Il raccattaballe

Parte la nuova rubrica "Il raccattaballe"

Parte una nuova rubrica, il "raccattaballe". Parlerà di calcio ma non solo. Seguitela su ilGiornale.it

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E va bene così... senza parole, urla Vasco l’ultimo giorno prima dell’inizio della stagione calcistica in un ristorante vuoto nella Milano che amo e odio ad intermittenza. Calcisticamente spaesato tra sceicchi e califfi che ci hanno comprato quel che restava del calcio e della residua gioia che ci dona.

Tifo Pisa, per cui questa sabbiosa pagliacciata mi tange da lontano, dall’anno prossimo però? Sperem. Il calciomercato langue tra mezze figure e carneadi stagionati. Campioni pochissimi, cento partite senza senso tra squadre che non possono ambire a nulla se non ad un campionato tranquillo.

Estate senza grandi competizioni, esclusi i Mondiali "in gonnella", come avrebbe scritto sessanta anni fa il grande Giuan Brera. Ma il calcio femminile era giocato soltanto tra i filari delle vigne durante le pause tra un grappolo raccolto e l’altro mangiato. Australia e Nuova Zelanda hanno ospitato. Solo business, tutto business. Nuovi orizzonti, flop assicurati. Indicativo il tentativo cinese di qualche anno fa.

Non voglio commentare il Mancio che va in Arabia. E nemmeno la gestione dilettantistica dei campionati minori. Alcune squadre giocano la terza giornata, alcune non hanno ancora giocato la prima. Intanto se ne va il sor Carlo (Mazzone) che per essere una ballerina di seconda fila ha allenato Baggio, Totti, Guardiola, Pirlo e il mai abbastanza celebrato Enzo Francescoli.

Resta celebre la frase pronunciata irritato mentre un cane correva sul campo durante gli allenamenti e lui era pronto a cacciarlo.
"Di chi è quello?"
"Di Baggio", rispose uno dello staff.
"Ah bene, dateje un biscottino".

Risata generale. Baggio era un totem anche per "sor Magara", un simbolo di ciò che chi ama il calcio di oggi non può permettersi di capire.

Derby di Milano, 100 euro al terzo anello. Abbonamenti annuali a numero chiuso. Alle società conviene vendere le partite singole. A me non sembra giusto. A Marassi (Genova), nel settore ospiti, non ho osato utilizzare i bagni dopo averli visti. Non credo che il direttore pubblicherà le foto che ho fatto. Al bar, che sembra una cella della vicina prigione, nessuno scontrino per l’acqua a due euro e la birra a 5.

Porta bar stadio Marassi

Bagno stadio Marassi, settore ospiti

La balla della Formula Uno continua il suo circo per miliardari, tra l’altro annoiati dal poco spettacolo. A Monza un posto, non il migliore, per una famiglia di quattro persone con due figli minori di 12 anni costa, per la sola domenica, 1450 euro, posto secco seduto in tribuna Ascari, amenities e gadgets a parte. Sono solo olandesi sugli spalti. Mavalà!

Io mi sento come Nino della leva calcistica... impaurito e attratto da questo calcio di rigore che ho paura di tirare, questa nuova avventura giornalistica, questa opportunità che ho sempre sognato che arriva, cinquantenne, da dove non mi sarei mai aspettato. Wow, scrivo per un giornale nazionale, di sport, di calcio. Io mi butto, tanto non è mica da questi particolari..

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