Tango, un gioco da ragazze

La Roma si fa spazio: la Champions all’Olimpico

"Vi aspettiamo numerosi", così capitan Bartoli consegna l’annuncio ai tifosi. La Roma di Spugna potrà finalmente misurarsi in una cornice degna del palcoscenico europeo

La Roma si fa spazio: la Champions si giocherà all’Olimpico

L’impasse è finita, stavolta per davvero: si aprono le porte dell’Olimpico per la formazione al femminile della Roma di Alessandro Spugna, per disputare i quarti di finale di UEFA Women’s Champions League. Ne dà annuncio capitan Elisa Bartoli sui canali social del team capitolino: "Sono molto felice di dirvi che, finalmente, giocheremo i quarti di finale di Champions all’Olimpico", e aggiunge "vi aspettiamo numerosi, e sempre forza Roma!".

Roma alla conquista dello spazio: caso chiuso

Lo snodo della vicenda, che aveva visto le ragazze dei record ritrovarsi apolidi e costrette allo spostamento delle proprie gare europee al Francioni di Latina, per le inadempienze strutturali dell’impianto casalingo del Tre Fontane, era stato raggiunto alla metà di dicembre: la proposta, giunta all’Assemblea capitolina e approvata all’unanimità, promossa dal consigliere Lorenzo Marinone, aveva come obiettivo quello di "riportare le giallorosse al centro della città, nella cornice sportiva di massimo prestigio", si leggeva allora. Con un interrogativo nient’affatto banale rimasto insoluto: gli incastri possibili con gli ingombranti impegni delle delegazioni maschili cittadine. Un sogno, quello del trovare spazi, che, almeno per un po’, è parso uno stallo senza soluzioni. Eppure, ogni qualvolta siano stati concessi spazi più ampi al calcio femminile, il pubblico ha immediatamente risposto all’appello. Così, la stessa Ludovica Mantovani, presidentessa della Divisione calcio femminile della Figc, aveva confermato: "La Roma all’Olimpico ai quarti? Noi chiaramente siamo sempre felici quando i club aprono le porte dei grandi stadi. L’ha fatto la Fiorentina, quando abbiamo giocato a San Siro in periodo Covid: sono segnali importanti”, continuando così “Sicuramente, sarebbe straordinario! Come nel caso della Juve, i tifosi risponderebbero".

Adesso, però, il sogno degli spazi pare avverarsi, mentre, in parallelo, si sblocca anche l’iter per i lavori al Tre Fontane, che consentirà al team vincitore della sua prima Supercoppa di ospitare i turni casalinghi dei futuri impegni europei. "Giocare all’Olimpico le fasi finali della Champions League è un importante traguardo per le ragazze dell’As Roma femminile", aggiunge l'assessore allo Sport Alessandro Onorato, che poi sottolinea: come "l’intero movimento del calcio femminile vive una stagione di grande crescita e le giallorosse sono una squadra di vertice che dà lustro alla nostra città. Continueremo a sostenerle con entusiasmo e dal prossimo anno saremo pronti ad ospitare anche le competizioni internazionali nell’impianto comunale del Tre Fontane, dopo che abbiamo finalmente sbloccato l’impasse burocratica che per anni ha impedito l’ammodernamento di questo impianto comunale che è la casa delle giallorosse". "Siamo tutti vicini alle formidabili atlete che hanno raggiunto uno storico risultato, accedendo alle fasi finali della prestigiosa competizione, portando in alto in Europa i colori della Capitale", il commento di Marinone, primo firmatario della mozione approvata in Campidoglio. "Facciamo sentire il sostegno di tutta la città - conclude - il supporto di tutta Roma, ad un gruppo di calciatrici eccezionali".

Roma women

A due passi dal cielo

I quarti, dunque: frutto d'una qualificazione impeccabile per l'anno prodigioso delle giallorosse. Senza un avversario ancora noto, perché si saprà soltanto dopo i sorteggi di Nyon del prossimo 10 febbraio, che delineeranno le sfide dei quarti di finale di Uwcl, in calendario tra il 21 ed il 22 marzo (andata) e il 29 e il 30 marzo (ritorno). Non resta che attendere, allora, mentre lo spazio – e chissà dove si potrà arrivare, da oggi in avanti – è ormai conquistato. Spazi più ampi significano maggior visibilità e maggior visibilità significa crescita, valorizzazione, attenzione, investimenti materiali ed immateriali. A maggior ragione se in un palcoscenico di così ampia portata e dimensione simbolica per non solo una specifica comunità di tifosi ma per il panorama calcistico tout court. Significa, quindi, dar respiro, far avanzare e dare possibilità alle radici di attecchire. Così, il cambiamento culturale – che necessita di lungo e lungimirante lavoro, che con costanza e cura si occupi di seminare e preservare – può realizzarsi.

Così, il calcio femminile può (finalmente) immaginarsi un futuro dalle infinite prospettive.

Roma femminile

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