
Francesco Totti e Luciano Spalletti hanno fatto la pace. È la notizia del giorno, il popolo non aspettava altro, il litigio condominiale fra i due aveva scosso coscienze romaniste e italiane, anche lady Ilary aveva partecipato al contenzioso offrendo perfidamente all'allenatore il disco dal titolo «Piccolo uomo» e, per ribadire il concetto, dopo l'esonero del ct dalla Nazionale, aveva danzato sulle note della canzone di Mia Martini. Roba da archivio di pettegolezzi. Ora i due, non la Blasi, filano che è un piacere. Sono bastati i denari di un liquore digestivo, ideale per superare l'acidità: è stata confezionata la réclame, allestito un set cinematografico, si è provveduto ad una serie di fotografie alla bisogna.
In una di queste l'allenatore ha l'espressione satanica, gli occhi sbarrati, ma c'è l'ipotesi dell'abbraccio, un ghigno spacciato per sorriso, una coppia felice di mostrarsi senza dimostrare un bel nulla ma per compiacere tifosi e guardoni e, soprattutto, incassare il dovuto. Sono cose di sport e di spot, la pubblicità è l'anima del commercio, a volte il commercio dell'anima. L'unica cosa certa è l'amaro dal sapore vero. Almeno quello.