Tango, un gioco da ragazze

Roma, in cinque anni dal sogno allo scudetto

Al primo match point contro la Fiorentina, a cinque anni dalla sua nascita, la Roma di Spugna fa la storia: il primo scudetto dell’era professionistica è giallorosso, un cerchio che si chiude nella stagione stratosferica delle capitoline guidate da capitan Bartoli

Il trionfo giallorosso (Aic)
Il trionfo giallorosso (Aic)

A quattro turni dalla fine del campionato e al primo match point a disposizione, contro la Fiorentina da podio di Patrizia Panico, ancora sulle ali dell’entusiasmo della prima vittoria assoluta contro la Juventus (3-2, a sancire il +11 dalle bianconere di Montemurro), la Roma di Spugna fa la storia, chiudendo un cerchio: il primo scudetto, nel primo anno dell’era professionistica, è conquistato con orgoglio e fatica col gol decisivo di capitan Bartoli, cuore pulsante del team giallorosso. “Questo è il sogno della mia vita, ma oggi si realizza il lavoro di cinque anni”, è commossa la numero 13, nel delirio dei festeggiamenti generali.

Elisa Bartoli, capitana della Roma campione d'Italia 2023
Capitan Elisa Bartoli realizza il suo sogno

Da quel 9 settembre 2018, data d’esordio assoluto del club a guida Betty Bavagnoli, ad oggi, l’immagine che più colpisce della festa del Tre Fontane, al triplice fischio di Calzavara, dopo l’esplosione generale, è lo striscione srotolato dalla curva: 2667 anime giallorosse (ennesimo sold-out in casa romanista) a sorreggere lo stendardo tricolore che definisce il senso di quest’ennesima vittoria, “Campionesse d’Italia 2022/23”. Un abbraccio collettivo ad altissimo volume che racconta non solo della crescita esponenziale del movimento, a sancire una sempre maggior competitività del campionato di Serie A e d’una contestuale sempre maggior affezione di pubblico a questo sport, ma anche di quanto investimenti, cura e lungimiranza nella progettualità siano in definitiva le modalità più fertili per consentire proliferazione di talenti e raggiungimento d’obiettivi sempre più importanti.

Roma femminile campione d'Italia
L'esultanza per il gol di Giada Greggi (As Roma Women)

Così, nell’annata da incorniciare della Supercoppa e dei quarti di Champions all'Olimpico col record di pubblico, e in attesa d’una finale di Coppa Italia (in programma il 4 giugno, a Salerno, contro la Juventus) ancora da scrivere, la Roma realizza un altro, abnorme sogno: il primo scudetto assoluto, questo, che è tutto d’un gruppo in grado d’incantare, con una stagione straordinaria (e una classifica senza precedenti), l’Italia intera, dimostrando spirito di sacrificio e attaccamento alla maglia come forse solo nella Capitale si riesce a fare.

Le voci dal campo: Roma, core de 'sta città

È tutta di Elisa Bartoli, romana di nascita e di cuore, la scena a conclusione d’una gara ancora una volta maestosa della numero 13 giallorossa con la fascia al braccio: una che c’era fin dall’inizio, quando nel 2018, alla presentazione ufficiale dell’AS Roma Women in Piazza di Spagna, scese la scalinata di Trinità dei Monti carica d’emozione, mano nella mano allora con Daniele De Rossi; fino ad oggi, nel ruolo di capitana in campo e capopopolo fuori, a prendersi il posto dello speaker per intonare cori ed esaltarsi con la squadra. “Questo sì è forse il gol della vita, sicuramente quello d’un sogno realizzato”, risponde ai microfoni di La7 “Ho iniziato cinque anni fa un progetto importante, con la mia squadra del cuore: ci sono state cadute, vittorie, sconfitte anche dure ma ci siamo sempre rialzate e abbiamo lottato; oggi, qui, si festeggia il lavoro di questi anni, e ringrazio tutte le ragazze che hanno fatto parte del club, anche chi non c’è più, perché è grazie a tutte che abbiamo raggiunto quest’impresa”. “Sono emozionatissima, perché ho realizzato il sogno della mia vita”, confessa con commozione “Ce l’abbiamo fatta: siamo campionesse d’Italia!”.

