Quando i pompieri di La Spezia vinsero la Serie A

Nella stagione 1943-44, in un'Italia divisa in due e tormentata dai bombardamenti, la squadra dei Vigili del Fuoco della città ligure conquistò in modo surreale il titolo, che sarebbe poi stato revocato

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Con il cielo inciso di polvere, i mortai che ruggivano senza sosta e il rombo dei bombardamenti a fare da tetro sottofondo, il calcio italiano nel 1943-44 assunse il volto d’una tragedia ambulante. E in quel panorama cosparso di macerie, di città dilaniate, di ferite aperte, sorse una favola che avrebbe stupito persino il più virile dei romantici: la squadra dei Vigili del Fuoco di La Spezia che vinse - sebbene “onorificamente” - il titolo del campionato di guerra.

Immaginate: un’Italia lacerata a metà, governata da comandi militarizzati, il nord nelle mani della Repubblica Sociale, il sud in quelle degli Alleati. E nel mezzo, il calcio che non può morire, che si reinventa. I campionati “regolari” non sono più praticabili: troppi stadi distrutti, troppi giocatori dispersi, troppi fronti. Così la FIGC – o quel che ne resta – elabora un “torneo misto” su base regionale, un’assemblea calcistica in guerra, dove vince chi resiste, chi viaggia sotto allarmi aerei, chi sopravvive. Questo è il teatro: la Divisione Nazionale 1943-44 (nella pratica il Campionato Alta Italia).

In Liguria, a La Spezia, la situazione è drammatica: gli stadi sono colpiti, la città soggetta a bombardamenti. L’A.C. Spezia non può sostenere da sola la battaglia, il presidente Perioli è deportato, l’attività sospesa. Ma il dirigente superstite, Giacomo Semorile, trova un’idea che profuma di audacia e di sopravvivenza: legare il club ai Vigili del Fuoco cittadini, al 42° Corpo, guidati dall’ingegnere Gandino. In questo modo, i calciatori non sarebbero più “civili” da arruolare, ma “dipendenti” di un corpo essenziale. Nasce dunque il Gruppo Sportivo 42º Corpo Vigili del Fuoco che rileva l’intera rosa dello Spezia con l’impegno — scritto su fragile carta di guerra — di restituire tutto ai giocatori ufficiali al termine del conflitto.

Una trovata pragmatica e poetica. In guerra anche il calcio diventa servizio pubblico, muraglia che resiste allo sgretolamento. I “pompieri” di La Spezia diventano squadra de facto e de jure nuova, con lo stesso nucleo storico, lo stesso spirito, la stessa pelle bianca nera della divisa originale. La rosa è la seguente: Mario Tommaseo, Giovanni Costa, Paolo Rostagno, il comandante ing. Luigi Gandino, Eraldo Borrini, Renato Tori, Sergio Angelini; accosciati: Wando Persia, Carlo Scarpato, Carmelo Amenta, Sergio Bani, Bruno Gramaglia.

Il torneo inizia nei vari gironi zonali: Liguria, Piemonte, Emilia, Veneto. I Vigili del Fuoco spezzini vengono inseriti nel girone emiliano, nonostante stiano in Liguria, perché troppe strade sono interrotte dai bombardamenti. Spesso le presunte “partite casalinghe” si disputano a Carpi, perché lo stadio Picco è resa inagibile. I trasferimenti sono un supplizio: baratti di cibo (sale spezzino in cambio di vivande), autobus danneggiati, partite sospese per allarmi aerei. Le tribune sono quasi sempre vuote, perché il pubblico teme le bombe, ma dentro quegli spalti spettrali il respiro del calcio si fa paradossalmente più forte, perché sopravvive. Nel frattempo lo Spezia vince, vince sempre. E si trascina verso il culmine del torneo lottando per il titolo.

Trinagolare finale
Una fase di gioco del triangolare finale

Si passa alla fase interzonale, poi alle finali, a girone semplice all’Arena di Milano — campo neutro, arene d’ombra fra le devastazioni. Là si affrontano - con la formula di un triangolare che deciderà tutto - il Venezia, il Torino e i Vigili del Fuoco de La Spezia. Il 9 luglio 1944 i liguri pareggiano 1-1 contro il Venezia, mentre il 16 luglio è il giorno della leggenda: lo Spezia batte il Torino 2-1 grazie ad una doppietta di Sergio Angelini, intervallata sulla rete granata da Piola. È un colpo di teatro. Il Torino risponde rifilando al Venezia un sonoro 5-2, ma non basta. Lo Spezia vince il triangolare e si laurea “campione” del torneo di guerra.

Il comunicato ufficiale della FIGC dell’8 agosto 1944 emette il giudizio: sì, la stagione non è “regolare”, ma “in considerazione delle circostanze” il titolo va assegnato “onorificamente” allo Spezia / 42° Corpo Vigili del Fuoco.

Resterà un riconoscimento sulla carta, non equiparabile ad uno scudetto vero e proprio - anzi, la norma luogotenenziale del 5 ottobre 1944 annulla gli atti del regime fascista, e la federazione del Regno non riconosce il torneo come campionato vero - ma comunque la storia ci ricorda che tutto questo è successo veramente. Una squadra di pompieri che vince la Serie A. Forse succede una volta soltanto nella vita. A La Spezia possono raccontarlo.

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