Il miracolo del Verona di Baroni: cosa c'è dietro la salvezza dei gialloblu

Grazie alla vittoria contro la Salernitana, l'Hellas ha conquistato una salvezza insperata a metà campionato. Un capolovato firmato Marco Baroni

Il miracolo del Verona di Baroni: cosa c'è dietro la salvezza dei gialloblu
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Sembrava una missione impossibile e invece il Verona è riuscito nell'impresa, conquistando la salvezza con una giornata di anticipo. Un miracolo sportivo quello di Marco Baroni, riuscito con la forza delle idee e grazie alla proverbiale tranquillità del tecnico toscano. Ha tenuto unito il gruppo, sguarnito dalle cessioni del mercato di gennaio, facendo da schermo alle gravi difficoltà economiche della società.

Una splendida favola, seconda solo allo scudetto dell'85 con Osvaldo Bagnoli in panchina, Elkjaer e Briegel in campo, che resta ancora dopo quasi 40 anni la pagina più sorprendente del calcio italiano. In verità la stagione era cominciata col piede giusto con le due vittorie consecutive contro Empoli e Roma, prima di perdere otto giornate su dieci e finire al penultimo posto in classifica.

I guai societari e la rivoluzione di gennaio

I problemi arrivano nel mese di dicembre. Prima il presidente Maurizio Setti veniva indagato per sponsorizzazioni ottenute mediante fatture false, poi il 20 dello stesso mese, la Guardia di Finanza di Bologna sequestrava il 100% delle azioni del club detenute da Setti, su indicazione della Procura. Con le casse vuote, la società ordina la rivoluzione sul mercato. Ci sono undici cessioni, nove definitive: Amione in Messico, Hien all’Atalanta, Doig al Sassuolo, Terracciano al Milan, Hongla in Spagna.

La stella Cyril Ngonge si accasa al Napoli per 18 milioni, dopo sei reti nel girone d’andata. La punta ceentrale Milan Djuric, secondo marcatore con cinque gol viene ceduto al Monza. Due partenze che fanno pensare al peggio. Incassati quasi 45 milioni, ne spende circa otto per altrettanti calciatori (Centonze, Vinagre, Silva, Belahyane, Noslin, Tavsan, Mitrovic e Swiderski. Troppi cambi per essere assorbiti in così poco tempo. A quel punto il Verona viene dato per spacciato.

La svolta di Baroni

Alla fine dell’andata (7 gennaio) l'Hellas era terzultimo con 14 punti. "A gennaio ci siamo visti su una barchetta in mezzo alla tempesta – dice Baroni –abbiamo detto prendiamo un remo per uno e remiamo. Devo ringraziare questi ragazzi, i tifosi che ci hanno sostenuto. Si è creata la simbiosi tra pubblico e squadra e ci ha portato a dare quel qualcosa in più".

Proprio nel momento più difficile nasce il capolavoro di Baroni. Innanzitutto tattico. Nel girone d’andata la squadra si era schierata quasi sempre con la difesa a tre. Nel ritorno invece Baroni sceglie stabilmente la linea a 4, affidando le chiavi della difesa a Magnani e Dawidowicz. Ma non solo. Il tecnico toscano riesce a coinvolgere di più elementi, rimasti ai margini nelle prima fase di stagione: Tchatchoua, Cabal, Duda, Lazovic, oltre a Serdar e Suslov. Intoccabile invece Michael Folorunsho, impiegato in tutti i moduli e in tutte le posizioni. L’unica novità del mercato di gennaio è stato Tijjani Noslin, autore di alcuni gol importanti ma soprattutto bravo a reggere l’attacco sia da centravanti che da esterno.

Ma nel girone di ritorno è stata fondamentale l’abilità del tecnico nell’infondere calma e serenità al gruppo attraverso un gioco sempre propositivo. Le statistiche vedono il Verona, secondo per recuperi dietro solo all’Atalanta. Pressione, dominio sulle seconde palle, ferocia nei duelli: i gialloblù sono la squadra che ha vinto più contrasti. Nel girone di ritorno ci sono state solo due sconfitte con due gol di scarto, a Bologna e in casa contro il Milan. In ogni partita la squadra ha saputo lottare contro i propri limiti, recuperando due reti all’Atalanta, strappando un punto alla Juve, nel suo momento migliore, e vincendo gli scontri diretti con Empoli, Sassuolo, Lecce, Udinese.

I gol Folorunsho e Suslov nella trasferta di Salerno, hanno messo il sigillo alla salvezza. Nell'ultima al Bentegodi contro l'Inter, Baroni e i suoi ragazzi raccoglieranno l'abbraccio della propria tifoseria, dopo una stagione indimenticabile.

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