Spazi (ancora) negati al calcio femminile, e la Roma che non può giocare in casa

Traguardo Champions senza precedenti per la Roma, ma mancano le strutture: l’ennesima beffa per il movimento senza campi

As Roma Women / Twitter
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La favola della Roma di Spugna, nel "buona la prima" del professionismo che associa l’annata delle conquiste romane all’indiscutibile dominio bianconero per i posti che contano, risultato immediato e man mano più tangibile del cambio di passo del movimento, si scontra col dato materiale d’uno sport dominato storicamente dal “maschile” nella sua rappresentazione e narrazione dominante, e ancora debilitato nel poter ammettere spazi di realtà alla propria controparte. Spazi tanto metaforici quanto concreti. Così, il Tre Fontane, stadio casalingo del team al femminile della Capitale che ha conquistato l’accesso al più illustre palcoscenico europeo, non può entrare in Champions: non c’è l’impianto d’illuminazione adeguato per disputare le gare in fascia serale, come previsto dal regolamento.

All’origine di tutto, un contenzioso con mille intrighi e poche risposte, che vede discutere ormai da tempo la società Eur SPA, proprietaria dell’area, il Comune di Roma, proprietario del campo, e il gestore del Tre Fontane”, sostiene Marta Bonafoni su RepubblicaDella diatriba sappiamo di uno scambio di lettere; poi lo scalpore, poi appunto più niente”. La società giallorossa dovrà dunque spostare tifosi, baracca e burattini, con annesse gioie e dolori, al Domenico Francioni di Latina, già dichiarato idoneo, secondo i canoni Uefa, ad ospitare gli evento del torneo. Ugo Pambianchi, presidente dell’Ati Tre Fontane, aveva già in precedenza spiegato come, dalla sua, le “partite di Champions che si dovranno disputare fuori dalla Capitale” siano “un’occasione persa anche per la città di Roma”, la cui tifoseria nel frattempo sognava ardentemente di poter assistere all’ennesima impresa delle proprie ragazze dai più cari spalti dell’Olimpico. Perché no?

Eppure, nel cuore di appassionatə ed addettə ai lavori, non è lontana l’immagine di quel 24 marzo 2019, data che rimarrà negli annali del movimento: 40.000 gli spettatori (e 342.628 da casa, in tv) nel big match tra Juve e Fiorentina nel “concesso” spazio dell’Allianz Stadium di Torino, il debutto lì delle bianconere che, dal JTC di Vinovo, ottennero la possibilità di confrontarsi con un impianto degno di nota. A dimostrazione, i numeri, del fatto che non sia mai stato l’interesse verso il movimento a mancare; a dimostrazione, quella giornata da record, che quegli spazi possono – devono! – essere riempiti, ma che il più complesso ostacolo da aggirare, in tal senso, è quello del pregiudizio. Qualcuno, sulla vicenda romana, ha prontamente commentato: “Alla Roma maschile non sarebbe mai successo”, ed è facile immaginarsi quanto questo, amaramente, possa essere vero.

Lo storico delle italiane in UWCL

Nessuna italiana ha mai vinto un trofeo in un’edizione di UEFA Women’s Champions League. La massima competizione calcistica per club a livello europeo esiste dal 2001 (allora UEFA Women’s Cup, che cambierà nome nell’ufficiale UWCL soltanto a partire dal 2008), e la società più prolifica in termini di vittorie assolute è l’Olympique Lione, detentore di ben otto tornei complessivi e attuale campione in carica. A ben vedere, però, non è da oggi né da ieri che le italiane si qualificano in Europa, strappandosi anche qualche (seppur magra) soddisfazione: i sedicesimi li raggiunge la Juventus, nelle edizioni 2018/19 e 2019/20, e il Tavagnacco, 2011/12 e 2013/14; agli ottavi, più recentemente la Fiorentina delle stagioni 2017/18 e 2018/19, ma anche il Bardolino Verona – che conquistò un’incredibile semifinale nel 2007/08 – nella stagione 2012/13 e l’AGSM Verona nel 2015/16. Ai quarti, soltanto Brescia e Sassari Torres, rispettivamente nel 2015/16 e 2004/05.

Champions 2022/23: Juve e Roma per l’impresa

I quattro gruppi di UWCL 2022/23 hanno già mostrato un salto importante, che rappresenta plasticamente il movimento in esponenziale crescita a livello globale. Così, anche le italiane – risvegliatesi entrambe, questa mattina, con la prima sconfitta – non si negano le prime, seppur timide, soddisfazioni: al quarto turno (di sei), Juventus e Roma lottano, con risultati talvolta inattesi, tra le primissime della classe per rientrare tra le prime due di ciascun girone ed ottenere in tal modo l’accesso ai quarti di finale in programma a marzo.

Le bianconere di Joe Montemurro, nel gruppo C, forse il più complesso, sfidano a viso aperto colossi come Arsenal (1-1 il 24 novembre, 1-0 del 7 dicembre) e Lione (1-1 il 27 ottobre), attestandosi attualmente a 5 punti, sotto le Gunners in testa e le francesi subito dietro.

Un gruppo – solo su carta – più semplice tocca, invece, alla Roma di Spugna che perde mezzo gradino da capolista col Wolfsburg (col quale pareggia 1-1, il 23 novembre, e perde ieri, 4-2), vincendo invece sia con le austriache del St. Pölten (3-4, il 26 ottobre) sia con lo Slavia Praha (1-0, il 20 ottobre).

Roma femminile
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