Mondiali femminili: Smith per il sogno americano e il Giappone debutta in manita

Il terzo turno dei Mondiali è uno spettacolo al cubo: gli Stati Uniti calano il tris ma il Giappone esagera e non lascia scampo allo Zambia, Inghilterra di misura e Danimarca in un flash all’ultimo minuto

Lindsey Horan da incorniciare: cala il tris nel match perfetto degli Usa (via Fifa)
Lindsey Horan da incorniciare: cala il tris nel match perfetto degli Usa (via Fifa)

Che sospiri questa terza giornata dei Mondiali! Soprattutto, quanti gol: perché soltanto Usa e Giappone assieme ne fanno 8, mentre compensano nella conta a ribasso Inghilterra e Danimarca, che se la cavano rispettivamente contro Haiti e Cina di misura (e non senza soffrire un po’). Il sogno americano del triplete mondiale è solo al primo passo, e parte dai piedi delle sue nuove generazioni e leve. Così, il Giappone si ripresenta alla Coppa del Mondo calando una manita pesantissima, l’Inghilterra e la Danimarca se la cavano invece non senza un po’ di fortuna.

Il sogno americano nei piedi di Sophia Smith

Gli Stati Uniti scendono in campo con tutta la carica possibile, perché questo Mondiale, oltre ad essere l’ultimo annunciato d’una bandiera del calcio a stelle e strisce come Megan Rapinoe, potrebbe anche essere quello della storia: dopo la doppietta del titolo 2015 e 2019, le americane potrebbero essere l’unica rappresentativa assoluta, nel femminile come nel maschile, ad alzare al cielo la Coppa del Mondo per tre edizioni consecutive. Gli Usa al femminile di fronte alla debuttante formazione del Vietnam paiono una trasposizione plastica del Davide contro Golia, con l’eccezione, stavolta, che il gigante con o senza fede è davvero fuori portata: mai in discussione nelle ultime 22 gare contro squadre della Confederazione asiatica, gli Usa hanno sempre vinto, con una media di 3.6 gol a partita.

Sophia Smith
La super partita di Sophia Smith (via Fifa)

Ma il triplete è dunque un traguardo possibile? Sophia Smith pare assolutamente crederci: l’attaccante classe 2000 del Portland Thorns autografa il tabellino come Mvp assoluta, con due gol e un assist (e una partita d’oro). Il primo gol è una delizia per gli occhi degli spettatori: al termine d’una azione corale magistralmente condotta, Morgan prolunga con finezza di tacco per Smith che incrocia un sinistro rasoterra imprendibile. Al 41’, poi, un intervento scoordinato in area di Loan su Rodman procura un rigore agli States che però Alex Morgan non realizza, per la gioia incontenibile dell’estremo difensore vietnamita, Trần Thi Kim Than. Il raddoppio, nel recupero del primo parziale di gioco, è un po’ un pasticcio generale, inizialmente annullato per presunto fuorigioco e poi confermato dal Var in un secondo momento, segnando così la doppietta personale della giovane centravanti numero 11. Il tris del dominio è di Horan, ma la firma è tutta, di nuovo, di Sophia Smith che s’invola sulla destra di prepotenza e serve dal fondo la numero 10 che tira una sassata che fuga ogni dubbio sulla supremazia americana.

Giappone in scioltezza: il Nadeshiko in manita

Al Waikato Stadium, il Giappone di Futoshi Ikeda sembra quasi in vacanza, tanta la sicurezza che il suo Nadeshiko trasmette, nel totale controllo del gioco e del pallone. L’ultima vittoria così ampia della formazione nipponica risaliva al 2003, in un 6-0 mistico contro l’Argentina. Vent’anni dopo, con la testa sgombra e adesso in vetta al gruppo C, sembra tutto facile: sarà perché lo Zambia, una delle otto esordienti di quest’annata mondiale, chiude il match con 0 conclusioni a rete; sarà perché i gol arrivano tutti da costruzioni precise, chirurgiche, trame orchestrate con coralità e visione tattica.