Mentre un’altra che c’era fin dall’inizio, Giada Greggi, anche lei in gol, ad assecondare il destino di questa Roma quasi scritto nelle stelle, in preda all’emozione definisce questo traguardo “gran merito del gruppo, che non ha mai mollato per portarsi a casa uno scudetto strameritato” e tutto questo affetto davvero “tanta roba”, anche l’imperturbabilità del tecnico Alessandro Spugna s’infrange nei sorrisi che illuminano il campo: “Siamo campioni d’Italia: adesso posso dirlo!”, ride “Ho addosso delle sensazioni bellissime, ma non avevamo dubbi: è chiaro che è stata una partita sofferta, ma è anche giusto così. Oggi credo che fosse in qualche modo scritto: doveva andare così, perché penso che ce lo siamo meritati per la stagione che abbiamo fatto e questa è la ciliegina sulla torta di un campionato straordinario”. I ringraziamenti non mancano: “Se siamo arrivati qui oggi è grazie a tutti: al club, alla dirigenza, che ha da subito avuto l’ambizione di creare una squadra per vincere qualcosa di importante; alle ragazze, straordinarie, allo staff di grandi professionisti e grandi persone. Questa vittoria rappresenta il lavoro quotidiano da parte di tutti, il coronamento di un percorso di tanti anni, e vincerlo qui a Roma è straordinario per l’affetto, sempre crescente, della gente”, e conclude già guardando avanti “Dobbiamo lavorare bene perché tra poco c’è la Coppa Italia, e vogliamo conquistare anche quel titolo. Adesso, però, festeggiamo!”.

Striscione del Tre Fontane (As Roma Women)
Lo striscione del Tre Fontane (As Roma Women)

Un altro volto fondamentale per questa Roma d’oro è Elisabetta “Betty” Bavagnoli, una che da calciatrice ha fatto la storia del calcio femminile, e s’è decisa di continuare proprio in questa piazza, prendendo in mano il club dalla sua fondazione: “Oggi conquistiamo uno scudetto nel quale, onestamente, ho sempre creduto: perché ho sempre creduto di voler costruire qualcosa, di volerci portare queste ragazze, questa società che mi ha dato tanta fiducia ed ha creduto fin da subito nel mio lavoro e in quello dei miei straordinari colleghi, dallo staff alla dirigenza fino al Presidente Friedkin a questo pubblico, che non c’ha mai lasciato senza supporto, anche nei campi più remoti d’Europa”. La grandezza d’un progetto si vede da come ci si comporta sì nelle sconfitte ma anche nell’atteggiamento rispetto alle grandi vittorie, e su questo Bavagnoli non può che esser maestra: “Questo è il primo [scudetto] ma non ci possiamo accontentare: vogliamo provare a fare passi in avanti sia nel campionato sia a livello internazionale, se sarà possibile. Dovremo essere bravi, perché la cosa più difficile, dopo aver vinto, è mantenersi nelle vittorie, costruirsi più forti, continuare a fare bene”.

Il tabellino del match

ROMA (4-3-3): Ceasar, Bartoli, Wenninger, Linari, Minami (72’ Di Guglielmo), Greggi, Giugliano, Serturnini (72’ Glionna), Andressa (83’ Cinotti), Haavi, Giacinti (86’ Haug). A disp.: Landstrom, Ciccotti, Selerud, Kramžar, Öhrström. All. Spugna

FIORENTINA (4-3-3): Baldi, Tortelli, Agard (30’ Zamanian), Jackmon, Cafferata (72’ Eržen), Breitner, Severini, Vero Boquete, Catena (81’ Monnecchi), Mijatovic (82’ Longo), Hammarlund (73’ Kaján). A disp.: Schroffenegger, Parisi, Vitale, Jóhannsdóttir. All. Panico

Marcatrici: 10’ Greggi (R), 53’ Mijatović (F), 63’ Bartoli (R)

Ammonite: 76’ Eržen (F), 78’ Severini (F), 91’ Giugliano (R)

Espulse: 84’ Eržen (F)

Arbitro: Andrea Calzavara (Varese)

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