo gruppo con una famosa intemerata pronunciata dopo il pari di Bergamo, seconda di campionato.
Da splendida novità del calcio italiano fino al capolavoro dello scudetto inatteso a fallimento, è un attimo. E in effetti capovolgere il destino scritto dallo 0 a 2 di mercoledì scorso sarebbe qualcosa più di una impresa titanica. Perché, diciamolo con chiarezza, in Champions il Milan è andato oltre i propri limiti e anche i propri mezzi. E, pronostici alla mano, fermarsi ai confini della finale di Istanbul non sarebbe uno smacco clamoroso se non per la tifoseria, per la sagoma del rivale Inter e per le ripercussioni sul morale, già apparse in modo evidente nel corso del viaggio a La Spezia di sabato passato.
«Dobbiamo alzare il livello della prestazione e sbagliare il meno possibile»: ecco le istruzioni di Pioli per l`uso di questa seconda chance offerta al Milan grazie anche a un sorteggio favorevole. E per farlo bisognerà evitare, per cominciare, quelle false partenze che hanno caratterizzato, nelle curve della stagione attuale, alcune sfide orientate poi in modo negativo e mai più recuperate. Proprio come è avvenuto durante l`andata: due gol in pochi minuti e arrivederci sogno. «Non siamo una squadra altissima» è la parziale spiegazione di Stefano Pioli per difendersi dalle accuse di gol subiti su calci piazzati arrivati con una percentuale allarmante. «Dobbiamo difendere di più e meglio» aggiunge come se fosse così semplice visto che nel 2023, contro l`Inter ha collezionato 3 sconfitte su 3, e tutte senza discussione o rimpianto alcuno.
Liquidato con un paio di battute il cenno di Inzaghi all`arbitro francese («non amo mettere le mani avanti» dice Pioli; «dobbiamo trovare un arbitro senza nazionalità» la replica di Tonali), al centro del villaggio milanista é rimasto il quesito su Leao. «Se sta bene gioca» il secco orientamento del tecnico rossonero.
E il test di ieri pomeriggio ha fornito esito positivo. Ma non è Leao, da solo, che può puntare all`impresa. Servirà il contributo complessivo del gruppo, senza Bennacer (oggi si opera), e zero amnesie in difesa dove Thiaw può prendere il posto di Kjaer.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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