Giappone
Giappone sulle stelle, la gioia incontenibile (via Fifa)

È quasi tempo d’intervallo quando Fujina crossa da destra Hinata Miyazawa, che non sbaglia: si aprono le danze. Da lì, 10’ della ripresa ed è già raddoppio: Tanaka, con un gol già annullato per fuorigioco alle spalle, si riscatta, infilzando in scivolata l’assist di Ēndo – che troverà la personale soddisfazione al 71’ – dalla fascia. Facile facile è poi il tap-in di Miyazawa, a reclamare la doppietta: il cross è stavolta di Tinaka e la centravanti oro al mondiale Under 20 del 2018, da due passi, non può fallire. C’è spazio, proprio nel finale, anche per la firma di Ueki: l’estremo difensore zambiano Musonda si fa espellere per doppia ammonizione su un fallo proprio sulla numero 9, negli 11’ di recupero concessi, regalando un calcio di rigore al team nipponico; così, Euki di fronte alla subentrata Sakala, e dopo la ripetizione del penalty per mal posizionamento del portiere, trasforma il tiro.

Le Leonesse soffrono ma la vincono: essenziale Stanway

A Brisbane, l’Inghilterra soffre e rischia di subire ma la tenuta delle campionesse europee in carica è, in realtà, quasi mai in dubbio: Les Granadières di Haiti, all’esordio sul palcoscenico più importante, mostrano le potenzialità d’una rappresentativa promettente e fresca (degne di nota alcune ripartenze, e i tentativi d’incursione niente affatto pavidi di Toone e Hemp), ma soccombono all’esperienza.

Stanway
La carica delle Leonesse nell'esultanza di Georgia Stanway (via Fifa)

Le Leonesse d’oltremanica sono la terza nazionale per rigori ottenuti (12), dietro soltanto a Germania (14) e Stati Uniti (15) e, in questo match, tale positivo richiamo risulta essenziale: un penalty che, tra l’altro, viene fatto ribattere perché Theus non in linea è richiamata dalla direttrice di gara; alla seconda chance, Georgia Stanway non può fallire, regalando così la testa alle sue, a braccetto con le danesi al debutto.

Vangsgaard e il colpo last minute che beffa la Cina

La Danimarca è tornata per stupire: e il grande ritorno, dopo le ultime tre edizioni saltate, è un concentrato di adrenalina, perché la gara svolta all’ultimo respiro. Prima d’oggi, le scandinave non avevano mai vinto contro la corazzata cinese: nei tre precedenti, un pareggio e due sconfitte.

Danimarca
Amalie Vangsgaard è il volto del riscatto danese (via Fifa)

Eppure, dopo le qualificazioni convincenti del team di Lars Sondergaard, il match risulterà bloccato fino all’ultimo minuto, quando Amalie Vangsgaard, attaccante classe ‘96 del PSG, befferà dolorosamente la Cina con un colpo di testa che farà impazzire il pubblico accorso al Perth Rectangular Stadium (e disperare la compagine cinese di Shui Qingxia). Poche (e non granché nitide) le occasioni collezionate dalle due, finché la subentrata in maglia numero 9 dà sfoggio delle qualità tecniche e della fame da gol, con un pallone tagliato che, al 90', rimbalza sul palo e poi conclude in rete.

