Il Milan non c'è più. I rossoneri perdono di misura il derby contro l'Inter: è la quarta sconfitta consecutiva compresa anche la finale di Supercoppa. La possibile serata della svolta si è trasformata in una serata amarissima, l'ennesima conferma della crisi, che ha praticamente arrestato il cammino della truppa di Pioli. L'ultima vittoria risale al 4 gennaio contro la Salernitana, da allora solo due punti raccolti contro Roma e Lecce e anche due derby persi in venti giorni. Ora è l'involuzione evidente della squadra a preoccupare.
Chi si aspettava una prestazione di carattere, magari come una di quelle della fantastica cavalcata scudetto dello scorso anno, è rimasto deluso. Perché se la caccia al Napoli capolista è archiviata da tempo, adesso la corsa Champions si fa sempre più difficile. Con Atalanta, Lazio e Roma sarà lotta fino alla fine ma di sicuro ora non sono ammessi più errori per la squadra ma anche per Stefano Pioli, finito sulla graticola per alcune scelte del derby.
Il cambio modulo
Molto discusso il passaggio al 3-5-2, con inserimento di Gabbia, Messias, e di Origi in coppia con Giroud. Una decisione legata alla volontà di garantire più attenzione a livello difensivo dopo i tanti gol subiti, più densità in mediana e più presenza in area di rigore per mettere in difficoltà la difesa dell'Inter. Il risultato però è stato disastroso. 0 tiri in porta, 0 tiri fuori, 0 tiri bloccati, 0 tocchi negli ultimi 11 metri, 0 calci d'angolo, e appena il 26% di possesso palla. Questi i numeri del primo tempo di un Milan, svuotato e irriconoscibile, apparso più preoccupata a difendersi piuttosto che a provare ad impensierire gli avversari.
Nel secondo tempo Pioli ha provato a correre ai ripari, con l'inserimento di Diaz, Leao, Saelemaekers, Thiaw e Rebic. È andata un po' meglio ma neanche tanto: Onana ha proseguito la sua serata di tranquillità e la percezione di un Milan privo di idee, è rimasta uguale. Al di là di tutto aver rinunciato al proprio gioco è il segnale più preoccupante, un peccato imperdonabile in primis per Pioli. Probabilmente nemmeno lui si aspettava un crollo del genere, fatto sta che il Milan dello scorso anno sembra davvero un lontano ricordo.
La rinuncia a Leao
Come giustificare però l'assenza di Rafael Leao? Sicuramente il talento portoghese, alla seconda esclusione consecutiva dopo quella col Sassuolo, non sta vivendo un momento particolarmente brillante, ma rinunciare ad un giocatore capace di intuizioni, giocate e accelerazioni a sorpresa in una partita così importante sembra una mossa davvero inspiegabile. E infatti le due punte schierate hanno avuto difficoltà: la grande generosità di Giroud non è stata per niente assistita dal compagno di reparto Origi, che ha fatto sentire e non poco l'assenza di dinamismo. L'idea insomma è che uno come Leao il derby lo deve giocare sempre.
Al termine della partita Pioli ha difeso la sua decisione: "Leao ha un grandissimo potenziale. La scelta di giocare con due attaccanti più vicini era per mettere in difficoltà la difesa dell'Inter. Rafa deve stare attivo tutta la partita ed è un giocatore su cui puntiamo tanto.
Le scelte che ho fatto sono le migliori per ciò che ho visto durante la settimana: lui non ha le caratteristiche per due punte vicine in verticale". Di sicuro per ritrovare il vecchio Milan, Pioli avrà bisogno di Leao in campo e dal primo minuto, già dalla prossima partita.
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