Calcio

Scanavino, fin dove arriverà la rivoluzione in casa Juve?

Il nuovo dirigente bianconero, alla prima uscita ufficiale a Vinovo, non pone limiti alle riforme per la Vecchia Signora, che punterà su giovani e sostenibilità. A fine stagione potrebbero rischiare sia Cherubini che lo stesso Allegri

Scanavino, fin dove arriverà la rivoluzione in casa Juve?

Pochi si sarebbero aspettati che il debutto ufficiale del nuovo dg della Juventus avvenisse al gelo di Vinovo invece che alla Continassa o allo Stadium. Maurizio Scanavino ha infatti scelto la partita delle Jwomen con il Sassuolo per presentarsi all’universo bianconero, tre giorni prima del suo passaggio ad amministratore delegato quando si insedierà il nuovo cda. Un’entrata in campo sottotono per quello che John Elkann ha scelto come factotum in tutto e per tutto, responsabile di ogni scelta della società sia dal punto di vista strategico che economico. La missione dell’ad del gruppo Gedi non sarà affatto semplice: sistemare l’enorme buco di bilancio della Juventus, tracciare la linea della rinascita di una squadra incapace di vincere come ai tempi d’oro e, soprattutto, riformare l’area sportiva che, a detta di molti, non è in grado di reggere il confronto con le altre grandi del calcio italiano ed europeo. Il tutto, ovviamente, con una tifoseria sempre più insofferente e la spada di Damocle dei guai giudiziari. La domanda che molti si pongono è semplice: fino a dove si spingerà la rivoluzione di Scanavino? Ci sarà davvero l’ennesimo anno zero in casa Juve o si sceglierà un approccio più misurato?

Mercato "giovane e sostenibile"

Il primo giorno chiave del futuro bianconero è mercoledì 18 gennaio, quando all’assemblea dei soci verrà presentato il nuovo cda, composto da cinque membri dalla “grande professionalità sotto il profilo tecnico e giuridico”. Molti hanno notato come in effetti dal presidente Gianluca Ferrero in giù, tutti i membri siano esperti in diritto, contabilità ed economia. La gestione calcistica sarà affidata al nuovo ad, destinato a rimanere a lungo in bianconero e dare una sterzata netta ad un mercato che, negli ultimi anni ha visto grandi investimenti e ben pochi risultati in campo. 425 milioni di euro in tre anni solo per i cartellini per due quarti posti è un bilancio ben lontano da quanto si aspettassero i milioni di tifosi bianconeri. Scanavino per rimettere in rotta la nave della Vecchia Signora ha dichiarato che il mercato dovrà avere due direttrici fondamentali: acquisti giovani, di prospettiva e sostenibilità.

Belle parole, ma non troppo dissimili dalla strategia messa in atto dalla Juve quando si scelse di promuovere alla panchina della prima squadra Andrea Pirlo. Nel giro di poche sessioni di mercato erano arrivati talenti giovani come Chiesa, McKennie, Kulusevski, Arthur. Locatelli, Kean, Kaio Jorge, molti dei quali rivelatesi dei costosissimi flop o buoni solo per mettere a bilancio plusvalenze interessanti. Non è certo partecipando ad aste per giovani talenti che si riuscirà a limitare il monte ingaggi e sistemare il bilancio. La priorità di Cherubini sembra quella di liberarsi delle scommesse fallite, incamerando quanti più soldi da gente come McKennie e Zakaria, per poi cercare opportunità a basso prezzo – più facile a dirsi che a farsi.

