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Pelè, il più grande di tutti i tempi

Molti si sono chiesti chi sia stato il campione di calcio più forte, se Pelè o Maradona. Forse non ha molto senso porsi una domanda del genere. Noi però un'idea ce l'abbiamo...

Pelè, il più grande di tutti i tempi

Con il pallone sapeva fare tutto. Non ci crederete ma Pelè era bravo anche in porta. Ce lo racconta Renzo Ulivieri, presidente dell'Assoallenatori: "Ho un ricordo indelebile di lui nel 1958, prima dei mondiali di Svezia, venne a Firenze a giocare un'amichevole. Non stava tanto bene e nel primo tempo giocò in porta e fece delle parate eccezionali. Nel secondo tempo giocò in mezzo e restammo estasiati. Il nostro allenatore disse questo è un fenomeno e poco dopo incantò il mondo ai mondiali in Svezia". Fu solo un "assaggio", poi vinse altri due Mondiali e incantò il mondo.

Dribbling ubriacanti, assist al bacio, tiri imprendibili. Potremmo passare ore a descrivere la grandezza di Pelè in campo. E non basterebbe mai. Sapere che anche in porta se la cavava bene colpisce, ma non troppo. Pelè era l'essenza del calcio, un monumento vivente al football. Fortissimo anche di testa, qualità che Maradona non ha mai avuto (anche per l'altezza). Un giorno, stanco dell'infinita diatriba ad uso e consumo dei giornali su chi fosse stato il più forte tra i due, il brasiliano sentenziò: "Maradona non calcia di destro e non segna di testa, e l’unico gol importante che ha segnato di 'testa' l’ha fatto con la mano" (il gol all'Inghilterra nel 1986, ndr).

Comunque la pensiate il semplice fatto di aver segnato più di mille gol e aver vinto tre Mondiali lo colloca, giocoforza, sul trono del calcio. Senza se e senza ma. L'unica sua "pecca", se così si può dire, è quella di non essersi mai cimentato con il calcio europeo. In realtà ci andò vicino, con l'Inter di Angelo Moratti che concluse l'accordo per portarlo a Milano. Poi però l'affare saltò perché ne venne fuori una questione di Stato e lo stesso Moratti preferì lasciar perdere anziché innescare un acceso scontro diplomatico dagli esiti indefinibili.

I giocatori di calcio hanno un dono particolare: sono immortali. Ovviamente solo agli occhi dei propri tifosi. Le loro gesta restano immutate nel tempo, non invecchiano. Pelè resterà tale anche agli occhi di chi il calcio non l'ha mai seguito. Un mito, una leggenda con il pallone tra i piedi. Il più grande di tutti i tempi.

L'ultimo saluto a O' Rei avverrà a Vila Belmiro, il mitico stadio Urbano Caldeira del Santos, uno dei più vecchi del Brasile. È lì che sarà allestita la camera ardente, come richiesto da Pelè alla sua famiglia.

Il campione ha deciso, in questo modo, di salutare i propri tifosi, nel luogo simbolo della sua vita sportiva, dei suoi successi e della sua felicità, data e ricevuta. "Grazie Pelè. Dal 1940 all'eternità", così ha twittato la Cbf (federcalcio brasiliana).

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