Anche se la pausa invernale è un ricordo del passato, quando ci si ritrova attorno al tavolo delle feste è normale fare il punto della situazione. Arrivare al meglio alla fine dell’anno è sempre più importante e la Juventus targata Spalletti ci è riuscita alla grande. La classifica sorride finalmente ai bianconeri, anche se i quattro punti dalla vetta della classifica sono dovuti al fatto che Napoli, Inter e Milan hanno una partita da recuperare ma l’ottimismo che si respira alla Continassa è giustificato. Dopo il pesante tonfo al Maradona, il tecnico toscano è riuscito ad infilare tre vittorie importanti tra Champions e campionato, battendo in maniera convincente due rivali per l’Europa che conta come Bologna e Roma. A questo punto, sognare lo scudetto numero 37 sembra legittimo ma cerchiamo di capire a che punto è la rivoluzione spallettiana e se la Juventus può essere davvero considerata una delle pretendenti al titolo di campione d’Italia.
Una rivoluzione in punta di piedi
Considerati i tanti passi falsi commessi durante la sfortunata gestione Tudor, la Juventus targata Luciano Spalletti sembra tutta un’altra squadra. I bianconeri sono tornati concentrati, cinici quanto basta e sempre più efficaci anche negli scontri diretti con le rivali per la Champions. Non sarà la squadra dal calcio scintillante che sognano i tifosi ma i passi avanti rispetto all’inizio di questa stagione sono più che evidenti. Come ci è riuscito il tecnico di Certaldo? Procedendo con calma e pazienza, senza dichiarazioni roboanti e mettendo in pratica le lezioni apprese nei tanti anni passati in panchina. Invece di stravolgere completamente il sistema di gioco fin dal primo giorno, ha preferito mantenere il 3-4-2-1 visto con Tudor ed inserire un poco alla volta alcuni dei suoi cavalli di battaglia. A parte lo spostamento dell’evanescente Koopmeiners nella linea dei difensori, scelta che aveva fatto alzare parecchi sopraccigli e che si è rivelata estremamente azzeccata, i cambi apportati da Spalletti sono tanto cauti quanto incredibilmente efficaci.

La mano del tecnico fiorentino si vede nel modo in cui la sua Juventus sia capace di uscire dal pressing alto in maniera agile e di come i laterali abbiano imparato a cambiare posizione senza pestarsi i piedi. Invece di essere bloccati nei rispettivi ruoli, gli esterni a tutta fascia Cambiaso e McKennie sono in grado di approfittare degli spazi concessi dagli avversari e diventare rifinitori o uomini-gol. Sia il texano che l’azzurro sono sembrati molto più versatili dall’arrivo di Spalletti, alternando la marcatura con gli inserimenti in area o, nel caso di Cambiaso, spostandosi al centro sicuro che il suo marcatore non lo avrebbe seguito. Quando riescono a trovare spazio tra le linee, entrambi possono essere decisivi anche in area, magari aprendo spazi per le incursioni in area di Conceiçao, che ha beneficiato parecchio di queste nuove dinamiche. Sembrano dettagli ma nel calcio moderno le differenze tra le big sono talmente ridotte che possono fare la differenza. La Juve non solo segna di più ma gioca meglio, è più fluida, più sicura dei propri mezzi: i risultati delle ultime settimane parlano chiaro.
Il calendario può dare una mano
Dopo tante delusioni, queste vittorie sembrano aver riportato l’entusiasmo tra la tifoseria bianconera, che inizia già a sognare in grande. La dirigenza e l’ambiente alla Continassa invita invece a rimanere coi piedi ben piantati per terra: basta davvero poco per gettare tutto alle ortiche. In una stagione da montagne russe come quella della Vecchia Signora, le vittorie non sono tutte uguali: se i tre punti raccolti con il Bologna avevano strappato un sorriso, battere una squadra in forma come la Roma di Gasperini è tutta un’altra storia. Basta dare un’occhiata al calendario per rendersi conto di come le prossime settimane siano cruciali per la stagione dei bianconeri. Le trasferte a Pisa e Sassuolo e la gara allo Stadium col Lecce sono tutte occasioni da non lasciarsi sfuggire per mettere pressione sulle rivali per un posto Champions.

