Nuovo allenatore, il Milan cambia rotta. Tecnico italiano e niente Ds?

Dopo le tante voci sul futuro assetto dei rossoneri, si fa largo una nuova ipotesi: allenatore italiano esperto, con Sarri in pole ma niente nuovo Ds. Mercato in mano a Moncada, Ibrahimovic marginalizzato

Nuovo allenatore, il Milan cambia rotta. Tecnico italiano e niente Ds?

Almeno a giudicare dai mugugni della tifoseria, trascinare così a lungo la scelta del nuovo settore tecnico che dovrà guidare la rinascita del Milan non è stata una decisione azzeccata. Se la finale di Coppa Italia contro il Bologna potrebbe garantire qualche sorriso al popolo rossonero, l’attenzione di tutti è concentrata sulla prossima stagione. Nonostante le voci da Milanello si inseguano da settimane, regna ancora la massima confusione. Il cammino previsto da tutti, ovvero la nomina in rapida successione di un nuovo direttore sportivo e di un allenatore per la prossima stagione, si è complicato di colpo, aprendo il fianco ad ipotesi che, fino a pochi giorni fa, sembravano fantascienza. Cerchiamo quindi di cercare di capire se la dirigenza del Milan sia pronta ad una rivoluzione vera o se si accontenterà di una minestra riscaldata.

Conceiçao? Non è ancora finito

Dopo la vittoria a sorpresa nella Supercoppa italiana pochi si aspettavano che il finale di stagione del Milan avrebbe riservato così tante delusioni ai tifosi. Il “sergente” Conceiçao è finito spesso e volentieri nel mirino della critica per i cambi talvolta incomprensibili, per l’aria di confusione che aleggiava sullo spogliatoio e su alcuni favoritismi che, secondo alcuni, sarebbero motivati da scelte di scuderia più che da motivazioni tecniche. Eppure, nonostante le montagne russe in campionato che hanno causato infiniti travasi di bile ai tifosi, il tecnico lusitano ha ancora qualche possibilità di guadagnarsi una seconda stagione a Milano. Il cammino sembra chiaro: alzare al cielo la Coppa Italia e chiudere la stagione con un netto cambio di rotta in campionato, sia dal punto di vista dei risultati che dell’atteggiamento.

Venezia Milan Conceicao

La situazione nella quale lavora l’ex tecnico del Porto non è certo ideale: molti sono sicuri che il suo cammino col Milan si concluderebbe anche in caso di vittoria della Coppa Italia. Servirebbe serenità ma questa è proprio la valuta che scarseggia di più nell’ambiente rossonero, continuamente scosso da voci incontrollate. A favore del portoghese gioca il fatto che la prima scelta della dirigenza, il ritorno di Carlo Ancelotti, l’ultimo a far segnare un double col Milan nel 2008, sembri del tutto irrealistica. Se la permanenza a Madrid è improbabile, il richiamo della Seleçao brasiliana potrebbe essere troppo forte. A questo punto, si apre ogni genere di scenario, anche la permanenza di un tecnico che non ha mai convinto la tifoseria ma che sembra l’opzione meno costosa. Altrettanto possibile, però, che la caccia al nuovo tecnico continui, seguendo alcune direttrici ben chiare.

Italiano, esperto e vincente

A quanto è dato capire dai rumors degli ultimi giorni, la proprietà sembra sempre più convinta della necessità di affidarsi ad un tecnico esperto, mettendo fine alla lunga stagione degli esperimenti. Per riportare il Milan tra le grandi d’Europa e in grado di competere fino alla fine per lo scudetto servirà quindi un allenatore italiano, che conosca la Serie A come le sue tasche ed abbia dimostrato di riuscire a vincere in un ambiente difficile come quello rossonero. Questo profilo sembra escludere buona parte delle ipotesi più fantasiose, De Zerbi in testa, che si erano inseguite nelle scorse settimane. A sentire chi segue le vicende milaniste da vicino, la rosa sarebbe ridotta a cinque nomi, più o meno probabili: Conte, Allegri, Gasperini, Mancini o Sarri.

Sarri presser UCL

Nonostante i mugugni infiniti del tecnico pugliese, sembra difficile che molli il Napoli dopo un campionato al vertice: probabilmente il momento giusto per assicurarsi i suoi servigi sarebbe stato l’estate scorsa ma la dirigenza si è fatta spaventare dalle pesanti richieste di mercato dell’ex tecnico di Juve e Inter. Giudicando solo dal curriculum, la scelta sembrerebbe favorire Mancini ed Allegri ma non sembra quella favorita dalla proprietà, che vedrebbe con maggior favore uno tra Gasperini e Sarri. Al momento, nonostante i dissapori di qualche settimana fa e le voci che parlano di un suo prossimo addio, il Gasp è ancora stipendiato dall’Atalanta, che probabilmente vorrebbe una contropartita per liberarlo dal contratto. Sarri, invece, è libero da ogni vincolo ed ha una gran voglia di rifarsi dopo l’ultima esperienza deludente con la Lazio. Magari non sarà il massimo in quanto ad immagine, col suo stile diretto e “rustico”, ma ha vinto sia in Italia che in Europa, con Juventus e Chelsea, cosa che lo rende sicuramente in linea col profilo ricercato dal Milan.

Un futuro senza ds? Possibile

Normalmente, in una situazione del genere, si aspetterebbe la nomina del nuovo direttore sportivo prima di dare precedenza a questa o a quella ipotesi. Il Milan, però, sembra tutto tranne che una società normale. Proprio quando la scelta sembrava ristretta a tre, quattro nomi, si sta facendo largo una nuova ipotesi: che la struttura rossonera rimanga inalterata. A rendere più probabile questa ipotesi, il fatto che la prima scelta di Gerry Cardinale, l’ex Juve Paratici, abbia risposto picche alle proposte rossonere, preferendo cercare lavoro nella ricchissima Premier League. I nomi che circolano da mesi, ovvero Tare, D’Amico, Sartori o Manna, forse non convincono in pieno o pretenderebbero troppe modifiche ad un organigramma già piuttosto caotico.

Giorgio Furlani

Per andare avanti senza Ds sarebbe necessario ridefinire completamente le competenze e le responsabilità della dirigenza rossonera, finora piuttosto aleatorie. L’ipotesi più in voga al momento è quella che vede chiaramente al top l’amministratore delegato Giorgio Furlani che lascerebbe campo libero sul mercato esclusivamente a Geoffrey Moncada, cui viene riconosciuto il merito di aver fatto arrivare a Milanello Pulisic e Reijnders, spesso i migliori in campo. A soffrirne, chiaramente, il ruolo di Ibrahimovic, super consulente della proprietà che vedrebbe ridursi pesantemente il suo raggio d’azione.

Nonostante la tifoseria chieda a gran voce di decidere subito, difficile che si arrivi alla chiusura del cerchio prima della fine della stagione. Se recuperare gli otto punti che separano il Milan dalla Champions sembra irrealistico, a decidere sarà la finale di Coppa Italia. Solo allora si capirà che forma prenderà il futuro del Milan.

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