Il raccattaballe

La parata con gli occhi chiusi di Giroud

Grandissima prestazione del bomber del Milan, Olivier Giroud, che dopo l'espulsione di Maignan indossa i guantoni e si fa valere anche tra i pali. La rissa scoppiata in sala Vop allo stadio dell'Atletico Madrid, il tennis italiano che cresce (non solo Sinner) nella puntata del "Raccattaballe"

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Il mondo cade a pezzi, suicidandosi, come in quei film in cui tutto sembra catastrofico, incredibile ed esagerato. L’umanità non ha memoria e non impara dal passato. Difficile scrivere di Sport in questi momenti.

Dopo Provedel, portiere goleador della Lazio in Champions, Giroud si improvvisa tra i pali a Marassi e salva il vantaggio milanista di Pulisic, anch’esso scaltro nell’aggiustarsi la palla di mano provocando l’ironia social degli interisti che invadono il giorno di riposo con decine di filmati della Egonu con la maglietta del diavolo. Paola Egonu (quella vera) che vince con la maglia di Milano, risorride e straripa finalmente anche nella realtà.

Notizie a cui non è stato dato abbastanza rilievo: la rissa scoppiata nella sala VIP dello stadio Wanda metropolitano durante la partita di Champions tra Atletico e Feyenord e quella organizzata dagli stessi “tifosi” in un bosco vicino alla capitale spagnola.

In Italia cercano di fermare il mare con le mani e i "buoni", come me, non possono seguire la propria squadra in trasferta per incidenti fatti da non so chi 20 anni fa, malgrado la tessera del tifoso in tasca. Si punisce Abele perché non si è in grado di educare Caino. Non va proprio.

Altri mondi vivono momenti di gloria inaspettata. Le Fiji si qualificano ai quarti del Mondiale di rugby ed impazza la festa a Suva, aspettando lo storico scontro con la perfida Albione da cui furono colonizzati.

L’ormai noioso circo dei motori è in Qatar e vince il solito (Verstappen). Sentiremo parlare però di Oscar Jack Piastri, che stupisce sulle orme dei compatrioti Webber e Ricciardo.

Aspettando il master di Torino, il nostro tennis cresce. Non solo Sinner ormai. Lui però è "tantissimo" e riappaiono le racchette sulle spalle dei giovanissimi che si erano preoccupantemente padellizzati. Lo confesso: amo tutti gli sport ma non il padel. Forse non lo conosco abbastanza.

O forse troppo.

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