I tabellini delle gare

Gruppo E

USA 3 – 0 VIETNAM

USA (4-3-3): Naeher, Girma, Ertz, Dunn (84’ Ohara), Fox (84’ Huerta), Demelo (61’ Lavelle), Horan, Sullivan, Smith, Morgan (61’ Rapinoe), Rodman (76’ Thompson). A disp.: Murphy, Kingsbury, Sanchez, Williams, Cook, Sonnett, Mewis. All. Vlatko Andonovski

VIETNAM (5-4-1): Trần, Luong (61’ Chuong), Trần, Hoang, Lê, Trần, Nguyễn (46’ Ngan), Trần (89’ Duong), Thai, Nguyễn (61’ Nguyen), Huynh (76’ Pham). A disp.: Dao, Khong, Trần, Trần, Nguyễn, Vu, Nguyễn. All. Duc Chung Mai

Marcatori: 14’ Smith (U), 45’+7’ Smith (U), 77’ Horan (U)

Ammoniti: 56’ Horan (U), 76’ Huynh (V)

Arbitro: Bouchra Karboubi (Marocco)

Gruppo C

ZAMBIA 0 – 5 GIAPPONE

ZAMBIA (4-1-4-1): Musonda, Mweemba (82’ Phiri), Belemu, Tembo, Musesa, Banda, Katongo, Lungu (72’ Lubandji), Banda, Kundananji, Mapepa (72’ Chitundu). A disp.: Lungu, Soko, Mulenga, Wilombe, Mubanga, Selemani, Chanda, Banda. All. Bruce Mwape

GIAPPONE (3-4-2-1): Yamashita, Minami, Kumagai, Ishikawa, Shimizu, Nagano, Ēndo (77’ Seike), Hasegawa, Miyazawa (90’+3’ Chiba), Tanaka (66’ Ueki), Fujino (77’ Naomoto). A disp.: Tanaka, Hirao, Miyake, Sugita, Takahashi, Hayashi, Moriya, Hamano. All. Futoshi Ikeda

Marcatori: 43’ Miyazawa (G), 55’ Tanaka (G), 62’ Miyazawa (G), 71’ Ēndo (G), 90'+11' Ueki (G)

Ammoniti: 51’ Musonda (Z)

Espulsi: 90’+7’ Musonda (Z)

Arbitro: Tess Olofsson (Svezia)

Gruppo D

INGHILTERRA 1 – 0 HAITI

INGHILTERRA (4-3-3): Earps, Bronze, Greenwood, Bright, Carter, Walsh, Stanway, Toone, Hemp (61’ James), Kelly, Russo (76’ Daly). A disp.: Hempton, Roebuck, Charles, Nobbs, Wubben-Moy, Morgan, Coombs, England, Zelem, Robinson. All. Sarina Wiegman-Glotzbach

HAITI (4-4-2): Theus, Limage (31’ Mathurin), Joseph, Petit-Frere, Louis, Louis (90’+3’ Joseph), Jeudy, Mondesir, Pierre-Louis, Dumornay, Borgella (78’ Eloissaint). A disp.: Ambroise, Larco, Surpris, Moryl, Etienne, Joseph, Pierre-Jerome, Joseph, Ganthier. All. Nicolas Delepine

Marcatori: 29’ rig. Stanway (I)

Ammoniti: 19’ Pierre-Louis (H), 45’+9’ Stanway (I), 51’ Hemp (I)

Arbitro: Emikar Caldera Barrera (Venezuela)

Gruppo D

DANIMARCA 1 – 0 CINA

DANIMARCA (4-3-3): Christensen, Ballisager, Sevecke, Boye, Veje, Hasbo, Holmgaard, Kuhl (62’ Bruun), Harder, Soresen (72’ Madsen), Thomsen (85’ Vangsgaard). A disp.: Larsen, Bay, Troelsgaard, Snerle, Thrige, Thogersen, Gevitz, Gejl, Svava. All. Lars Sondergaard

CINA (4-4-2): Xu Huan, Li (85’ Gao), Yao, Chen, Wu (90’+1’ Gu), Zhang (46’ Wang), Zhang, Yang, Zhang, Wang, Lou (78’ Shen). A disp.: Zhu, Pan, Dou, Wang, Wu, Yao, Tang, Xiao. All. Shui Qingxia

Marcatori: 89’ Vangsgaard (D)

Ammoniti: 40’ Sevecke (D)

Arbitro: Marie-Soleil Beaudoin (Canada)

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