Come ha già verificato l’Inter, affrontare il Pisa all’Arena Garibaldi non è una passeggiata di salute mentre il Sassuolo, nonostante il tonfo interno col Torino, rimane sempre una squadra da non sottovalutare, specialmente al Mapei Stadium. Per fortuna il momento dei bianconeri difficilmente potrebbe essere migliore: nonostante l’infortunio di Vlahovic, i passi avanti in ogni reparto sono enormi. Il rientro di Bremer dal primo minuto ha risolto i problemi in difesa, ricompattando un reparto che, in sua assenza, aveva mostrato amnesie preoccupanti. Il “fantasma” Openda ha mostrato finalmente quello di cui è capace, offrendo sponde preziose ai compagni di reparto. Il recupero di Zhegrova procede tra alti e bassi, visto che a fare da contraltare all’assist per McKennie c’è stato il pallone regalato alla Roma che ha causato la rete del 2-1. Il resto? Yildiz e Conceiçao sono incontenibili, Locatelli e Thuram forniscono equilibrio e sostanza sulla mediana. Con una squadra così in palla, vincere e convincere è obbligatorio.
“I ragazzi vogliono fare la storia”
A quanto sembra di capire dalle dichiarazioni di Luciano Spalletti dopo la netta vittoria contro la Roma, il morale all’interno dello spogliatoio è parecchio alto. Quando gli viene chiesto se la sua Juventus possa davvero stupire, il tecnico di Certaldo non si nasconde dietro ad un dito: “I ragazzi sono attenti, vogliosi e determinati nel ritagliarsi un pezzo di storia con la Juve. Lavorano per far parlare anche di loro stessi ed è la qualità migliore che io posso ricevere da loro. Sicuramente serve crescere e mantenere umiltà, ma siamo sulla buona strada”. A far sorridere l’ex Ct della Nazionale, il fatto che la mentalità e l’atteggiamento dei giocatori sia finalmente quello giusto: “La squadra si allena bene, è composta da amici vogliosi di determinare per loro stessi e anche di ritagliarsi un po’ di gloria personale. Qui abbiamo tutto per esprimerci, il campo, la sede, gli spogliatoi e si cerca di diventare anche una squadra bella”.

Non è tutto perfetto, ovviamente: il tecnico toscano non ne vuole sapere di una squadra che si chiude in difesa quando le avversarie le mettono pressione. “I nostri difensori devono partecipare di più, che divertimento c’è solo a levare il pallone all’avversario? Ci hanno costretto a fare fase difensiva, ma nel calcio moderno non paga aspettare che l’arbitro fischi la fine. Poi io sto male quando la mia squadra sta dietro”. La situazione è molto più tranquilla in avanti e sulla mediana, dove il potenziale è enorme ed il talento non manca. “Sicuramente ci sono passi avanti da fare, ma ogni volta che abbiamo preso palla c’è stata la possibilità di fare il terzo gol. Credo che la squadra abbia fatto molto bene nel secondo tempo, mentre nel primo si è faticato un po’ di più ma sapevamo di dover giocare contro una delle squadre più forti del campionato”.
Rinnovo immediato? Dipende dal mercato
A rovinare questo idillio bianconero proprio nel momento chiave della stagione della Vecchia Signora potrebbe, però, emergere la questione più spinosa, quella relativa al futuro del tecnico toscano. Secondo alcuni colleghi addentro alle dinamiche di Madama, le tensioni relative al contratto di Spalletti potrebbero di qui a breve rendere la situazione molto meno tranquilla. Il legame tra il tecnico e la società torinese è frutto di un accordo molto singolare, più legato all’onorabilità delle parti che a solide fondamenta legali. Spalletti non ha trattato sul prezzo, sapendo quanto pesassero sulle casse della società gli ingaggi di Thiago Motta e Tudor mentre l’opzione di rinnovo data da molti per certa sarebbe solo un accordo verbale. Spalletti ha scommesso sulla sua capacità di rimettere in corsa la Juventus prima della fine della stagione per poi strappare un contratto importante da ogni punto di vista.

Se i bianconeri dovessero fare bottino pieno contro Pisa, Lecce, Sassuolo, Cremonese e Cagliari, la società avrebbe tutto l’interesse a rintuzzare i possibili assalti di altre grandi italiane o europee ed anticipare i tempi del rinnovo del contratto. Considerato come parecchie panchine importanti potrebbero liberarsi a giugno, il rischio di un’offerta irrinunciabile è sempre presente. Il tecnico sembra avere la squadra dalla sua parte, il presidente John Elkann e la dirigenza lo stimano, il che lascia presagire una scelta anticipata per garantire la stabilità nel medio termine e continuare il cammino che potrebbe riportare la Juventus tra le grandi d’Europa. Maggiori chiarimenti potrebbero arrivare dal mercato di riparazione: quasi tutti gli obiettivi dei bianconeri, da Hojbjerg a Frattesi, da Norton Cuffy a Palestra, hanno quotazioni molto importanti e la Juve ha fatto capire che di soldi da spendere ce ne sono pochi.
In questi giorni Spalletti avrà un vertice con la società per capire come conciliare le esigenze di rafforzare la rosa con la sostenibilità del bilancio: se arriverà qualche regalo in ritardo, il rinnovo sarebbe sicuramente più vicino.