
Meno male che il famigerato «riso alla cantonese» lo hanno mangiato dopo la partita. Altrimenti, in campo, sai che mal di pancia. Per non parlare dei sospetti su un fantomatico complotto gastronomico... In questa coda, quantomai indigesta, del campionato di serie B, ci mancava solo il giallo del cibo cinese. Fatto sta che il «post-playout» (causa fallimento del Brescia) tra la (ex) blasonata Sampdoria e l’onesta Salernitana passerà anche attraverso una «ciotola» del cibo più conosciuto della cucina huaiyang in Occidente. Per la squadra di mister Marino lo sfortunato menù di serata era cominciato ieri con la sconfitta al Marazzi: due «polpette» alla ligure servite dagli chef blucerchiati Meulensteen e Curto; un servizio «all inclusive» che mette ora i liguri in una posizione di vantaggio in previsione del match di ritorno che dovrebbe giocarsi venerdì all’Arechi di Salerno. Ma perché «dovrebbe» e non «dovrà»? E qui entrano in campo (anzi, sul tavolo) le "ghiotte" monoporzioni di riso alla cantonese che qualcuno dello staff del club amaranto ha malauguratamente scelto per rifocillare i calciatori; una frugale cena «take away» da consumare durante il viaggio di ritorno. La delusione è tanta, ma pure la fame non scherza. E così i giocatori si avventano sulle vaschette non si sa bene comprate dove.
Fatto sta che la metà della squadra comincia a contorcersi dai dolori tanto che all’arrivo a Salerno ad attenderla sono più le ambulanze dei tifosi delusi dal risultato di Marassi. Dopo «le cure del caso», tutti i calciatori storditi prima dai due ceffoni della Samp e poi costipati dall’intossicazione alimentare hanno fatto regolarmente rientro a casa. Anche se ... Visto che con le viscere non si scherza, e nuove «scariche» sono sempre incombenti, la società del presidente Busso ha chiesto alla Figc di posticipare la partita di ritorno di venerdì «al fine di consentire ai propri tesserati di ristabilirsi al meglio».
Intanto, d’obbligo astenersi dai ravioli al vapore.