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Pogba chiede le controanalisi: cosa può succedere ora

Le controanalisi verranno effettuate il 20 settembre. Solo dopo il risultato, se confermata la positività, si aprirà la fase processuale

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Paul Pogba ha deciso di chiedere le controanalisi, dopo la positività al testosterone in seguito a un controllo antidoping lo scorso 20 agosto, in occasione di Udinese-Juventus. Il giocatore francese aveva tempo fino a stasera per chiedere un ulteriore controllo, come da procedura delle norme antidoping. In caso di positività confermata dalle controanalisi alla sostanza contestata, (in programma il 20 settembre all'Acqua Acetosa) si aprirà la fase istruttoria presso la Procura antidoping.

La linea difensiva di Pogba dovrebbe basarsi sul concetto di "non intenzionalità" da parte del giocatore nella violazione le norme antidoping e sulla "non conoscenza" delle caratteristiche vietate del prodotto assunto. La Juve invece è pronta a sospendergli lo stipendio: il club valuterà provvedimenti dopo eventuale positività alle controanalisi.

Nell'accordo collettivo siglato da Lega Serie A e Aic e la Figc, l'articolo 5 (Pagamento della Retribuzione) comma 5 prevede la sospensione della retribuzione, anche nel caso in cui "il calciatore abbia subito provvedimenti disciplinari interdittivi dell’attività sportiva per effetto di sanzioni in materia di illeciti sportivi, di divieto di scommesse e di pratiche di doping, nonché nei casi di indisponibilità del calciatore per effetto di provvedimenti, anche temporanei, disposti dall’Autorità Giudiziaria".

Tutti gli scenari

Gli scenari sono tre: archiviazione, patteggiamento o processo davanti al tribunale nazionale dell’antidoping. Il primo è quello che ovviamente si augura il calciatore ma per cui bisognerà attendere le controanalisi ma di sicuro è il più improbabile.

Nel caso di patteggiamento, lo sconto di pena non potrebbe essere superiore al 50 per cento della proposta di squalifica formulata dalla procura antidoping. Ma partendo dai due anni, il dimezzamento porterebbe a un solo anno di squalifica. Il problema è che Pogba dovrà convincere la Procura della "non intenzionalità". E non è un passaggio scontato.

Altro scenario: la risoluzione del contratto. L'art. 11 (Inadempimenti e clausole penali) comma 4 prevede "in caso di squalifica per doping, la riduzione della retribuzione, in alternativa all’azione di risoluzione del contratto. Può essere pari all’intera retribuzione, fissa e variabile, dovuta per il periodo di durata della squalifica, con decorrenza dalla sospensione cautelare deliberata dagli organi di giustizia sportiva".

Nel caso di condanna le pene previste sono la squalifica fino a due anni, che potrebbero anche raddoppiare"se la violazione delle norme antidoping riguarda una sostanza vietata specificata e l’Organizzazione Antidoping è in grado di dimostrare che la violazione è intenzionale".

Nel caso di scontro legale, la partita si giocherebbe su diversi campi. Quello della giustizia sportiva italiana, il Tribunale Nazionale Antidoping, o la sfera internazionale. Cioè il Tas di Losanna, in sede di appello.

Al Tas, in teoria, qualora Nado Italia e Wada fossero d’accordo, Pogba potrebbe andarci subito in un’udienza unica.

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