Scanavino
Maurizio Scanavino

Allegri e Cherubini sulla graticola

L’ennesimo cambiamento di rotta sembra andare direttamente contro ai desideri di Massimiliano Allegri, che aveva richiesto l’arrivo di giocatori già pronti per tornare a vincere subito, anche a costo di sacrifici pesanti. Ecco Vlahovic, ottenuto a carissimo prezzo e svendendo Kulusevski e Bentancur, per la grande gioia del Tottenham di Antonio Conte. La linea verde era stata del tutto abbandonata, con gli arrivi di gente molto talentuosa ma piuttosto stagionata, da Di Maria in avanti. Gli infortuni e la pausa mondiale hanno poi costretto Allegri ad affidarsi a quei giovani sui quali non aveva voluto puntare, da Miretti a Fagioli ad Iling Junior, protagonisti della striscia di otto vittorie consecutive finita malissimo nella “manita” rimediata al Maradona. Il tecnico livornese, chiamato alla Continassa per creare valore e blindato da un contratto forse fuori mercato sia per ingaggio che per durata, ha incassato la fiducia di Elkann ma solo fino a giugno. A salvare la sua panchina potrebbero non bastare i titoli: la Juve ha bisogno che valorizzi i giovani, da poi magari cedere con plusvalenze importanti. Se a gennaio è difficile che si riesca ad intervenire sul mercato, la sessione estiva dovrà procedere su una linea del tutto diversa a quella dell’anno scorso. Risparmiare sul cartellino per appesantire il monte ingaggi si è rivelata una strategia fallimentare, simboleggiata dall’addio a zero di Dybala, che a Roma sta facendo faville, per il rientro di Pogba, che non ha ancora giocato un solo minuto.

Oltre al tecnico, nel mirino dei critici è finito anche Cherubini, unico sopravvissuto della vecchia dirigenza. Non tutti sono convinti che sia l’uomo giusto per scommettere su talenti poco conosciuti da far crescere ed aspettare, ovvero la strategia portata avanti con grande successo da Napoli e Milan negli ultimi anni. Cherubini due anni fa si era lasciato sfuggire l’opportunità di prendere Kvaraskelia dal Rubin Kazan, ritenendo eccessiva la richiesta di 20 milioni della società russa, una topica particolarmente clamorosa dopo l’umiliazione inflitta dal georgiano proprio alla Juve venerdì scorso. C’è quindi chi inizia a ventilare l’ipotesi di una sostituzione al vertice tecnico, dove Cherubini potrebbe pagare per tutti ed evitare di dover pagare un altro stipendio pesante oltre a quello di Allegri. Se il sogno sarebbe Cristiano Giuntoli, forse più probabile riuscire a convincere il sodale di Maldini Ricky Massara, peraltro molto amico del tecnico livornese. Molto dipenderà dai risultati in campo ma non è detto che anche un improbabile trionfo in Europa League o in campionato potrebbero evitare l’avvicendamento.

Allegri Napoli Juve

Inchieste, rischio class action?

Visto che piove sempre sul bagnato, a rendere ancora più foschi i pensieri dei tifosi bianconeri depressi dal tracollo rimediato col Napoli di Spalletti arrivano le nuove notizie sulle inchieste che coinvolgono la società torinese. È proprio di oggi la notizia che l’udienza preliminare del processo alla Juventus legato alle irregolarità nei bilanci dal 2018 al 2021 è stata fissata per il prossimo 27 marzo. Il primo passo del procedimento legato alla famosa inchiesta Prisma portata avanti dalla Procura di Torino vedrà a giudizio gli ex vertici della società, dimessisi poi in blocco a fine novembre. Se la tesi dell’accusa sarà provata, l’illecito profitto messo a bilancio dalla Juventus ammonterebbe a circa 408 milioni di euro tra plusvalenze fittizie ed errori nel riportare gli stipendi di molti giocatori durante la pandemia.

Andrea Agnelli

Se si attende di capire se la giustizia sportiva riaprirà o meno il procedimento contro la Juve sui bilanci, a complicare ulteriormente la situazione della società potrebbero arrivare anche gli stessi piccoli azionisti. Alcuni di loro, come Simone Agnoletto di Modena, si sono inseriti come persone offese nel procedimento avviato dalla procura torinese sui conti della Vecchia Signora. L’avvocato 46enne ha dichiarato all’Ansa di aver subito un danno ingiustificato per aver creduto nel titolo della Juventus e quindi di aver diritto ad un indennizzo. La tesi andrà provata, ovviamente, ma se fosse dimostrato che parte della flessione patita dal titolo in borsa sarebbe legata alle irregolarità compiute dalla dirigenza dell’epoca, si potrebbero aprire le porte per una costosissima class action. Insomma, i grattacapi per Scanavino certo non mancano come le scelte complicate.

Vedremo se l’esperto dirigente saprà ripagare la fiducia ricevuta da John Elkann e mantenere dritta la barra della nave bianconera in un mare sempre più tempestoso.

Commenti