Calcio

Niente Ramadan in nazionale: tensioni tra i calciatori musulmani della Francia

La federazione calcistica francese ha deciso di vietare il digiuno previsto dalla religione islamica per evitare ripercussioni sulla salute o sulle prestazioni degli atleti

Niente Ramadan in nazionale: tensioni tra i calciatori musulmani della Francia

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La Fédération française de football si è espressa ancora una volta in modo chiaro, decidendo di vietare il digiuno previsto dalla religione islamica: niente Ramadan, quindi, sia per gli atleti della nazionale maggiore della Francia sia per quelli delle selezioni giovanili. Una decisione presa innanzitutto con l'obiettivo di impedire il verificarsi di ripercussioni sulla salute o sulle prestazioni dei calciatori.

La Federcalcio francese ha quindi tracciato una linea da seguire per tutti gli atleti di religione musulmana, imponendo loro di rinviare la pratica religiosa del digiuno connessa col periodo del Ramadan ad altri momenti della stagione, una soluzione, peraltro, consigliata anche dagli stessi Imam. Il problema è che, stando a quanto riferito dal quotidiano sportivo francese "L'Équipe", non tutti avrebbero accettato di buon grado questa decisione della Fff, anzi: oltre a qualche perplessità, infatti, si sarebbero registrate delle tensioni tra alcuni calciatori di religione islamica.

La Fédération française de football ha deciso di correre ai ripari con un certo anticipo quest'anno, in virtù di quanto accaduto nel 2023, quando alcuni giocatori convocati dalla nazionale di calcio della selezione Under 21 minacciarono di scioperare nel caso in cui fosse stato impedito loro di attenersi alle regole della propria religione, digiuno previsto per il Ramadan in primis, durante il ritiro.

Allora la regola valeva solo per la nazionale maggiore, per cui quando si decise di estenderla anche alle altre selezioni, senza che questo fosse previsto, scoppiò un vero e proprio caos. Prima che potesse accadere l'irreparabile, fu chiesto a Kylian Mbappé di intervenire per fare da mediatore con i "ribelli", e il problema rientrò.

Per impedire che una situazione del genere potesse ripetersi, quindi, i vertici federali si sono mossi per tempo, lavorando alacremente negli ultimi mesi per redigere un regolamento che potesse accomunare tutti, dalla Under 16 fino alla nazionale maggiore: si è stabilito quindi che"alcuna pratica religiosa potrà indurre a cambiamenti dell'organizzazione collettiva". Non saranno quindi cambiati orari di allenamento, pasti o partite per venire incontro ai precetti religiosi.

Secondo quanto riportato da "L'Équipe", mentre nella nazionale maggiore la nuova regola non ha causato conseguenze, almeno in apparenza, nella Under 21 ci sarebbe già qualche mal di pancia e la prima esclusione di un giovane calciatore, il quale avrebbe rifiutato di rinunciare al periodo di digiuno diurno.

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